«Per un nuovo umanesimo», Marandino: al Goleto la summer school

Intervista al dirigente scolastico vice presidente del 'Centrum Latinitatis Europae', che annuncia il programma culturale del CLE a Sant'Angelo dei Lombardi presso l'Abbazia: «Il rinnovato cristianesimo di Papa Francesco bussola per liberare l'uomo dalla dittatura economica e tecnologica»

Romualdo Marandino, Vicepresidente/Vicedirettore statutario del CLE – con funzione di presidente nazionale, referente per le culture italiche e preromane, dirigente del Centro Studi CLE „De Sanctis“ (S.Angelo d.L. – AV), referente per la ricerca e l'editoria, referente attività al Goleto

«Solo un nuovo umanesimo può liberare l’uomo dalla dittatura economica e tecnologica», sostiene il professor Romualdo Marandino, Vicepresidente del ‘Centrum Latinitatis Europae’, che nell’intervista rilasciata a Nuova Irpinia, parla della necessità di uscire dall’oscurantismo in cui ritiene sia precipitata l’umanità, per inaugurare un nuovo rinascimento, fondato sulla centralità dell’uomo. «Il faro da cui prendere spunto è il messaggio di Papa Francesco, guida spirituale e politica del nostro tempo», spiega Marandino, che annuncia una «summer school goletana», con l’Università di Salerno, e un Festival della farsa popolare in Alta Irpinia.

Gli studenti della Princeton University in visita all’Abbazia del Goleto

IL GOLETO LABORATORIO DI PENSIERO E UMANESIMO. Le giornate di approfondimento all’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi promosse dal ‘Centrum Latinitatis Europae’ di concerto con il Comune e la Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi intendono offrire un contributo per accompagnare le giovani generazioni ad un cammino di formazione, «come segno concreto di speranza per un territorio e una popolazione che spesso è tentata di cedere le armi, ma che invece è chiamata ad una nuova primavera di umanesimo». Gli atti dei convegni, giunti alla quinta edizione, sono condensati nella collana «Cronache Goletane» curate da Romualdo Marandino e Monsignor Tarcisio Gambalonga, edite da Delta 3, e costruiscono una narrazione che trae spunto dalla storia e dalla ricerca, e che viene di volta in volta declinata al presente: la necessità di conoscere e approfondire il patrimonio culturale cristiano, non solo per riscoprire la fede religiosa e mettere in salvo la dignità umana, ma anche per trasferirlo alla dottrina politica e arginare il dominio dell’economia sull’uomo. Di seguito, l’intervista a Romualdo Marandino.

«Per un nuovo umanesimo». Il Professor Marandino, Vicepresidente del Centrum Latinitatis Europae: al Goleto la summer school

Preside Marandino, in quale evo stiamo vivendo?
«In questo momento l’umanità e i bisogni dell’uomo sono stati abbandonati, in luogo di una dittatura economica e tecnologica disumanizzante. La mia ‘deformazione’ Gramsciana mi permette di cogliere con disincanto la distruzione che ha portato il capitalismo: le necessità dei singoli sono stati dimenticate, come la tragica pagina dell’emigrazione dimostrazione evidentemente».

Nutre speranze per una via d’uscita?
«La cultura, il pensiero, l’osservazione, lo studio. Coltivare l’umanità, quindi l’umanesimo, è la risposta da sempre nella vicenda dell’uomo sulla terra. La speranza risiede nel pensiero lucido e consapevole».

Un colonnato del Foro pompeiano

Il ‘Centrum Latinitatis Europae’, di cui lei è vice presidente, promuove occasioni di studio, approfondimento e dialogo, partendo dal pensiero antico. Le sue attività si innestano in questa esigenza?
«Per guardare avanti non si deve smarrire la traccia del cammino percorso. Il pensiero evolve, quindi la sorgente da cui è scaturito originariamente è preziosa per il domani».

Il cristianesimo ha una sua forte centralità anche nel nuovo umanesimo.
«È interessante dare una continuità storica del potere temporale della chiesa, nel periodo intercorso dal mondo greco-latino al cristianesimo. Nella tradizione ecclesiastica ha prevalso la linea del cristianesimo che scaccia il paganesimo, ma in realtà è proprio su quest’ultimo che si innesta il cristianesimo e modifica alcuni suoi aspetti».

Senofane

Continui.
«Ho potuto cogliere attraverso i miei studi, che il monoteismo era una dottrina già adottata molto tempo fa, come dimostra il monoteismo di Senofane di Colofone che arrivò in Italia e sostenne che Dio è unico, così come dimostrano anche contatti con culture israelitiche, brahamiste e buddiste, che riconoscono il monoteismo. Il nostro tentativo in questa sede, è di sottolineare la continuità sostanziale fra il vero messaggio più greco che romano e, il cristianesimo. In questo contesto non è mai mancata una attenzione particolare al contesto geografico di riferimento, ovvero all’Alta Irpinia, dove pure sono venute fuori tracce e testimonianze interessanti».

