Da Idea Atripalda un piano per l’economia oltre l’emergenza del coronavirus con cui «si deve imparare a convivere». Con la Fase 2 e la fine del lockdown vanno progettata una riapertura dell’economia con il  duplice obiettivo di incentivare il commercio al dettaglio e preservare la salute dei titolari delle attività. Di seguito l’intervento integrale diffuso da Idea Atripalda piano per l’economia


Dobbiamo imparare a convivere con il virus

Da Idea Atripalda piano per l’economia con la Fase 2

Piazza Umberto I ad Atripalda

Questa è la frase che ha dato via alla “Fase 2” con cui riparte anche la quotidianità, la quale deve necessariamente essere subordinata alla nostra capacità di dotarci di adeguati strumenti, tra cui quelli di una rinnovata modalità di governo del territorio. La riapertura va progettata ora, ponendoci un duplice obiettivo: incentivare, e non solo concedere, il commercio al dettaglio, e preservare la salute dei titolari delle attività, dei dipendenti e della collettività. Alcune delle soluzioni più adottate in diversi Paesi, ma anche immaginate in alcuni contesti italiani, riguardano la mobilità e la fruizione dello spazio pubblico.

Idea Atripalda, il logo dell’associazione

RIDUZIONE TRAFFICO CITTADINO. Per garantire lo spazio sufficiente a muoversi in sicurezza ed osservare le norme sul distanziamento fisico, è necessario ridurre notevolmente le strade destinate al transito ed al parcheggio delle automobili, soprattutto nei centri storici. Bisogna attuare una strategia che faciliti il mantenimento della distanza minima di sicurezza, senza negare a nessuno la possibilità di uscire di casa e muoversi liberamente. Con un’attenzione al benessere urbano e alla fruibilità degli spazi, si incoraggerebbe la cittadinanza a frequentare i quartieri e, conseguentemente, gli esercizi commerciali che li popolano. Inoltre, tale strategia andrebbe ad impedire un repentino aumento dell’inquinamento atmosferico, che comporterebbe a sua volta una maggior diffusione del contagio, risultando al contempo una misura coerente con la “Dichiarazione di emergenza climatica” deliberata dal nostro consiglio comunale lo scorso autunno.

Come? In primis, attraverso l’individuazione di nuove zone pedonali/ZTL e l’incentivazione della mobilità sostenibile; basti pensare alla creazione di nuove tratte ciclabili e all’ampliamento di quelle già esistenti, senza dimenticare gli spazi di sosta. Per evitare i tempi lunghi e i costi dei tradizionali interventi urbanistici strutturali, ci si può servire di strumenti innovativi e seguire gli esempi di alcune grandi città europee (tra le tante Amsterdam, Milano e Berlino). La riorganizzazione degli spazi può essere progettata attraverso l’urbanistica tattica, che si serve di vernici, cordoli, fioriere, pinch point e segnaletica a basso costo.

PIÙ SPAZIO PER I COMMERCIANTI. Aumentare lo spazio disponibile per chi lavora nel commercio, in modo che sia i lavoratori e le lavoratrici che la clientela possano rispettare le norme sul distanziamento interpersonale. Così da consentire anche la riapertura dei locali di piccole dimensioni, dove risulterebbe impossibile, e comunque penalizzante, rispettare le distanze.

Il municipio di Atripalda

Come? In coerenza a quanto detto dal governo nel decreto del rilancio, parliamo dell’esenzione dalla Tosap in modo da mettere a disposizione di bar e ristoranti porzioni di suolo Pubblico, utilizzando anche degli spazi oggi destinati al parcheggio e al transito dei veicoli. Bisogna mappare le attività di ristoro e trovare una soluzione ad ogni fattispecie per permettere lo svolgimento dell’attività in sicurezza. E’ necessario pensare agli spazi della nostra città in maniera diversa per consentire ai cittadini di passeggiare, ma anche alle attività di commercio al dettaglio, di non perdere la propria clientela. Come detto precedentemente, nelle zone più trafficate dal passeggio si può prevedere una ZTL in alcuni orari e giorni della settimana.

CULTURA AL CENTRO. Il mondo della cultura ha subito un duro colpo e vanno ovviamente ripensate le tante attività che arricchivano le nostre giornate; tutto ciò favorendo un corretto utilizzo dello spazio pubblico: in uno spazio presidiato ed organizzato è più facile aiutare le persone a rispettare la distanza di sicurezza. L’idea è quella di rispondere a questa crisi mettendo la cultura al centro ed attingendo alle risorse rimaste inutilizzate, causa emergenza sanitaria, ridestinandole a nuovi eventi pubblici che sappiano ridare lustro alla nostra città. Inoltre sarebbe da incentivo per la rinascita di alcuni spazi della città arricchire gli stessi attraverso l’installazione di opere d’arte stradali con le quali facilitare la delimitazione degli spazi pedonali, incentivare il rallentamento delle automobili e sfruttare l’apporto dell’estetica per stimolare la cura dei luoghi pubblici. Queste misure permettono di modificare il rapporto tra persone e strade, con un impatto positivo sugli esercizi commerciali che vi risiedono.

Come? Programmando, nel rispetto delle regole dettate dal Governo e dalla regione, attività culturali come concerti, spettacoli teatrali, mostre, installazioni, momenti di divulgazione nelle vie liberate dal traffico, anche con l’ausilio di strutture mobili o fisse. Si potrebbero anche mettere a disposizione i grandi spazi aperti per la realizzazione di un cinema “drive in”, su modelli già sperimentati in altri paesi.

RIPRISTINARE IL BIKE SHARING. Con il Bike Sharing, non solo si andrebbe a garantire agli utenti la sicurezza indispensabile, ma verrebbe introdotto un nuovo servizio, che a lungo termine potrebbe tramutarsi in un aumento della domanda.

Come? Ripristinare il bike sharing equivale ad incentivare la micromobilità, rendendo così più sicure e più vivibili le strade della nostra cittadina. Un servizio che c’era, e che dovrebbe essere ripristinato, per permettere a tutti anche brevi spostamenti cittadini.

Ma come si pianifica il territorio? Per realizzare piccoli e grandi interventi, condivisi dalla cittadinanza e a favore di uno sviluppo più consapevole, c’è bisogno di riportare la pianificazione del territorio al centro della scena, che non significa soltanto redigere PUC (Piani Urbanistici Comunali).

Due aspetti fondamentali sono le competenze e la visione. Questi interventi vanno redatti da professionisti del settore, i pianificatori territoriali, figure che ancora non sono pienamente riconosciute all’interno delle amministrazioni comunali; inoltre, nessuna delle idee citate può viaggiare da sola, ma va calata nell’ambito di un piano a lungo termine che comprende queste ed altre misure in maniera coerente, senza “eventi” sporadici che poi si rivelano spesso inutili e persino dannosi per le comunità.


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