«Le vertenze occupazionali irpine restano irrisolte», afferma il segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici, Massimo Picone. «Bisogna passare dalle parole ai fatti, dalle ipotesi alle soluzioni concrete. Lò che chiediamo alle istituzioni pubbliche e agli investitori privati impegnati nelle vertenze occupazionali irpine». Per Picone «La nostra provincia sta vivendo una fase particolarmente drammatica sotto il profilo lavorativo. Il tessuto produttivo è sempre più in crisi, non solo a causa delle difficoltà congiunturali, ormai diventate strutturali, che vanno ad aggiungersi alle fragilità che storicamente le zone interne hanno sempre registrato, ma anche per l’incertezza che grava sull’intero sistema». I questo scenario rileva «la spregiudicatezza degli investitori, il mancato rispetto degli impegni assunti dai vertici aziendali di importanti realtà, troppo spesso tollerate da una politica disattenta, stanno determinando la desertificazione economica dei nostri territori». Per questa ragione, prosegue, «chiediamo che si accendano seriamente e definitivamente i riflettori sul caso Irpinia, dedicando energie e risorse al rilancio occupazionale di questo comprensorio».
E elenca io dossier complessi. «Occorre uno sforzo per dare risposte risolutive alle vertenze di Industria Italiana Autobus, della Fca di Pratola Serra e dell’indotto Whirpool. Al di là dei propositi manifestati sino ad oggi, sul tavolo restano soltanto problemi irrisolti. La Cisal intende offrire, come sempre, il proprio contributo, in uno spirito di massima apertura e collaborazione, ma senza infingimenti. Non è più possibile ignorare l’estrema delicatezza della situazione. Il che significherebbe giocare sulla pelle dei lavoratori. E’ tempo di affrontare tutti i nodi irrisolti. Non diciamo che sia facile, ma è l’unica strada percorribile».
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