«C’era una volta il Pd ad Avellino», lettera aperta dal Circolo di Pratola Serra

Il Vicesegretario del Circolo "Moro - Berlinguer" Luca Cafasso si rivolge a iscritti e simpatizzanti esprimendo preoccupazione e pessimismo per le sorti del suo partito in provincia di Avellino. L'intervento

«C’era una volta il Pd ad Avellino», scrive in una lettera aperta rivolta al popolo democratico il Vicesegretario del Circolo “Moro – Berlinguer” di Pratola Serra. Luca Cafasso esprime pessimismo per le sorti del suo partito, descritto in preda a lotte intestine. Di seguito la riflessione sulla politica, sulla situazione regionale e quella locale.


C’era una volta il Pd ad Avellino

di Luca Cafasso | Vicesegretario Circolo PD Moro-Berlinguer di Pratola Serra

Luca Cafasso, Vicesegretario del Circolo Pd di Pratola Serra

Non si esce dalla crisi tornando al passato. Le istituzioni hanno l’obbligo di fidarsi per poi controllare e sanzionare chi ha sbagliato. Abbiamo bisogno di meno burocrazia e di investimenti massicci sulle infrastrutture e sulla digitalizzazione. Leggendo i giornali e seguendo i TG, sembra che l’Italia sia solo rappresentata dalle cronache politiche fatta, troppo spesso, di manovre di palazzo e di lotte per conquistare pezzi di potere. C’è, però, un’altra Italia che si impegna anche nelle attività di interesse generale. Si dovrebbe partire dal rinnovamento di un sistema ormai obsoleto, incominciando dai partiti che dovranno ricostruire i rapporti con l’elettorato, ormai distante, mettendo al centro argomenti e problematiche serie e innovative, come l’ambiente e le nuove tecnologie. In questa fase pandemica un primo avvicinamento alla vita pubblica e istituzionale si è visto, scaturito sicuramente dall’angoscia per le conseguenze dell’epidemia e dalla speranza di un ritorno alla normalità. Questo riavvicinamento e, quindi, accrescimento dell’interesse alla cosa pubblica, ha messo in risalto personaggi delle istituzioni che fino a tre mesi fa erano stati probabilmente sottovalutati.

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca davanti al Covid Center di Napoli presso l’Ospedale del Mare

È emersa in Campania la figura di un presidente carismatico, che ha fatto dell’ironia il suo cavallo di battaglia, iniziando un percorso di vera star del Web e non solo, addirittura oltrepassando i confini nazionali. Il suo approccio e operato, ampiamente riconosciuto dagli addetti ai lavori, viene considerato tra i migliori d’Italia, anche per l’impegno profuso dalla sua amministrazione sul fronte economico e sociale della regione che rappresenta. Il buon operato del Governatore oggi sotto gli occhi di tutti non è stata una sorpresa per chi dall’inizio lo riteneva il presidente giusto per risollevare la Campania dalle macerie lasciate dietro di sé dalla giunta di Centrodestra. Sui territori anche nel Partito Democratico non tutti credevano e hanno sostenuto la candidatura di Vincenzo De Luca nel 2015.

Enzo De Luca

Tra i dirigenti del Pd ad Avellino e in Campania, non tutti appoggiarono il già sindaco di Salerno. In Irpinia il senatore Enzo De Luca, il quale ancora oggi lancia appelli all’unità e alla responsabilità di tutta la classe dirigente, non esitò a schierarsi contro il gruppo dirigente locale del suo partito, chiedendo agli elettori democratici un voto decisivo per una scelta allora di speranza, confermata oggi sugli impegni mantenuti e i risultati raggiunti. Nel Partito Democratico irpino, al contrario, i problemi in questi cinque anni si sono accentuati. Un proverbio africano dice: È più facile deviare il corso di un fiume, o spianare una montagna, che cambiare l’animo di un uomo. Se da un lato abbiamo l’efficientismo del presidente De Luca, dall’altro lato abbiamo figure pirandelliane che si dibattono spesso con autoreferenzialità disinteressandosi delle sorti di un partito che si dissolve. Si potrebbe dire c’era una volta il Pd ad Avellino…

La sede del Coordinamento provinciale del PD irpino ad Avellino, in via Tagliamento

A questo punto qualche domanda la dovremmo pur fare, anche per cercare di capire:
da dove potrà partire il cambiamento se il partito provinciale è completamente assente? I soldi del tesseramento raccolti a gennaio e destinati ai circoli della provincia di Avellino, che fine hanno fatto? Visto che si parla di elezioni regionali e comunali, i tesserati avranno almeno il piacere di decidere chi li rappresenterà nel partito? A pensarci bene si potrebbe anche arrivare ad una soluzione senza scegliere, perché chi guiderà il bus targato PD oggi ce l’abbiamo e molto probabilmente ci porterà a destinazione, ma un domani che smetterà di guidare ci dovremmo abituare a non avere paura perché a condurlo ci potrà essere qualche sprovveduto senza patente.


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