Spiraglio alla Fib Sud di Nusco, le parti in Prefettura

Convocati per oggi, martedì 7 gennaio, il giudice fallimentare del tribunale di Avellino, insieme al curatore fallimentare della Mp e all'imprenditore Civitillo del Gruppo Seri. Gli operai: "Non possiamo richiedere ammortizzatori sociali, perchè non siamo stati licenziati, nè assunti"

Fib Sud di Nusco

Spiraglio alla Fib Sud di Nusco, il Prefetto ha convocato le parti per oggi, martedì 7 gennaio. Il Prefetto Vicario Silvana D’Agostino incontrerà la giudice Grasso del tribunale di Avellino unitamente al curatore fallimentare della Mp Marina Pierno, e al presidente della Fib Sud Civitillo, per tentare di favorire una soluzione alla grave emergenza occupazionale apertasi presso l’azienda di Contrada Fiorentine. Il sit in degli operai di ieri mattina lungo il Corso Vittorio Emanuele di Avellino e diretto presso l’Ufficio Territoriale di Governo ha smosso le acque. I lavoratori sperano ora in un cambio di passo del Gruppo Se.Ri., che dal 1° gennaio scorso ha “restituito” l’intero portafogli della manovalanza alla curatela fallimentare della Mp, dichiarando la disdetta del contratto di fitto di ramo d’azienda. Una decisione che il giudice fallimentare di Avellino ha respinto, in quanto il contratto di fitto stipulato per 5 anni e rinnovabile per ulteriori 5, è stato automaticamente rinnovato. Stando al giudice fallimentare e al curatore, Civitillo non può affidare i 27 operai alle responsabilità della vecchia azienda, la Mp, sottoposta a curatela.

Il Prefetto Vicario di Avellino, Silvana D’Agostino

“A dicembre il titolare della Fib Sud ci ha scaricato: ha dichiarato la cessata attività, e ha confermato di volere restituire alla curatela gli operai, sciogliendo il contratto di fitto do ramo d’azienda” spiegano i dipendenti dopo l’incontro con la Vicaria del Prefetto Silvana D’Agostino. “L’imprenditore sostiene che i bilanci registrano un passivo, e che non si ha convenienza a investire in Irpinia. Il materiale invenduto crea delle perdite che danneggiano l’azienda, mentre l’est europeo è sicuramente un mercato più conveniente”. Al Gruppo Seri fa capo anche la Ics di Pianodardine, avvolta dalle fiamme lo scorso settembre, e che insieme alla Fib Sud di Nusco alimentava la catena di produzione delle batterie destinate all’assemblaggio degli stabilimenti di Bergamo. Mentre a Pianodardine si producevano gli involucri delle batterie, a Nusco si produce la batteria finita. “Noi abbiamo già sfruttato gli ammortizzatori sociali, e ora siamo senza lavoro. Non possiamo avanzare nessuna domanda di sostegno, perchè non siamo nè assunti e nè licenziati. La nostra è una vicenda complessa che dovrà risolvere la Prefettura e le sigle sindacali” continuano. “Nel 2018 sono iniziate le prime tensioni fra noi operai e imprenditore, perchè è stato trasformato il nostro contratto di lavoro da full time a part time. Non volevamo firmare, ma poi abbiamo ceduto. Dopo il rogo della Ics di settembre a Pianodardine, il titolare ci ha informati che le sue intenzioni prima dell’incendio, erano quelle di presentare un nuovo piano industriale, con il trasferimento degli operai da Nusco: 10 ad Avellino e gli altri a Calitri, al nuovo stabilimento, congelando la produttività dell’azienda di Nusco per un anno, e smaltire gli stok. Poi l’incendio ha rimesso tutto in discussione. Il sito è stato dissequestrato, ma si attende la bonifica e i tempi saranno lunghissimi”.

Il Palazzo di Governo al corso Vittorio Emanuele II ad Avellino

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