Riconversione dell’ex Map a Solofra, no della Provincia. Il Sindaco accusa: veto politico, ora battaglia legale

Michele Vignola reagisce con veemenza allo stop in conferenza dei servizi. Bloccato lo stralcio dal piano regolatore Asi di una porzione industriale inutilizzata del Distretto conciario. Il Comune puntava ad utilizzarla per logistica e terziario

No della Provincia alla riconversione dell’ex Map a Solofra. Il Sindaco Michele Vignola non ci sta a vedersi bloccare una delle previsioni chiave del suo Puc e accusa il Presidente Domenico Biancardi di aver posto un veto politico. Preannuncia una battaglia legale in tutte le sedi, con un post su Facebook rivolto ai cittadini.

Il Sindaco di Solofra, Michele Vignola

“La Provincia di Avellino ha posto il diniego sulla variante planimetrica che prevede lo stralcio delle ex Aree Map ed ex Juliani dal Piano Territoriale Asi”, annuncia Michele Vignola in un post su Facebook. Bloccata la cessione di questi suoli al Comune di Solofra, quindi salta anche il cambio di destinazione d’uso previsto dall’ente di Palazzo Orsini. Vignola definisce la scelta della Provincia un colpo di scena, visto che sulla questione c’era stata “la preliminare condivisione della variante della stessa Provincia, con il parere positivo espresso da Asi, Asl Avellino, Genio Civile, Soprintendenza e Comune di Solofra”. Il Sindaco attacca frontalmente l’Amministrazione di Palazzo Caracciolo, formulando accuse politiche. “Ha tenuto in questi mesi un atteggiamento ostruzionistico e ha, tra le altre cose, calendarizzato la seduta conclusiva l’ultimo giorno utile”, perchè secondo il sindaco “c’era l’intento di bloccare il percorso costruito in questi anni”. Vignola ha polemizzato con il Presidente della Provincia Domenico Biancardi ma anche con “qualche consigliere che rivendica fedeltà e vicinanza al Governatore De Luca”, ma guarda “alla destra leghista che proprio nel Presidente della Provincia trova il suo massimo esponente in Irpinia”, si legge nel post su Facebook di Vignola. Per Il Sindaco di Solofra il blocco della variante, che avrebbe consentito il ridisegno dell’area industriale cittadina è “un colpo al Distretto che non servirà”, perchè “agiremo in tutte le sedi per tutelare i diritti sacrosanti di Solofra e dell’Irpinia”.

L’area industriale di Solofra, scorcio del polo conciario

LA PREVISIONE DEL PUC BLOCCATA.  Recuperando al Puc di Solofra una parte dell’area industriale oggi inutilizzata, l’obiettivo della Amministrazione comunale di Solofra era ed è riportare sotto la competenza del Comune un’area non più industriale per la sua riconversione produttiva nel contesto urbano. L’area dell’ex Map a Solofra, prossima all’imbocco autostradale, e l’insediamento ancora attivo in località Sant’Agata attraversato dalla linea ferroviaria per Salerno (interessata dai lavori di ammodernamento ed elettrificazione previsti dalla Regione Campania) dovrebbero diventare punti di snodo intermodale del traffico merci e passeggeri, in transito dalle zone costiere a quelle interne e viceversa. L’operazione ha il pieno consenso del Consorzio Asi e attendeva quello della Provincia. Non è un caso che il Comune di Solofra abbia per tempo inviato osservazioni al Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, redatto a Palazzo Caracciolo, per la riqualificazione della linea ferroviaria.

A destra Palazzo Orsini, sede del Comune di Solofra. A sinistra la Collegiata di San Michele, uno dei simboli della città di Solofra

OBIETTIVO: UNO SVILUPPO ECONOMICO INTEGRATO DA LOGISTICA, TERZIARIO E COMMERCIO. L’intento dell’amministrazione è attrezzare adeguatamente la cittadina, al fine di convogliare in loco attività terziarie di logistica, ma anche offrire una tappa intermedia dei circuiti turistici che vertono su Salerno e sulla Costiera Amalfitana o anche quelli del Napoletano. A questo scopo sono stati immaginati una serie di investimenti e di interventi per poter valorizzare la collina del castello, oggi privata, rendendola fruibile ai visitatori, con la realizzazione di un parco e di sentieri. Con il sistema della perequazione infatti si punta ad effettuare uno “scambio di diritti” tra privato ed ente pubblico, per recuperare un bene architettonico e restituirlo alla comunità, delocalizzando in altro sito i diritti del proprietario.


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