Un treno Freccia Rossa in corsa

L’Alta Capacità Bari-Napoli sarà tutta in cantiere nel 2020. Ma nel 2023 sarà già percorsa dai treni. Lo ha detto Vincenzo De Luca a Benevento, concludendo la giornata di studi dal titolo: «Campania: dalla prima ferrovia in Italia alla prima ferrovia sostenibile in Europa», promossa dall’Unisannio. «A parte i lavori in corso, relativamente alle tratte Napoli-Cancello e Cancello-Frasso Telesino, disponendo della intera copertura finanziaria, pari a 6,2 miliardi di euro, non ci saranno problemi a veder terminata l’opera entro il 2023», ha affermato il Governatore della Campania. De Luca ha definito emblematica quest’opera per il Mezzogiorno. Va in cantiere una infrastruttura strategica per il Mezzogiorno «proprio nel momento in cui l’intero Paese è precipitato nella stagnazione e la classe dirigente del Paese è a tutti i livelli inadeguata». Per il Governatore rappresenta «il segno della tenacia e della combattività del popolo meridionale». De Luca ha toccato vari temi politici, non disdegnando frecciate al Movimento Cinque Stelle e alla Lega, concludendo che «Sannio e Irpinia con l’Alta capacità hanno una straordinaria opportunità, ma a patto che attorno a questa infrastruttura in cantiere per lo sviluppo nasca il lavoro». A Benevento è stato presentato il progetto complessivo dell’Alta Capacità Napoli Bari e l’investimento da 6,2 miliardi di euro sulla maggiore opera infrastrutturale del Mezzogiorno dopo il sistema autostradale A1-A2-A3-A16-A30. «Campania: dalla prima ferrovia in Italia alla prima ferrovia in Europa». In vista dell’arrivo di venerdì a Grottaminarda del Commissario per la Napoli Bari, l’Ad di Rfi, Maurizio Gentile, sono state illustrate le caratteristiche di un’opera unica nel suo genere, premiata con l’Envision per la sua sostenibilità.

Alta capacità in Irpinia. Tratta Hirpinia Apice della linea ferroviaria Ac Napoli Bari: Il viadotto previsto nei pressi di Merito Irpino

IL PROGRAMMA. Il programma è stato introdotto dai saluti: del sindaco di Benevento Clemente Mastella; del presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria; del Rettore dell’Università del Sannio Gerardo Canfora; del presidente del CUR Elda Morlicchio; del presidente della Camera di Commercio di Benevento Antonio Campese. I lavori si sono sviluppati sulle relazioni di: Lucio Menta, referente del Progetto Napoli-Bari; Luigi Evangelista, direttore Commesse Captive; Mariano Gallo, professore di Ingegneria dei Sistemi di Trasporto dell’Università del Sannio; Ugo Pannuti di ICMQ; Maria Grazia Falciatore, vicecapo del Gabinetto del Presidente e responsabile della Programmazione Unitaria della Regione Campania. Nel pomeriggio sono intervenuti: Filippo de Rossi, delegato per l’Accordo CUR-Regione Campania e da Giuseppe Marotta, coordinatore del Tavolo Regione Campania su Ferrovia Napoli-Bari, Università del Sannio. Nel corso della giornata, altri contributi sono venuti da: Roberto Pagone, responsabile Direzione Investimenti Area Sud di RFI; Lorenzo Orsenigo, direttore generale ICMQ, i sindaci dei territori sanniti interessati dall’attraversamento della AV/AC Napoli-Bari; il presidente di Confindustria Benevento Filippo Liverini e Costantino Boffa, responsabile dei rapporti con i territori interessati dalla ferrovia Napoli-Bari. Il convegno, organizzato dall’Università del Sannio e promosso dal CUR-Coordinamento delle Università della Campania, in collaborazione con Regione Campania, ICMQ e RFI-Rete Ferroviaria Italiana.

