Le cooperative di comunità sono legge in Campania, svolta per le Aree Interne

PER IL PROGETTO PILOTA ALTA IRPINIA UNO STRUMENTO DI RILANCIO ECONOMICO PER I TERRITORI A RISCHIO SPOPOLAMENTO. Il Consiglio regionale della Campania ha approvato la attesa norma «Disposizioni in materia di cooperative di comunità» che consente ai cittadini di «diventare, allo stesso tempo, produttori e fruitori di beni e servizi». Confcooperative con il presidente Borea ringrazia l'iniziativa della consigliera regionale Maria Ricchiuti

Le Cooperative di comunità sono legge in Campania. Il Consiglio regionale della Campania ha approvato la legge “Disposizioni in materia di cooperative di comunità” con cui si norma e disciplina un modello di cooperazione mirato ad incidere soprattutto nei territori a rischio spopolamento. La ragione la spiega Antonio Gesummaria, presidente Confcooperative Habitat Campania. «Le cooperative di comunità rappresentano un modello di innovazione sociale grazie al quale i cittadini diventano, allo stesso tempo, produttori e fruitori di beni e servizi, in sinergia con le istituzioni, le associazioni e le imprese di un determinato territorio». In questo modo, prosegue, «si riscopre la storia di una comunità, l’appartenenza ad una terra e si rivoluzionano l’idea dell’abitare». Questo strumento contrasta «l’espatrio e l’abbandono, siamo sicuri che contenga una chiave per il futuro».

Cooperative di comunità sono legge in Campania, Borea: svolta per le Aree Interne. Nella foto: la consigliera regionale Maria Ricchiuti alla scuola sulle coop di comunità

«INIZIATIVA LEGISLATIVA CHE HA RACCOLTO L’ESPERIENZA SUL CAMPO DELLA COOPERAZIONE». Per Confcooperative, dunque, la legge rappresenta una conquista per le Aree Interne della Campania ricche di risorse naturali, di giovani e talenti, ma povera di lavoro. Attraverso Antonio Borea, Presidente di Confcooperative Campania, l’associazione esprime la propria soddisfazione. «La legge è un atto che attendevamo per dare legittimità alle realtà che in questi anni sono nate dal basso per mettere in rete bellezze del territorio e competenze», spiega Borea. Grazie alle cooperative di comunità «sarà possibile dare un’accelerata alla produzione e alla fruizione di beni e servizi nelle Aree Interne, nelle Aree Metropolitane disagiate e nei piccoli Comuni, offrendo ai giovani – ma anche ai meno giovani – disposti a mettersi in gioco, un’opportunità occupazionale». Per questo, Confcooperative ringrazia «Maria Ricchiuti per l’iniziativa legislativa e per aver accolto la nostra esperienza in materia recependo le nostre osservazioni ed i nostri emendamenti».

Cooperative di comunità

IL MODELLO COOPERATIVISTICO DI COMUNITÀ. La cooperativa di comunità è un modello di innovazione sociale. Prevede che i cittadini producano beni e servizi e, allo stesso tempo, ne fruiscano. Rappresentano uno strumento di rilancio delle Aree Interne perché favoriscono la sinergia e la coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni. In questo modo le cooperative di comunità rispondono ad esigenze plurime di mutualità. La cooperativa di comunità è riconoscibile dalla sua mission: può solo produrre vantaggi a favore di una comunità, alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. I vantaggi per la comunità si realizzano mediante la produzione dei beni e servizi necessari per la qualità della vita sociale ed economica della comunità. Le coop di comunità possono essere di lavoro, di utenza, sociale, mista, non ci sono limiti in questo senso. Al centro del progetto c’è l’uomo, quindi la più ampia partecipazione all’interno della comunità. Cittadinanza attiva, sussidiarietà, gestione dei beni comuni, solidarietà, sono i pilastri della cooperazione di comunità, così come lo sono di una comunità. Manca un quadro normativo nazionale, ma in alcune Regioni è un modello normato e realizzabile. Oggi tra queste regioni c’è la Campania.

Le cooperative di comunità sono legge in Campania, Borea: svolta per le Aree Interne

UNA LEVA PER IL LAVORO CON IL PROGETTO PILOTA ALTA IRPINIA. Nel gennaio di un anno fa l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Marchiello, spiegò in un convegno le finalità della avviata dal Governo guidato da Vincenzo De Luca sulla cooperazione di comunità: coinvolgere le comunità locali dell’Alta Irpinia e delle Aree Interne campane in progetti di «gestione di servizi e nella valorizzazione e rigenerazione dei territori». Tra gli obiettivi, mettere a disposizione dei cittadini uniti in cooperative di comunità «beni abbandonati, inutilizzati, sottoutilizzati» dando impulso «a progetti culturali che hanno come obiettivo il riutilizzo sociale di beni confiscati alla criminalità organizzata». Tra le possibilità c’è anche la rigenerazione urbana, la qualificazione dei beni comuni, il recupero dei centri storici. La Regione Campania, attraverso l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Marchiello, lanciò nel gennaio del 2019 una nuova sfida contro lo spopolamento nelle quattro aree interne sottoposte a strategia nazionale, il Progetto Pilota. Ora c’è lo strumento normativo per operare


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