Architetti e ingegneri fuori dall’edilizia campana: subito norme per la concorrenza

Il documento-proposta in otto punti sottoscritto da 80 professionisti dell'Alta Irpinia e Alta Valle del Sele: favorire con regole nuove la massima trasparenza nelle procedure di affidamento degli incarichi di progettazione a tutela dei professionisti, oggi sempre più a rischio col blocco dell'economia determinato dall'emergenza sanitaria

Architetti e ingegneri fuori dall’edilizia campana: subito norme per la concorrenza. Gli architetti, ingegneri e geometri dell’Alta Irpinia e Alta Valle del Sele presentano un documento- proposta per contrastare la crisi post Covid-19 e favorire la ripresa economica del comparto edile in Regione Campania, con riferimento alle aree interne. Il documento condiviso da circa 80 tecnici, è già stato sottoposto all’attenzione del consigliere regionale delegato alle aree interne Francesco Todisco e mira a traguardare al nuovo ruolo che dovrà essere assunto dall’entroterra già all’indomani della fine dell’emergenza sanitaria dai piccoli studi professionali. “Noi tecnici dell’Alta Irpinia e dell’Alta Valle del Sele, titolari di piccoli Studi, ma con grande esperienza e competenza, abbiamo già dato un contributo alla ricostruzione dei nostri Paesi e delle nostre Comunità dopo il Terremoto del 1980, e siamo pronti a dare un sostegno immediato per la ripresa economica del nostro territorio” si legge nel documento.

Settore delle Costruzioni

“Va assicurata una capillare azione di recupero, rigenerazione e salvaguardia del territorio in ogni sua componente attraverso azioni, professionalità e forze locali, senza la pretesa di voler sminuire l’importanza delle competizioni nazionali ed internazionali che devono riguardare le grandi opere strategiche. Purtroppo la crisi degli ultimi anni ci ha in qualche modo accantonati in un ruolo secondario o nullo a favore delle varie Società di Ingegneria, degli Studi che possono vantare grandi fatturati, del Mondo Accademico, di Agenzie e Organismi, tutti sicuramente più “lontani” dalle nostre realtà, di cui ignorano peculiarità, potenzialità ed esigenze così come fragilità”. I limiti della crescita indicati dai professionisti risiedono nella burocrazia e nell’impossibilità di accedere ai Fondi Europei: i piccoli comuni  non hanno la possibilità economica di anticipare le spese per la progettazione definitiva o esecutiva e, nel peggiore e più generale dei casi (Comuni in dissesto finanziario) nemmeno per l’idea progettuale o studio di fattibilità. Di qui la proposta: “Premesso che un unico “Codice degli Appalti” non può dettare le stesse norme per realtà diverse” e che “il dopo Covid-19 può dare il colpo di grazia alle aree interne e a noi professionisti che rischiamo di scomparire se non si programmano e non si confrontano idee e proposte da subito; ma anche al fine di favorire la ripresa economica dell’intero comparto locale dell’edilizia, fatto di piccole imprese edili, di artigiani, impiantisti, tutti tagliati fuori dalle grandi società, chiediamo strumenti che consentano una nostra maggiore tutela nella procedura di affidamento degli incarichi da parte degli Enti territoriali, anche attraverso il recupero del Rapporto Fiduciario tra gli Amministratori e i tecnici locali” continua. “Al fine di far ripartire l’economia nel nostro settore proponiamo, quindi, una discussione su alcuni punti fondamentali da affrontare che, se non rivisti, affosseranno intere categorie di autonomi e di partite IVA.

Un cantiere della viabilità

GLI OTTO PUNTI DEL DOCUMENTO: Contro la prospettiva di vedere architetti e ingegneri fuori dall’edilizia campana, è stato redatto un documento in otto punti. Prevede: l’azzeramento della burocrazia inutile e ripetitiva; la costituzione di un fondo regionale (non di rotazione) per dare la possibilità ai Comuni di dotarsi di progettazioni senza dover ricorrere agli illeciti continui consistenti nel
farsi confezionare progetti gratis per poi affidare in ulteriori modi poco leciti incarichi di direzione lavori a chi ha offerto le progettazioni; il rispetto delle regole di rotazione per l’affidamento degli incarichi; l’eliminazione di piattaforme di iscrizioni inutili dalle quali scegliere gli operatori; la dematerializzazione dei documenti cartacei (rispetto del Decreto Legislativo 82 del 2005, il così detto Codice dell’Amministrazione Digitale); tempi certi per i finanziamenti; procedure gare snelle e con tempi ragionevoli; accreditamenti veloci dei finanziamenti e per gli interi importi non a stato di avanzamento.


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