Convention Dc, Sudisti: alternativa a Sovranisti e Sardine

La sfida del Movimento dei Sudisti: «Creeremo le basi per la formulazione di un nuova realtà politica che si collochi al centro, la quale si ispiri alla filosofia politica della DC, ossia alla sua anima popolare e cristiana»

In vista della Convention DC, i Sudisti Italiani annunciano l’adesione alla manifestazione organizzata a Roma il 18 gennaio «per creare il nuovo centro popolare, alternativo alla destra sovranista e alla sinistra delle sardine». E spiegano le ragioni con l’intervento che segue, firmato da Biagio Maimone.

La riunione della Fondazione Dc che ha sancito lo scioglimento del Cdu

di Biagio Maimone

“Ci presenteremo ufficialmente, sabato 18 gennaio prossimo, alla Convention Dc indetta da Rotondi e Cesa” – dichiarano i vertici del Movimento dei Sudisti Italiani, che hanno deciso di farsi conoscere il giorno della grande reunion dei movimenti che si ispirano alla filosofia dell’ormai cessato partito politico  Democrazia Cristiana, organizzata da Gianfranco Rotondi e Lorenzo Cesa. “Non vi è occasione migliore di questa – affermano –  per presentarci e non si tratta di commemorare o rievocare la Democrazia Cristiana, con l’intento di  resuscitare un partito, semmai di creare le basi per la formulazione di un nuova realtà politica che si collochi al centro, la quale si ispiri alla filosofia politica della Democrazia Cristiana, ossia alla sua anima popolare e cristiana.

Gianfranco Rotondi e Giuseppe Gargani

Sarà una formazione politica che intende accogliere anche il mondo laico, nel rispetto di tutte le religioni, che guarderà ai lavoratori, alle classi più deboli della società e che favorirà anche la crescita del processo di industrializzazione dell’Italia e, quindi, dei  processi economici che riguardano la nostra nazione. Si intende creare una vera alternativa all’attuale classe politica che vede la destra sempre più dirigersi verso posizioni autoritarie e una sinistra far leva sulle manifestazioni colorate delle sardine, perché priva di veri strumenti per contrapporsi all’avanzare del sovranismo, che poco possono fare per costruire una vera realtà politica. Noi Sudisti crediamo che il Sud, attraverso la creazione del nuovo centro popolare possa crescere insieme al Nord: si potranno, in tal modo, porre le basi per un miglioramento effettivo della realtà socio-economica del nostro Paese. Più lavoro nel Sud Italia, più trasporti, no al  razzismo,  no alle discriminazioni e meno privatizzazioni selvagge come quella della sanità pubblica che si sta dirigendo sempre più verso il modello privato americano. Intendiamo far  rinascere in Italia  un modello politico come lo era la Democrazia  Cristiana, irrobustito da idee innovative, veicolate da nuovi esponenti politici, con l’ausilio della competenza  di una parte della vecchia classe politica.

Alcide de Gasperi parla alla folla dal balcone della sede della Democrazia Cristiana a Roma, il 21 aprile 1948 dopo la storica vittoria elettorale di quell’anno, quello della Costituzione Repubblicana

Non si può negare che l’ex partito politico  Democrazia Cristiana  ha ricostruito l’Italia del dopoguerra rendendola fiorente ed emancipandola, da Nord a Sud: noi vogliamo fare altrettanto andando oltre gli slogan e ponendoci come vera forza politica alternativa alle forze sovraniste e alla sinistra, annacquata e debole dal punto di vista dei contenuti. I giovani, che attualmente sono distanti dalla politica in quanto hanno perso la fiducia, potranno finalmente identificarsi con  un progetto i cui valori sono universali  e ricreare uno Stato vicino ai cittadini e sensibile nei confronti delle fasce deboli, lasciate allo sbando. Non si può negare che le città del Sud Italia sono povere e molta parte della popolazione non ha neppure la possibilità di vivere una vita dignitosa: sono come il terzo mondo. Intendiamo creare un  nuovo centro popolare e dar vita ad  un impegno  politico a cui tutti possono partecipare, non certamente ‘online’, ma attivamente. Sarà un impegno meraviglioso perché diretto alla creazione di un’economia dal volto umano”.


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