Impianti Rifiuti in Campania, Liliana Monaco guiderà l’Unità operativa

L'ingegnere irpina (oggi in forza alla Provincia di Benevento) ha superato una selezione fra 25 candidati per titoli e competenza tecnico amministrativa maturata nel settore del ciclo integrato dei rifiuti. La sua missione regionale: "Favorire il completamento della filiera impiantistica negli ambiti, garantendone l'autosufficienza dei territori provinciali e l'abbattimento dei costi e della Tari". La sfida: annullare la procedura di infrazione europea

Liliana Monaco guiderà l’Unità operativa regionale “Impianti e discariche” in Campania nel momento cruciale per la riorganizzazione del settore ambientale, così come è stata disegnata dalla Legge regionale 26 maggio 2016, n. 14, “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti”. Come è noto, la norma assume, come riferimento delle azioni della Regione in materia di rifiuti, la gerarchia delle priorità stabilite dalle direttive dell’Unione Europea e dalla legislazione statale in campo ambientale, puntando ad allineare la Campania agli standard di efficienza economica e ambientale continentale, superando la procedura di infrazione a cui l’Italia è sottoposta da anni per le carenze impiantistiche ancora presenti nelle cinque province. In questo contesto decisivo, la dirigente irpina sarà a capo della Unità Operativa Dirigenziale “Gestione delle attività relative alle discariche e dei flussi della Struttura di Missione per lo Smaltimento dei rifiuti solidi urbani”, responsabilità che ottiene “in considerazione della pluriennale esperienza di direzione tecnica e amministrativa anche nelle specifiche materie dell’incarico da conferire” si legge nel deliberato proposto dall’assessore Sonia Palmieri il 24 settembre scorso. L’ingegnere Liliana Monaco è stata selezionata fra 25 candidati, per dirigere una ‘Unità di Missione regionale” di diretta competenza del Presidente della Giunta regionale. “L’ufficio è stato costituito per dare attuazione al Piano Regionale per i Rifiuti per quello che riguarda l’impiantistica. Prenderò servizio a metà ottobre” ha confermato la Monaco. L’incarico in Regione Campania avrà durata triennale con un solo obiettivo: rendere compiuta la dotazione impiantistica dell’intero territorio regionale, concertando con gli Ato Rifiuti e le società di gestione le misure di autosufficienza territoriali. L’obiettivo è superare le sanzioni imposte da Bruxelles all’Italia sui rifiuti in Campania come premessa per un concreto miglioramento dei servizi di cui i cittadini possano beneficiare direttamente: punta a dimezzare il peso della Tari nei Comuni.

L’ingresso alla sede della Regione Campania, a Napoli

“Dovrò dare seguito agli indirizzi della Regione in materia di impianti e attuazione alle linee guida del piano di impiantistica regionale” continua Monaco. “Il piano riscrive l’assetto impiantistico dalle discariche alla lavorazione dell’umido e della frazione secca”, incidendo, “sulle percentuali finali di raccolta differenziata”. In linea con gli obiettivi del Piano, mira a “ridurre i costi complessivi della gestione del sistema, ottenendo la piena autosufficienza di ogni Ato Rifiuti nelle quattro province, ma anche nell’area metropolitana di Napoli che ne conta tre”.

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

“UNA FILIERA IMPIANTISTICA EFFICIENTE E COMPETITIVA SUL PIANO DEI COSTI”. Il nodo più complesso che l’ingegnere è chiamata a sciogliere riguarda il completamento di una dotazione impiantistica che dovrà essere economicamente competitiva nei sette ambiti ottimali. “Le piattaforme di raccolta del secco sono tutte ubicate nella provincia di Napoli, autorizzate dal Conai per la raccolta di vetro, carta, plastica, alluminio e imballaggi di plastica”, premette a questo riguardo. “Serve un equilibrio nella distribuzione in Campania, ma questo non basta”, avverte Liliana Monaco. “La società provinciale che gestirà il ciclo integrato dei rifiuti o il futuro gestore dell’impianto dovranno misurare l’efficacia della raccolta differenziata, monitorando la qualità della selezione e la sua capacità di produrre ricavi: in caso di diseconomie si dovrà intervenire per correggere il tiro”. Questo vale anche ad Avellino, sottolinea. “Intervenendo sulla efficienza economica si potrà ottenere un notevole risparmio sulla Tari”. E ricorda la responsabilità dei Comuni capoluogo che, “in base alla Legge regionale possono già considerarsi sub ambito e agire autonomamente rispetto al resto della provincia”.

La sede del Comune di Avellino e la Torre dell’Orologio, simbolo della citta capoluogo

CAUTELA SULL’IRPINIA.  A pochi giorni dall’ufficializzazione dell’incarico però, l’ingegnere Monaco non si sbilancia sulle questioni irpine. “Attenderò indicazioni dalla struttura, con cui ho già avuto delle collaborazioni in passato in qualità di esperta tecnico amministrativa in materia. Sono fermamente convinta dell’importanza dell’impiantistica: se le proposte sono serie e credibili difficilmente incontrano la protesta delle popolazioni. Stiamo attraversando un momento molto difficile, connotato dall’avversità agli impianti, perchè usciamo da una emergenza rifiuti durata troppo tempo, con una parte delle ecoballe ancora in fase di smaltimento, e con lo spauracchio della terra dei fuochi. Ma attuando la legge regionale 14 in ogni sua parte e annunciando proposte credibili, in linea con la normativa sotto il profilo urbanistico, ambientale e del rischio idrogeologico, incontreremo il parere favorevole anche dei cittadini”.

Il rendering del biodigestore di Chianche

LE SEDI DEGLI IMPIANTI NON LE STABILISCE LA REGIONE, MA GLI ENTI LOCALI. La mancanza di impiantistica e la dioendenza dalle discariche comportano alla Regione Campania 120mila euro al giorno di sanzione imposta da Bruxelles. “Non è importante dove si collocano gli impianti, ma realizzarli per chiudere il conto con le sanzioni, per dare attuazione al Piano regionale dei Rifiuti, e garantire l’autosufficienza e l’autonomia agli Ato su base provinciale”. La scelta delle sedi “è responsabilità solo degli Enti Locali dove si costruiscono gli impianti” conclude, avvertendo.


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