Covid-19 ad Ariano, Franza: la città reale attende De Luca

L'ex sindaco commenta i 700 positivi ai test sierologici comunicati dall'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno dopo lo screening dello scorso fine settimana

L’ex Sindaco Enrico Franza reitera l’invito al Governatore della Campania Vincenzo De Luca perché venga a sincerarsi di cosa il Covid-19 ad Ariano Irpino è ed è stato. L’ex sindaco prende spunto dai 700 positivi ai test sierologici comunicati dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno dopo lo screening dello scorso fine settimana, per chiedere al Presidente della Campania di venire a rendersi conto della verità completa oltre i frammenti, come scrive. Solo poche ore fa lo stesso De Luca ha rivelato all’opinione pubblica dell’informativa alla magistratura su episodi ritenuti decisivi per lo sviluppo dei focolai negli ultimi mesi. Il Sindaco dice la sua e chiede al Governatore di venire a constatare la realtà del Covid-19 ad Ariano Irpino per come da ex sindaco e da cittadino lo ha vissuto tra la gente. Il testo integrale del documento.


Covid-19 ad Ariano, la verità oltre i frammenti

di Enrico Franza | Già sindaco di Ariano Irpino

Enrico Franza

Il mio appello a tutte le forze politiche, ex Sindaci, a tutte le organizzazioni e associazioni arianesi. Non più tardi di due giorni fa, ho voluto rivolgere un appello a tutti i Consiglieri Regionali e alla Deputazione campana, perché si potesse, per una buona volta, far fronte comune con una azione politica unitaria, tesa a ottenere il giusto riconoscimento al ristoro del danno economico subìto dai comuni sottoposti al regime di “Zona rossa”, ed esclusi inopinatamente e in modo discriminatorio dal fondo dei 200 milioni ad essi riservato. Ciò perché ritengo doveroso da parte della nostre massime rappresentanze democratiche assumere una posizione netta e inequivocabile a difesa della dignità dei nostri territori, rinunciando alle rispettive logiche di appartenenza.

La sede della Diocesi arianese nel cuore della città

Tempo addietro, ebbi a dire che la politica deve essere improntata alla buona norma del silenzio, quando risulta necessario per evitare strumentalizzazioni o ipocrisie di sorta, e parlare, invece, quando occorre ristabilire l’ordine dei fatti e delle priorità; e ancor più addietro sostenni a più riprese che i cittadini hanno la capacità di stare un passo avanti rispetto alla politica tutta e di unirsi in un vincolo di solidarietà e di coesione per il conseguimento di una causa comune. In quelle ore, noi non fummo all’altezza di questo nobile esempio. Oggi, ancor più di ieri, non possiamo, tuttavia, consentirci di stare un passo indietro, ma di metterci accanto alla nostra comunità, perché si possa dire questa volta, o ancora una volta, Ariano è una ed una soltanto. Francamente, ritornare all’origine di tutto non giova a nessuno e non è di certo oggi il tema centrale della discussione, né tanto meno è il dividersi tra di noi, sostituendoci a chi ha la titolarità, la legittimità di verificare ciò che è lecito o illecito. Non cadiamo nella trappola di andare alla ricerca tra di noi degli incoscienti di ieri e degli incoscienti di oggi; non cadiamo nella trappola di dividerci tra responsabili e irresponsabili. Potremmo non uscirne più. Mai. Questo non spetta a noi. A noi spetta, semmai, a rischio di apparire retorico, andare a ricercare quella causa comune, che è la nostra Città, da difendere a testa alta, uniti e senza divisioni. Come ben sappiamo, è nella alleanza con le nostre coscienze che si trova la forza di affrontare una battaglia e difendere la nostra dignità.

Il presidio ospedaliero dell’Asl “Sant’Ottone Frangipane” di Ariano

Nel racconto della nostra Città, fatto dal Presidente della Regione, ci si è soffermati nell’esprimere giudizi sommari che presumo suffragati da fonti non ancora del tutto esaustive, poiché richiedono, fino a prova contraria, una approfondita indagine giudiziaria e su cui, forse, caro Presidente, sarebbe stato opportuno tacere e attendere l’evoluzione dei fatti per il doveroso rispetto che si deve alle persone coinvolte. 29 morti, più di 200 contagiati, famiglie abbandonate a loro stesse e una comunità che ha subìto, oltre al danno, la beffa: l’oltraggio del pregiudizio. Dunque, quel che è mancato nella trama del racconto fornitoci, è quanto accaduto da questo punto in poi. Mi sarei aspettato una parola, almeno una parola sulla gestione dell’emegenza sanitaria. Svista? Dimenticanza? Me lo auguro. Da questo punto in poi, il racconto si fa pellicola.Noi cittadini, dalle nostre case, abbiamo assistito alla visione di una pellicola proiettata soltanto per frammenti.

Unità Speciali Continuità Assistenziale dell’Asl, guardie mediche per il Covid-19. Nella foto: l’unità di Grottaminarda

Frammenti che ci hanno restituito una parte della complessa trama che ci ha visti protagonisti per ben due lunghi mesi della scena emergenziale della intera Irpinia. Ed è per tutte queste ragioni, esclusivamente per queste ragioni, che mi rivolgo a tutte le forze politiche, ex sindaci, a tutte le organizzazioni e associazioni arianesi, anche in vista dei risultati dei tamponi sui 700 positivi al test seriologico, per ritrovarci uniti nel rinnovare l’invito al Presidente della Regione a confrontarsi con la Città di Ariano, né colpevole né vittima, perché insieme si lavori a riprodurre quella pellicola nella sua versione integrale, che abbia finalmente un epilogo e che, come si direbbe in termini cinematografici, sia una finale aperto da lasciarci intravedere un seguito che sia certamente più promettente, e che ci veda questa volta, però, protagonisti di una storia che renda giustizia al ruolo della nostra Città, ferita e colpita fortemente sul piano morale, sanitario ed economico.


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