Quali, ad esempio?
«In Alta Irpinia sono già stati fatti degli studi in questo senso: nel IV secolo dopo Cristo c’erano villaggi che veneravano le divinità pagane, mentre troviamo tracce del cristianesimo nello stesso periodo in altri luoghi, grazie alle vie commerciali. Per questioni di natura geografica l’Alta Irpinia restava fuori da queste rotte, diversamente da Aeclanum, grazie alla Via Appia. In fondo non bisogna meravigliarsi: anche oggi la tecnologia e la ricerca corrono più veloce dove c’è un maggiore e più intenso traffico di persone».

Papa Francesco nella Sala delle Udienze Papali

Oggi si fa un gran parlare del Cristianesimo come di una arca con cui salvarsi dal diluvio, base per il nuovo umanesimo: è al centro del nuovo manifesto culturale abbracciato anche da una nicchia di imprenditori illuminati, così come dallo stesso Premier Giuseppe Conte. Vorrebbero importare dal dogma religioso pilastri su cui rifondare una dottrina politica, che abbia l’uomo al suo centro. Lei cosa ne pensa?
«Il cristianesimo ha assunto un aspetto convenzionale dogmatico con il Concilio di Nicea. Quelli che noi definiamo eretici non possono essere considerati tali. Oggi facciamo riferimento a due grandi personaggi: il primo è Francesco D’Assisi oggi recuperato da Papa Francesco per liberare il cattolicesimo; e il secondo è Lutero, che ha fatto la sua parte, e che ha portato il Cristianesimo alla riforma. Oggi è il Papa a modernizzare la dottrina».

Quindi Papa Francesco sta indicando un nuovo orizzonte per il Cristianesimo nei tempi secolarizzati che viviamo. Ma qual è?
«Modificare il giudizio sugli altri, sulla società; il giudizio degli uomini su altri uomini. Dovremmo interrogarci su chi ha dato agli uomini il potere di giudicare. Oggi accusiamo i popoli di genocidio, senza considerare che anche i cattolici si sono macchiati dello stesso crimine in passato. Sgomberare il campo da giudizi storici e rileggere la storia in termini nuovi ci aiuterà ad abbattere i muri anzichè a costruirli. Vuol farci uscire dal nuovo medioevo ideologico che abbiamo costruito intorno a noi».

Il cuore di Sant’Angelo dei Lombardi sgretolato dal terremoto del 23 novembre 1980. Su quest’area non è stato ricostruito il fabbricato (peraltro nuovo) allora crollato

Ma c’è davvero lo spazio per un nuovo rinascimento?
«Dovremmo impegnarci tutti e lavorare per costruire il senso delle comunità, ma anche per mettere in comune le cose. Prevale l’egoismo e l’individualismo, ma non c’è necessità di stare sulla difensiva. Purtroppo bisogna aggiungere che uno degli effetti prodotti dal terremoto del 1980 è stato proprio il ripiegamento su se stessi, una estrema necessità di salvaguardarsi, smarrendo quel senso di comunità che prima ci contraddistingueva. Si tratta di una forma di autodifesa naturale, che si scontra poi con una condizione politica generale, che guarda al sovranismo invece di costruire solidarietà».

La nuova dottrina del Cristianesimo può arginare questa deriva?
«Il messaggio della Chiesa cattolica si offre come argine a questa deriva. non a caso è stata presa di mira. E ci sono anche altre religioni che si stanno muovendo nella stessa direzione del Vaticano. Si registra un atteggiamento nuovo, ed è altrettanto necessario riprendere l’educazione alla solidarietà e alla condivisione. Non a caso il tema delle giornate studio promosse al Goleto è stato ‘De humanitate confirmanda’. L’umanità va riscoperta, rafforzata nella fraternità e nella solidarietà».

A Sant’Angelo dei Lombardi sorge la splendida Abbazia del Goleto

Oggi non solo la Chiesa ma anche la politica spinge per un rinnovato umanesimo, che possa ribaltare il ruolo centrale del mercato e dell’economia a vantaggio della centralità dell’uomo e dei suoi bisogni. Crede che l’Irpinia possa diventare un laboratorio di sperimentazione in tal senso?
«L’Irpinia sta vivendo una grande crisi culturale. Lavoro con l’Università di Salerno per aprire una summer school presso l’Abbazia del Goleto e preparo altre iniziative di rilevanza nazionale, che possano coniugare la giusta visibilità del grande patrimonio artistico e culturale ad una peculiarità. In questa cornice si inserisce il più ampio progetto del Festival della farsa popolare, che avrebbe la possibilità di allestire un autentico palcoscenico culturale e a catturare l’attenzione degli studiosi di tutta Europa».

