Joel ‘il lupo’: dall’Argentina alla Villanova del Battista di suo nonno

L'EMIGRAZIONE DI RITORNO. Meglio noto come "Il lupo argentino", il giornalista sportivo emigrante di seconda generazione che ha fondato l'Avellino Club a Buenos Aires lancia un appello agli imprenditori irpini per chiedere un lavoro e consentirgli di ritornare in Irpinia per portare a compimento il sogno di suo nonno, emigrato nel 1948

Dall’Argentina a Villanova del Battista, Joel ‘il lupo’ torna alle radici di suo nonno. Joel Mattivi Maraia ha 25 anni e vive a Buenos Aires, dove ha fondato nel 2012 il primo Avellino Club dedicato alla memoria di suo nonno, originario di Villanova del Battista. La passione per la squadra irpina trasmessa fin da bambino ha fatto di lui un cronista sportivo, una professione che esercita soltanto part time, in aggiunta alla professione di manager aziendale. Collabora infatti con la Confederazione Argentina di pallamano, ma è pronto a trasferirsi in Irpinia per cercare un lavoro e portare a termine quello che avrebbe voluto suo nonno: costruire un futuro con la sua famiglia e realizzarsi professionalmente.

Dall’Argentina a Villanova del Battista, Joel torna alle radici di suo nonno

JOEL IL LUPO, DALL’ARGENTINA ALL’IRPINIA. “Ho imparato l’italiano con mio nonno fin da piccolo e i miei amici tifosi avellinesi. Mio nonno è originario di Villanova del Battista e mia nonna di Morcone in provincia di Benevento. Amavo molto i miei nonni, loro sono arrivati in l’Argentina nel 1948 dopo la guerra, senza un soldo ma con tanta voglia di realizzarsi. Lui faceva il contadino e aveva una grande passione per l’Avellino, che mi aveva trasmesso fin da quando ero piccolo, quando mi coinvolgeva per ascoltare le partite alla radio. Non ho frequentato corsi di italiano, ma grazie a lui ho imparato a parlare e ad esprimermi” racconta Joel. “Quando nel 2012 mio nonno è scomparso in suo onore ho creato l’Avellino Club Buenos Aires, ma si tratta di un club amatoriale per pochi tifosi, che organizza calcio amatoriale per gli amici. Non abbiamo una sede del club. A 18 anni grazie ai social ad Avellino ero diventato famoso, e da allora avevo scelto di chiamarmi ‘lupo argentino’. Il sogno di tutta la mia vita era quello di venire in Italia e visitare il paese d’origine di mio nonno, ma sono stato costretto ad aiutare la mia famiglia, a causa della grave crisi economica che viviamo in Argentina, senza riuscire a risparmiare per pagare le spese del viaggio. Soltanto lo scorso anno le cose sono migliorate e io sono riuscito a mettere da parte un pò di risparmi per realizzare il mio sogno. Quando ho fatto il biglietto ho pubblicato un annuncio su facebook per dire che sarei arrivato in Italia. Mi hanno risposto tutti i tifosi dell’Avellino per assicurarmi accoglienza, e sono stato ospite di tante persone, per poi visitare i club dell’Avellino in Germania e in Svizzera. Ho parlato anche con il presidente dell’Avellino Calcio che mi ha incoraggiato a mantenere il contatto con le radici e a lavorare con il mio club di Buenos Aires dedicato alla squadra del cuore di mio nonno, ma le cose non vanno molto bene qui in Argentina: abbiamo una inflazione al 50 per cento, e oggi chiedo tutti i giorni ai miei amici italiani una mano per aiutarmi a trovare lavoro e a trasferirmi”.

Joel allo stadio Lombardi con la tifoseria dell’Avellino

Così Joel ‘il lupo’ torna alle terra dove ha le sue radici, la casa di suo nonno. “Ho parenti anche a Bologna, ma non possono sostenermi in questo momento. Sto cercando lavoro in Italia, e mi sono rivolto a diversi imprenditori irpini, per avere la certezza di poter lasciare tutto e trasferirmi nella terra di mio nonno. Infondo mi sono sempre sentito più italiano che argentino, e ne ho avuto la certezza quando sono venuto per la prima volta in viaggio in Italia. I miei contatti sul posto mi dicono che i piccoli paesi come Villanova si stanno spopolando e che i giovani della mia età sono costretti a emigrare. Anche io vorrei emigrare, ma in Italia, nell’Irpinia dei miei antenati, per realizzare il mio e il sogno interrotto di mio nonno, per costruire lì il mio futuro e realizzarmi”.


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