«Il Pd irpino è in ricostruzione», Cennamo: fuori (tutti) i picconatori

ULTIMO AVVERTIMENTO (NON SOLO) AL SINDACO DI AVELLINO. L'appello alle istituzioni locali «a partire dal Comune capoluogo», perché «mettano in campo lo stesso impegno profuso dal Pd per indicare un progetto di futuro per il nostro territorio»

«Il Pd irpino è in ricostruzione» afferma il commissario provinciale di Avellino Aldo Cennamo, che mette in guardia da polemiche e picconatori. Con il nuovo tesseramento si è posto il primo mattone della riedificazione di un partito che «ha visto cadere 2 segretari; un direttorio» oltre ad aver subìto un commissariamento in precedenza. Interviene attraverso una nota per replicare ad «alcune dichiarazioni polemiche rese alla stampa a seguito dell’assemblea del PD, svoltasi preso il Regina Place Hotel», come premette nel suo comunicato.

Pd irpino riunito in via Tagliamento per l’insediamento presso il Coordinamento provinciale del Commissario Aldo Cennamo. Nella foto, da destra a sinistra: Enzo De Luca, Gianluca Festa sindaco di Avellino, Giuseppe Di Guglielmo ex segretario provinciale, Michelangelo Ciarcia Presidente dell’Alto Calore Servizi, poi, Luca Cipriano

IN ATTO UN TENTATIVO DI DELEGITTIMAZIONE. «Non sono sorpreso delle polemiche. Sono un po’ seccato (eufemismo). Da un po’ di tempo a questa parte è in atto un costante tentativo di trascinarmi in sterili polemiche di cui non si avverte il bisogno», afferma Cennamo, che rilancia il suo ruolo al di sopra delle parti in una provincia dove svolge una funzione a termine su mandato del segretario nazionale.

CHI POLEMIZZA FORSE PUNTA A FAR RESTARE IL PARTITO NELLA PALUDE. Le polemiche per Cennamo sono forse un’arma utilizzata con lucidità e determinazione. Sono «le stesse polemiche che hanno fatto precipitare il PD nel baratro, se è vero che in sei anni ad Avellino, abbiamo visto cadere: 2 segretari; 1 direttorio; il commissariamento precedente al mio. Polemiche e artificiose divisioni non giovano né a chi le propone, né tantomeno al Partito. Chi le alimenta è a corto di idee, sfugge al confronto sui contenuti, non propone un progetto di futuro per questa realtà».

Il Sindaco di Avellino, Gianluca Festa

APPELLO A COSTRUIRE, METTERE DA PARTE I PICCONI. Il commissario provinciale è chiaro: il tempo di demolire è finito, perché ad Avellino il partito provinciale può solo ricominciare dalle basi, non ci sono più rendite di posizione da difendere. «Con il lancio della campagna di tesseramento abbiamo posto il primo mattone per la ricostruzione del Pd, accompagnando questo processo con uno sforzo di analisi puntuale e scrupolosa sulla preoccupante crisi economica e sociale del territorio irpino». Per questo, ha proseguito, c’è stato nel contempo lo sforzo «di indicare una prospettiva di futuro che affranchi l’Irpinia dalle incertezze e dai processi in atto di deindustrializzazione, spolpamento, desertificazione, accompagnati da una preoccupante ripresa dei flussi migratori».

RICHIAMO DIRETTO AL SINDACO DI AVELLINO, GIANLUCA FESTA. In questo scenario richiama alla responsabilità tutti, senza giri di parole. «Vogliamo augurarci che le Istituzioni locali, a partire dal comune capoluogo, mettano in campo lo stesso impegno profuso dal Pd per indicare un progetto di futuro per il nostro territorio». Una premessa fatta con tutti gli amministratori locali del partito, per arrivare a conseguenze precise: «Il trasversalismo, il trasformismo non trovano posto nell’arco dei valori e dell’idealità del Pd che intendiamo costruire. Appartengono alle stagioni politiche delle divisioni, delle lacerazioni che oggi vogliamo metterci nostre alle spalle».

Il Vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, ascolta con attenzione l’intervento del commissario provinciale Aldo Cennamo

«RISPETTARE LE REGOLE O SI È FUORI DAL PD». Chi non intende scegliere i Democratici convintamente, quindi, può proseguire altrove la propria esperienza. Il confronto democratico. Un passaggio, questo, nel quale Cennamo fa pesare il suo mandato nazionale. Parla da rappresentante di Nicola Zingaretti, come si coglie anche nel passaggio sul vincolo di appartenenza. «Al PD si aderisce liberamente, individualmente sulla base di principi, idee e di un programma politico condiviso. L’adesione che escluda questi presupposti non è obbligatoria per nessuno, tantomeno per i gruppi di pressione organizzati», puntualizza. «Sono i militanti, le donne ed i giovani che sono intervenuti all’assemblea di lunedì scorso, insieme a figure storiche del Centro Sinistra irpino, presenti al Virginia Hotel, che si sentono offesi da affermazioni e comportamenti che hanno il solo scopo di impedire il percorso di un reale cambiamento del PD». Di qui l’avvertimento sulle regole, non si interpretano, ma si rispettano: «Le regole alla base della democrazia e della vita interna del PD sono valide e si affermano quando sono da tutti ritenute essenziali per il raggiungimento di obbiettivi che guardano agli interessi generali, e non a quelli di parte. Chi non le condivide è fuori dal PD».

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