La stazione Hirpinia nel territorio tra Grottaminarda e Ariano Irpino, sulla tratta Apice-Hirpinia, primo stralcio relativo al raddoppio Apice-Orsara sulla linea ferroviaria di Alta Capacità Napoli Bari. Rendering Italferr

ALTA CAPACITÀ NAPOLI BARI, SOSTENIBILITÀ, IL PRIMO PROGETTO FERROVIARIO AL MONDO. La linea ferroviaria ad Alta Capacità è uno dei 49 progetti al mondo ad essere stato certificato per sostenibilità dalla Envision, «il primo sistema di rating per realizzare infrastrutture sostenibili attraverso una griglia di analisi, adattabile a qualunque progetto di sviluppo infrastrutturale», come ricordano dalla agenzia. «La Napoli-Bari è la prima grande infrastruttura ferroviaria italiana che è stata sottoposta ad una procedura di certificazione di qualità», aveva fatto sapere nella scorsa primavera la Regione Campania in una nota, amnunciando il riconoscimento ottenuto. «Il dossier è stato curato da Rfi e dalla Regione Campania con il supporto scientifico delle sette Università della Campania attraverso il Tavolo Cur. La certificazione ha valutato l’impatto dell’infrastruttura sul territorio interessato  in termini di apporto allo sviluppo e all’occupazione». La certificazione viene considerata un risultato significativo dal Governo di Palazzo Santa Lucia, anche in considerazione del fatto che fotografa l’alto consenso raccolto dal progetto sui territori sia a livello istituzionale che tra la gente. «Come Regione abbiamo prodotto uno straordinario lavoro di concertazione sociale e istituzionale – curato da Costantino Boffa, consigliere del Presidente – e abbiamo creato le condizioni di condivisione dell’opera. Non a caso le Conferenze di Servizi svolte si sono concluse con una votazione unanime: i 35 Comuni della Campania interessati e le quattro Province hanno adottato Delibere di Consiglio tutte favorevoli al Progetto.

Luca Cascone, Presidente della Quarta Commissione regionale ai Trasporti accanto al Governatore Vincenzo De Luca in occasione della conferenza stampa sugli investimenti della Campania nel sistema di trasporto pubblico regionale

Questo dimostra che una grande infrastruttura si può e si deve realizzare con il consenso e che la discussione con i territori non rallenta ma velocizza l’attuazione dell’opera». Si tratta di un successo basato su ragioni precise. «La ferrovia Napoli-Bari ha ottenuto la certificazione di qualità perchè è stata concepita come un’opera che connette e non attraversa i territori», ed «è stata ideata non solo come un’infrastruttura di trasporto ma come un’infrastruttura multifunzionale di sviluppo, che si integra con la rete elettrica e quella digitale e prevede lungo il tracciato la connessione con le aree industriali e produttive, generando iniziative logistiche nelle aree interne del Sannio e dell’Irpinia che la Regione ha già individuato come aree Zes», spiegò allora Costantino Boffa, consigliere del Presidente per le tematiche inerenti la realizzazione della Napoli-Bari. «Il lavoro delle Università certifica che la Napoli-Bari, agganciando le aree  interne ai grandi corridoi dei trasporti e accorciando notevolmente le distanze tra le grandi aree metropolitane del Sud e riducendo i tempi di percorrenza con Napoli e Roma, avrà l’effetto di frenare il decremento demografico e invertire la tendenza allo spopolamento attraverso una rivitalizzazione dei Comuni interessati alla ferrovia».

Costantino Boffa, consigliere del presidente della Regione Campania per gli aspetti relativi alla realizzazione della linea ferroviaria Na-Ba e con particolare riferimento alle opere infrastrutturali, ai progetti di sviluppo e riqualificazione dei territori interessati e ai connessi accordi di programma con gli enti competenti

In questo quadro, l’opera viene inquadrata come uno strumento per favorire lo sviluppo e l’ammodernamento di un territorio.«La certificazione premia la scelta di concepire una ferrovia rispettosa dell’impatto con il territorio e l’ambiente» e si spiega: «La tratta certificata attraversa Parchi naturali e zone agricole di vigneti pregiati della valle telesina e le soluzioni progettuali adottate, in accordo con i Comuni e gli Organi preposti alla tutela ambientale e paesaggistica, hanno tenuto conto del rispetto del pregio e del valore delle aree interessate. Anzi la ferrovia può portare un valore aggiunto a questi territori, in termini economici e ambientali, attraverso lo spostamento su ferro del trasporto delle merci dalla strada».Infine, si rimarca la collaborazione tra Regione Campania e Rfi: «La Regione ha lavorato con Rfi per il raggiungimento di questo importante risultato», spiega il Presidente Vincenzo De Luca.


