“Passione di famiglia” di Cristina Comencini

Attaccarsi a un ricordo, a sentimenti mai accettati, eppure vissuti, all’ombra di un rimpianto  e cercarlo per sempre dentro di sè, nelle ore, calcolate dai giorni, nel turbinio degli anni che sembrano scomparire nel passaggio a un’altra vita, a un’altra casa e il tentativo di dissipare quelle ombre per scoprire cosa c’è veramente dentro di sè, qual è il significato di quell’ansia frenata, di quell’amore magico che ti fa continuare a ricordare e nel chiudere gli occhi davanti al dolore o a quello che appare tale agli occhi degli altri. Quel fiore bianco all’occhiello, un simbolo pregnante che riempie i ricordi di Francesca, la protagonista di questo meraviglioso e intenso libro, certa di aver trovato l’amore della sua vita in uno sconosciuto, dopo un semplice sguardo, poiché sentiva dentro di sé che nessuno l’avrebbe mai sposata. In Francesca e Maria, sua sorella, le uniche a essere all’oscuro del fallimento economico della propria famiglia, è molto forte la consapevolezza della propria nobiltà, anche se decaduta, che le porta ad essere sempre ospitate, giusto per vantarsi nei circoli e nei caffè,  accettano loro malgrado, di vivere dagli zii, malgrado l’atmosfera di tensione e vendetta che respirano intorno a loro, finchè si giunge al culmine di una situazione insostenibile con la nascita di un bambino frutto di un rapporto tra zio e nipote.

Tra le pagine del libro aleggia una profonda solitudine e una ricerca spasmodica di affetto che diventa quasi straziante, perché si è consapevoli dell’ineluttabilità di questo sentimento, come il profondo amore che Lisa nutre per suo padre Francesco, anche se pieno di rancore e rabbia, a causa dei continui tradimenti nei confronti della madre e le continue fughe che ponevano tutti in una situazione di instabilità e precarietà. Tutta questa rabbia ebbe il suo momento culminante quando lo andrà a cercare con ostinata disperazione fin nella casa in cui vive con la sua famiglia legittima, ma in lei rimarrà sempre il bisogno di lui, che giungerà in momenti importanti della sua vita, perché ”un padre assente veglia sui suoi figli anche da lontano”.

L’elemento cardine attorno a cui ruota tutta la vicenda è il gioco a carte, rito quotidiano con cui tutte le donne della famiglia esorcizzavano i tradimenti e gli abbandoni, in ogni occasione soprattutto negativa, esso diventava la possibilità per essere libere di affermare la propria bravura e anche l’unico modo per saldare gli enormi debiti che avevano contratto : per un breve lasso di tempo non dipendevano dalla passione per gli uomini che influenzava tutta la loro vita e le loro scelte, che spesso li conducevano a passioni insane. Per generazioni in famiglia gli uomini dormivano sui divani e sedie mentre si giocava l’ultima mano dell’ultima partita all’alba,  spesso si rivelano vittime consapevoli o no della passione delle donne di questa famiglia e di quelle che vengono a contatto con loro, come l’amore non ricambiato, denso di tristezza e rassegnazione di Giuseppe per Maria, tanto profondo da fargli accettare un figlio non suo. Particolare è la commistione tra famiglie legittime e illegittime, un affresco in cui si mescolano anche ex amanti che sembrano costituire una grande famiglia si fanno forti e si coalizzano per combattere la povertà anche attraverso azioni non del tutto limpide e menzogne sfrontate. Spesso gli uomini estranei sono quasi sempre scuri di capelli e di occhi in contrasto con la carnagione chiara e gli occhi azzurri che connotavano i lineamenti di quella che era la loro famiglia di origini nobili, anche se decaduti. “Le donne della famiglia devono stare sole con i propri figli” : la frase della principessa madre racchiude in poche parole il senso di una forza e di un’indipendenza femminile a lungo vagheggiata, insegnando soprattutto alle figlie l’orgoglio del proprio sangue e il furore delle passioni a stento represse. Significativo è un elemento che, sin da ragazza, rappresenterà un punto fermo nella vita di Francesca, che la farà distinguere dagli altri, la renderà consapevole delle parole e in un certo senso le darà una parvenza di razionalità : l’enciclopedia che diventa per lei un oggetto quasi sacro, che la accompagnerà sempre.

Francesco rivela una personalità sfuggente – particolare è la sua fissazione per la magrezza delle donne – che mal si adatta a vincoli che vorrebbero limitarla, le sue azioni sono dettate da un istinto forte di libertà e i suoi incontri con Francesca erano sempre scanditi dalla  passione e portavano sempre a successive gravidanze, che facevano scaturire in lei ombre di rancore e profonde disillusioni, li univa una frenesia ineluttabile e scoprirono a poco a poco di essersi amati per questo, per non lasciarsi liberi, perché ognuno aveva paura della libertà dell’altro e non riuscivano ad accettarlo e finiscono con l’amarsi da vecchi quando ogni passione è spenta, che costituiva una caratteristica della loro famiglia. Alla nascita della figlia Eleonora, Francesca riuscì a “battere il dolore con le parole” e diede alla luce una figlia ”bella come le stelle”, come erano tutte quelle della sua famiglia. Aldo sarà l’unico figlio maschio e Francesco, padre sempre assente, lascia il suo nome di battaglia nelle fasce del bambino, come per affermare, nonostante tutto, la sua presenza.

Dopo tanti anni di attese, di pianti, di speranze deluse, di riconciliazioni e di fughe, Francesca, osservando i suoi figli ormai cresciuti, si rende conto che la sua giovinezza era solo servita a farli nascere e che l’unico interesse di Francesco erano i figli, la sua discendenza. Tornata alla fine a Napoli, Francesca distoglieva il suo sguardo dal mare e riconosceva le sue illusioni e i suoi fallimenti nel finto incanto della città, che era solo un luogo del suo cuore e della sua mente, come ormai lo era diventato Francesco. Dopo una partita a carte, travolte dalla passione e da un odio giovanile, mai spento, Maria comunica alla sorella Francesca la notizia della malattia di Francesco e lei decide di stargli vicino fino alla fine nella casa in cui vive con la sua famiglia, attirandosi naturalmente le ire di sua moglie, che tuttavia la lasciano del tutto indifferente.  Trascorrerà tante notti accanto a lui, per la prima volta, avvertendo un profondo senso di unione tra loro e alla fine indossa un vestito nuovo per il suo funerale, come una sorta di matrimonio tardivo.

A cura di Ilde Rampino

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