La cultura è l’avanguardia della politica, quindi?
«La cultura struttura e rende efficaci le idee, che hanno bisogno di corpo, braccia e gambe per incidere nella società. È quindi necessario che un gruppo impegnato e illuminato faccia la sua parte: le grandi rivoluzioni culturali non sono mai state condotte nella storia da sommosse popolari, ma è necessario un nuovo illuminismo che possa ribaltare gli schemi. Possiamo citare esempi validi senza tornare troppo indietro nel tempo: siamo reduci della stagione straordinaria del neorealismo, partita con l’impegno di pochi, per essere poi condivisa a livello mondiale…».


Centrum Latinitatis Europae | http://www.centrumlatinitatis.org


Romualdo Marandino presenta i suoi studi sulla Magna Grecia presso Liceo Classico “Walther von der Vogelweide” di Bolzano | 16-17 novembre 2019


La sua Magna Grecia

Romualdo Marandino parlerà dei suoi affascinanti studi sul ruolo della Magna Grecia nella storia europea venerdì, 15 novembre (dalle 14.30 alle 16): incontro per studenti e sabato, 16 novembre (9 – 11): incontro insegnanti

Dal sito del ‘Centrum Latinitatis Europae’, la presentazione. “Un viaggio affascinante in un’epoca della quale molto resta a livello di monumenti e testimonianze archeologiche, mentre i documenti legati alla tradizione letteraria sono assai scarsi; molte le citazioni indirette di età romana, rare e lacunose le fonti dirette, trattandosi per la maggior parte di lacerti e frammenti attraverso i quali possiamo soltanto intuire la ricchezza testuale. Marandino costruisce uno studio approfondito dalla tradizione poetica legata al leggendario Omero, passando per la letteratura filosofica, quella di ricerca, per terminare con la lirica ellenistica. A completare l’ampio spettro di analisi, anche un capitolo dedicato alla tradizione dei canti popolari e delle novelle sibaritiche, così come dei drammi comici e delle commedie teatrali, testimonianze di una vitalità letteraria che interessava anche i ceti meno colti della popolazione. Chiudono il saggio un capitolo dedicato all’influenza che la letteratura della Magna Grecia ha avuta sulla letteratura romana e un’appendice sulla letteratura siceliota. Filosofi, commediografi, poeti, filologi, pressoché sconosciuti al grande pubblico, si rivelano adesso nel loro contributo allo sviluppo civile dell’Europa; non si può infatti dimenticare che proprio da questa regione storica si diffusero tra gli altri popoli vicini quelle conquiste civili e politiche che ancora oggi sono il fondamento della civiltà moderna. La letteratura magnogreca contribuì alla formazione di questo pensiero che all’epoca era particolarmente avanzato, tanto da influenzare la civiltà romana e quelle successive.”


IL CENTRO STUDI

“CENTRUM LATINITATIS EUROPAE“ (Classic Lab of Europe – Reticulum Latinitatis), LE SEDI: Aquileia – Cividale d.F. – Trieste – Feltre – Bassano del Grappa – Verona – Milano – Genova – Arezzo – Assisi – Roma – Frascati – Sant’Angelo dei Lombardi – Martina Franca – Reggio Calabria – Catania/Mascalucia – Marsala – Koblenz – Linz – Dublin – Aalborg – Mosca). Dal 1999 il Centro-Studi interamente dedicato alla salvaguardia, alla cura e alla reinterpretazione della cultura e della lingua latina. Gli obiettivi del Centro Studi. Il Centro-Studi «intende elaborare e proporre idee e programmi per la salvaguardia e la rivalutazione della Latinità, dell’Umanesimo e della cultura classica, con un accento particolare ai valori delle epoche tardo-latina, paleocristiana, medievale e rinascimentale, e ciò in funzione di un lavoro culturale ed interdisciplinare di vero stampo europeo, capace di inserirsi nei discorsi scientifici, culturali e filosofici dei tempi di oggi, dando impulsi di vario genere alla discussione sui temi più importanti della società di oggi», si legge nella presentazione della istituzione culturale. Punta anche «a presentare al mondo un quadro variegato della civiltà italica ed italiana che trova le sue solide basi nelle culture classiche latina e greca. È intenzione del Centro Studi organizzare nei prossimi tempi (come è già successo negli ultimi anni) diverse manifestazioni di vario tipo dedicate a queste finalità, operare in sintonia con il mondo universitario e scolastico e cercare collaborazioni con note accademie ed istituzioni italiane ed estere». In questo modo, quindi, «intende contribuire alla rivalorizzazione e alla riscoperta di un patrimonio in parte dimenticato e sicuramente sottovalutato: il Latino non sono solo Virgilio e Cicerone, ma anche il lascito letterario degli scrittori cristiani, medievali e ‘rinascimentali’ che poco o niente contano finora nei programmi scolastici europei che, purtroppo, prevedono in molti Paesi una drastica riduzione dell´insegnamento della ‘lingua comunis’ del nostro continente»


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