I soci dell’Alto Calore confermano la fiducia a Ciarcia. Comune di Avellino e Provincia opposizione

L'assemblea ha approvato i conti proposti dall'amministratore unico con l'attivo conseguito in bilancio e il rinvio al 2023 della ricapitalizzazione. Contrario il Comune di Montemiletto

La sede dell'Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

“Il bilancio consuntivo dell’Alto Calore Servizi è passato a larga maggioranza nell’assemblea dei soci. L’amministratore unico Michelangelo Ciarcia ottiene la fiducia sul proprio operato. L’opposizione di Comune e Provincia di Avellino, astenuti di fronte ad un quadro finanziario e contabile completamente ridisegnato, non hanno prodotto il cambio di prospettiva che il Consiglio comunale spaccandosi aveva votato solo pochi mesi fa. Il 58,75 per cento delle quote a favore del Consuntivo ha sancito il risultato di Ciarcia, che in meno di due anni ha portato in attivo la società di corso Europa, cogliendo anche tutte le opportunità normative che si sono presentate. Resta una esposizione significativa, che al momento si presenta governabile.

Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore Servizi

Lo slittamento dell’aumento di capitale al 2023, collegato ad un conto economico in equilibrio con leggeri margini di attivo offrono al gestore idrico la possibilità di reclamare l’affidamento del servizio idrico all’interno del bacino unico irpino sannita, dove oggi Alto Calore Servizi torna ad essere il riferimento. Per Michelangelo Ciarcia, per anni revisore dei conti in seno alla società prima di assumerne la guida, si tratta di una vittoria conseguita con i numeri, dalla portata politica. Al di fuori dell’attuale piano di risanamento e riassetto non ci sono alternative. Lo hanno chiaramente detto i soci dell’Alto Calore, marcando una distanza evidente dal Comune e dalla Provincia di Avellino, già isolati anche quando a guidare l’ente di piazza del Popolo c’erano stati il pentastellato Vincenzo Ciampi e il commissario prefettizio Giuseppe Priolo. Nonostante il voto contrario di Montemiletto e l’astensione di Comune e Provincia di Avellino, dalla assemblea di oggi è venuta fuori con forza il segnale che non c’è alternativa alla gestione pubblica, che solo l’Alto Calore Servizi, erede del Consorzio Interprovinciale Alto Calore, porta avanti dal 18 maggio del 1938, da 82 anni festeggiati pochi giorni fa.

LA LINEA DEL COMUNE DI AVELLINO ANTICIPATA DA LIVIO PETITTO.  Nel pomeriggio con una nota l’ex presidente del consiglio comunale Livio Petitto aveva anticipato la linea del Comune capoluogo. «Il bilancio è opportuno farlo passare e poi cogliere le opportunità offerte dai decreti Rilancio e Cura Italia per risanare l’azienda e abbassare le tariffe dell’acqua, oggi le più alte di tutta la regione Campania», aveva affermato. «Lo scorso anno sociale l’ACS ha proceduto a un accantonamento per rischi su crediti di 13,6 milioni di euro con un risultato economico negativo di 11,9 milioni, per cui senza questo accantonamento sarebbe stato di + 1,7 milioni di euro a fronte di un risultato di 1,1 di questo rendiconto. È stato registrato, inoltre, un contenuto aumento dei crediti e dei debiti con lieve peggioramento del quadro patrimoniale: nel prossimo futuro il management dovrebbe elaborare provvedimenti e adottare misure che servano a migliorare la situazione finanziaria». Per Petitto e il Comune di Avellino l’Alto Calore Servizi deve utilizzare al meglio le opportunità offerte dai decreti ‘Cura Italia’ e ‘Rilancio’ per reperire risorse finanziarie e, nel contempo, attuare una incisiva spending review«. Secondo Petitto «la gestione dovrà portare, inoltre, a una significativa riduzione delle bollette che i nostri concittadini sono costretti a pagare. È bene ricordare, a tal fine, che la legge regionale 15/2015 sul riordino del servizio idrico prevede che su tutto il territorio regionale si paghino tariffe uguali».


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