Ics riapre ad Avellino nel 2021 e sblocca la vertenza Fib Sud. I lavoratori licenziati dalla Fib Sud di Nusco, ormai chiusa con catene e lucchetti, potranno essere riassorbiti dalla Ics di Pianodardine e dalla Repiombo di Calitri, a patto che il Ministero del Lavoro conceda alla curatela fallimentare l’apertura della cassa integrazione. Il caso delle maestranze dell’azienda di Contrada Fiorentine è al vaglio non solo del Ministero, ma anche di un giuslavorista incaricato dalla giudice fallimentare del Tribunale di Avellino. La vicenda riguarda il revocato contratto di fitto di ramo d’azienda, ritenuto dalla curatela «comunicato senza preavviso dei tempi previsti». Dal conflitto tra affittuario e curatela è scaturita poi la situazione paradossale per 27 lavorator, che non risultano nè assunti, nè licenziati, con il braccio di ferro finito al vaglio del Prefetto di Avellino Paola Spena.

Il Palazzo di Governo, la sede della Prefettura di Avellino

Dopo varie riunioni, in Prefettura si è raggiunto un accordo fra la Fib Sud di Vittorio Civitillo e la curatela fallimentare rappresentata da Marina Pierro, ma si attende il pronunciamento della giudice fallimentare, che ha fatto appello al Ministero del Lavoro, incaricando un giuslavorista per vagliare il caso, che non trova analogie nella storia nè precedenti. L’accordo resta dunque fermo sul tavolo della Prefettura. Per arrivare ad una risoluzione e chiarire la posizione dei lavoratori, che ancora oggi non risultano nè assunti nè licenziati, la curatrice fallimentare ha dichiarato la sua disponibilità a richiedere l’attivazione della cassa integrazione, tale da assorbire lavoratori e macchinari. Una disponibilità ricambiata dall’amministratore della società di Civitillo, che ha garantito in cambio la copertura degli stipendi agli operai dal primo gennaio e fino a quando non avranno la cassa integrazione, oltre ad un rimborso di 300 euro al mese per ognuno.

GLI APPROFONDIMENTI IN CORSO. L’istanza di cassa integrazione da parte della curatela fallimentare si presenta all’attenzione del giudice come una soluzione degna di essere approfondita, data la singolarità del caso. Per questo l’accordo fra le parti resterà congelato fino al pronunciamento del Ministero del Lavoro. Ma al di là della Cigs, quello che preme ad addetti e sindacati è il futuro degli operai, collegato a questo accordo. Il rappresentante del Gruppo Seri ha annunciato l’impegno di assorbire almeno 20 lavoratori nella nuova Ics, al termine dei lavori, e la restante parte alla Repiombo di Calitri, così da garantire il reintegro totale delle maestranze al lavoro, al termine della cassa integrazione.

Gaetano Altieri, della Uilm Avellino

«ICS RIAPRE AD AVELLINO DOPO LA BONIFICA». Sulla questione restano vigili i lavoratori e le rappresentanze sindacali, fra cui la Uilm rappresentata da Gaetano Altieri. “Se il Ministero accetterà l’istanza e l’Ics riaprirà ad Avellino, tutti e 27 i lavoratori troveranno impiego al termine della cassa integrazione. Se a Roma la richiesta verrà respinta, la curatela fallimentare sarà costretta a fare un passo indietro rispetto ai propositi annunciati e l’accordo salterebbe” ha spiegato Altieri. “Al contrario, se invece il Ministero esprimerà parere positivo e aprirà la cassa integrazione per gli operai, saremo convocati a Roma per discutere nel dettaglio dell’accordo, che avrà poi una ratifica nazionale», aggiunge Altieri. Noi attendiamo lumi sulla vicenda per capire come procedere.

I Vigili del Fuoco davanti allo stabilimento della ICS di Avellino, in fiamme il 13 settembre 2019

BONIFICA IN VISTA PER LA ICS DI PIANODARDINE. Per Gaetano Altieri la posta in gioco è rilevante per il futuro industriale della provincia di Avellino. «L’imprenditore Civitillo ha sempre confermato che la Ics riaprirà ad Avellino, e che una volta ottenute le carte per il dissequestro, provvederà ad avviare i provvedimenti per la bonifica e quindi per nuovi investimenti». La Uilm non trascura la portata della sfida. «Il vasto incendio che si è propagato a danno dell’azienda ha provocato non pochi danni, e non sarà operazione semplice mettere riparo e rilanciare” conclude. Vedere riaperto lo stabilimento, conclude, rappresenterebbe una vittoria per l’intero sistema industriale di Avellino e dell’Irpinia.


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