Il tesseramento Pd ad Avellino vale 100mila euro. Record per l’Irpinia

Con adesioni stimate tra le 4mila e le 4500, la federazione di Avellino a parità di iscrizioni incrementa l'incasso dell'anno scorso, grazie alla tessera più cara. Un tesoretto per il bilancio sotto la responsabilità del commissario provinciale

La targa del Partito Democratico all'ingresso della sede nazionale

Il tesseramento Pd ad Avellino vale quasi 100mila euro. Un record in l’Irpinia per quanto riguarda l’incasso. Secondo le proiezioni più prudenti verranno certificate 4mila adesioni per il 2019. In questo caso, considerando il costo di 23 euro a tessera, il Pd irpino incasserebbe 92mila euro. Altri prevedono che il dato finale si attesterà su livelli più alti, stimando in 4500 le adesioni complessive (in Valle Caudina ci sono ancora due finestre utili per iscriversi fino a domenica, concesse per l’alluvione di fine dicembre). In questo caso si supererebbe quota 100mila, toccando i 103.500 euro. Un incremento enorme rispetto allo scorso anno per il partito di via Tagliamento, benchè il numero degli iscritti su base provinciale sia sostanzialmente lo stesso. Il risultato economico più favorevole è determinato dal costo rideterminato della tessera. Come è noto, è consentito alle federazioni provinciali di rideterminare al rialzo il costo dell’iscrizione, che sul piano nazionale è fissata in 15 euro. In provincia di Avellino la tessera del Pd costa 23 euro, ma ci sono città dove il prezzo è ben più elevato. A Milano e Bologna la tessera costa 30 euro, a differenza di Palermo e Modena dove costa solo 15. A Napoli sale  a 22, mentre il record assoluto è stato raggiunto a Roma: 60 euro rispetto ai 30 di un anno fa, scelta obbligata dai problemi finanziari della federazione capitolina. La possibilità di incrementare la quota base di 15 euro è stata concessa dal Pd nazionale proprio per venire incontro alle esigenze di bilancio delle singole federazioni. La quota, come si è visto, non segue l’andamento del reddito pro capite, ma risponde esclusivamente a equilibri di biiancio.

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico ad Avellino

Per il commissario provinciale Aldo Cennamo il dato rappresenta nello stesso tempo una soddisfazione, ma anche una responsabilità. È una soddisfazione il numero di tesserati raggiunto quest’anno, in continuità con l’anno precedente nonostante la fase di prolungato commissariamento. Se la partecipazione invariata è certamente segno della volontà di arrivare ad un vero congresso da parte della base, la riconferma delle iscrizioni è anche una attestazione di fiducia nella trasparenza del segretario facente funzione. Per Cennamo è però anche una responsabilità perchè, a differenza di quanto accade nelle altre federazioni a regime ordinario, il commissario avellinese è anche il tesoriere del partito in Irpinia. Con i poteri commissariali conferitigli dal segretario nazionale Nicola Zingaretti, infatti, sostituisce tutti gli organismi dirigenti, sciolti da una sentenza del tribunale e, quindi, impossibilitati a proseguire nelle responsabilità attribuite dal congresso invalidato dal giudice. Con la celebrazione del congresso la responsabilità passerà al nuovo tesoriere, da statuto eletto direttamente dalla assemblea. Salvo nel caso di un ulteriore temporeggiamento sulla convocazione dell’assise (che dovrebbe essere avallato però da Roma), il commissario dovrebbe a questo punto nominare un nuovo tesoriere, scegliendolo al di fuori degli organismi sciolti dal tribunale. Al momento, comunque, è lui l’unico titolato a gestire i fondi raccolti, mentre si avvicina la camoagna elettorale per le elezioni regionali. In attesa della ufficializzazione dei dati finali e definitivi sul tesseramento in provincia di Avellino, sia in termini di adesioni che di incasso realizzato, il Pd si segnala come il partito più ricco per merito dei suoi iscritti.


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