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Alta Capacità Bari-Napoli in cantiere ne 2020, Rfi presenta l’investimento da 6,2 miliardi

Envision si racconta

Il sito di Envision, collegati al sito web | La scheda di Envision. Il Protocollo Envision® è il primo sistema di rating per realizzare infrastrutture sostenibili attraverso una griglia di analisi, adattabile a qualunque progetto di sviluppo infrastrutturale. Envision® è uno strumento di valutazione indipendente, in grado di supportare concretamente imprese, progettisti, amministrazioni pubbliche e cittadini nella progettazione delle infrastrutture. Sotto il profilo dell’efficacia dell’investimento, del rispetto dell’ecosistema, del rischio climatico e ambientale, della durabilità, della leadership e del miglioramento della qualità della vita, Envision® guarda in modo olistico allo sviluppo dell’infrastruttura e alla sua sostenibilità a lungo termine. Con Envision® è possibile progettare e realizzare strade, ferrovie, porti, aeroporti, elettrodotti, centrali per energia, reti di comunicazione, etc, basandosi sulla misurazione oggettiva dei vantaggi che il progetto stesso ha nei confronti della comunità, delle capacità gestionali e manutentive durante tutta la sua vita utile e sull’opportunità di compartecipazione tra capitali pubblici e capitali privati.

La storia di Envision. Envision® nasce dalla collaborazione tra ISI, Institute for Sustainable Infrastructure, una organizzazione non profit con sede a Washington, nata appositamente per sviluppare sistemi di rating di sostenibilità per le infrastrutture civili, e lo Zofnass Program for Sustainable Infrastructuredella Graduate School of Design dell’Harvard University. Promosso negli USA proprio da ISI, Envision® è arrivato in Italia su iniziativa congiunta di ICMQ – Organismo di Certificazione specializzato nel settore delle costruzioni – e di Stantec, leader nella consulenza e progettazione ingegneristica e architetturale.

La mission di Envision. ICMQ S.p.A. è un Organismo di Certificazione indipendente partner di alcune importanti associazioni a livello internazionale. Eroga servizi di certificazione e controlli lungo l’intera filiera per i sistemi di gestione aziendale, il metodo BIM, la sostenibilità degli edifici e delle infrastrutture (protocolli LEED, Itaca, BREEAM, ENVISION®) e dei prodotti (EPD, Carbon footprint), la validazione dei progetti/controlli tecnici delle opere e delle competenze professionali relative a norme UNI o specifiche tecniche volontarie.

Il Gruppo Stantec conta 22.000 dipendenti in oltre 400 uffici in tutto il mondo. I suoi esperti vantano un approccio multidisciplinare verso la consulenza e l’ingegneria ambientale, l’ingegneria per le infrastrutture, l’architettura e la progettazione urbanistica, rivolgendosi principalmente a clienti privati sia nazionali sia internazionali, come banche e fondi di investimento, utilities, società del settore petrolifero e manifatturiero e PMI. Presente in Italia dal 1943, il Gruppo opera nel nostro Paese attraverso la società Stantec S.p.A.

La visione strategica di Envision. Ragionando su un orizzonte di lungo periodo con un approccio di assoluta terzietà, Envision® apre di fatto un nuovo spazio di dialogo e confronto, a beneficio di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di un’opera infrastrutturale. Obiettivo del sistema Envision® è quello di fornire uno strumento da utilizzare per la misurazione dei parametri di sostenibilità di un progetto, attraverso un percorso di self-assessment (autovalutazione) che può proseguire con la registrazione del progetto, la sua valutazione, la verifica ad opera di un Organismo di Terza Parte indipendente e, infine, la certificazione. L’approccio collaborativo sostenuto dal sistema Envision® si traduce nella garanzia dei tempi decisionali e realizzativi, nella definizione dei fattori fondamentali per attrarre capitali privati e per rendere redditizi gli investimenti pubblici.


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