L'indotto Whirlpool marcia su Napoli. Manifestazione per ribadire la necessità di una soluzione che consenta di mantenere la produzione di lavatrici in Campania

L’indotto Whirlpool marcia su Napoli accanto alle rappresentanze operaie delle tante aziende di Napoli e della Campania oggi a rischio chiusura per la fuga delle multinazionali dal Mezzogiorno e dall’Italia. Sono in duemila ad attraversare la città. Campaggia pure un crocefisso in testa al corteo, simbolo della Via Crucis a cui sono sottoposti molti lavoratori. Ma il clima non è assolutamente quello della resa. Tra questi cittadini italiani residenti in Campania non si scorge la rassegnazione, ma al contrario c’è una grande voglia di combattere. Il segnale dato dalla Whirlpool alla vigilia della manifestazione, con l’annuncio a sorpresa dello stop alle procedure di vendita, non basta a queste persone, che sono in piazza con le organizzazioni sindacali e tanti piccoli imprenditori a reclamare un futuro industriale per Napoli e per la regione. «Il Mezzogiorno d’Italia resterà industriale», scandiscono alcuni delegati sindacali, che ricordano quale sviluppo manifatturiero abbia conosciuto negli anni ’70 e ’80 il capoluogo partenopeo. In piazza ci sono rappresentanze della Fca, Mecfond, Metalfer, Auchan, American Laundry, Almaviva, Jabil, Caf Italia con gli addetti della Whirlpool.

La targa all’ingresso della Whirlpool a Napoli

«MOBILITAZIONE A OLTRANZA FINO ALLA SOLUZIONE FINALE». Nonostante l’annuncio di Whirlpool sindacati e lavoratori continueranno la mobilitazione per difendere lo stabilimento napoletano di via Argine. Oggi è stato confermato lo sciopero di 4 ore dell’industria e del terziario. «Whirlpool Napoli non molla» è lo slogan distribuito su adesivi, che circolavano nei luoghi di lavoro e tra i manifestanti. Con chi oggi protesta per non perdere il lavoro c’erano anche tanti sindaci, giunti a Napoli da tutta la campania.

L’indotto Whirlpool marcia su Napoli

I NUMERI DELL’INDOTTO IRPINO. In attesa di nuovi pronunciamenti da parte del Governo e della Regione Campania, gli imprenditori irpini coinvolti nell’indotto come responsabili delle aziende di Forino, Montoro e Sant’Angelo dei Lombardi auspicano un intervento determinante delle istituzioni, che tuteli l’industria nel Mezzogiorno, e che impedisca di fatto, il crollo di ulteriori pilastri dell’economia locale. L’indotto irpino conta anche sulle altre due aziende della Pasell e della Cellublock, a Montoro e Forino. Alla Scame Mediterranea di Sant’Angelo dei Lombardi sono 59, ma 8 sono distaccate a Napoli per il progetto Genesis nella componentistica in plastica. Altri 60 sono alla Pasell, ripartiti tra Montoro e Forino (rispettivamente 15 e 45), mentre alla Cellublok di Montoro ce ne sono altri 35 (con attività dipendenti dalla Whirlpool nella misura del 60 e del 70 per cento, rispettivamente).


LEGGI ANCHE: 

“Whirlpool trattativa ad oltranza fino a Natale”, Centoletti: l’indotto irpino non molla

Whirlpool resta a Napoli: annullata la chiusura

 

ARTICOLI CORRELATI