«Ad Avellino c’è il rischio di una escalation criminale senza precedenti. Le istituzioni democratiche devono fare fronte comune prima che sia tardi». Enzo De Luca, componente dell’assemblea nazionale del Partito Democratico, esprime tutta la sua preoccupazione dopo alcuni inquietanti episodi, che fanno temere il rischio di infiltrazioni malavitose, turbando l’opinione pubblica di Avellino e della provincia. Nell’intervista a Nuova Irpinia, De Luca afferma di ritenere «necessaria una reazione civile per la legalità, che affianchi e rafforzi l’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura contro la crescente sfida criminale».
«Le modalità e la disinvoltura con cui sono stati consumati questi atti di inaccettabile violenza e pericolosa portata dimostrativa non possono essere sottovalutati. Qui ci troviamo di fronte a segnali precisi di una potenziale mutazione profonda della nostra città sotto il profilo sociale e culturale».
«Episodi del genere non appartengono alla storia recente di Avellino, non se ne registravano dai primi anni Ottanta, dall’attentato al giudice Gagliardi. Autobombe e colpi di arma da fuoco di grosso calibro non possiamo derubricarli a fatti di cronaca, non lo sono nella nostra città. Se li giudicassimo dei meri incidenti, riducendoli alla stregua di fatti isolati, diciamo così, metteremmo in gioco il nostro stile di vita, la convivenza civile, comprometteremmo il futuro delle nuove generazioni. Dobbiamo, invece, reagire tutti, con una risposta autorevolmente democratica».
«La politica sa trovare le ragioni dell’unità e della convergenza proprio quando la notte sembra più buia. Sul piano nazionale lo hanno dimostrato il partito al quale appartengo, il Pd, e il Movimento Cinque Stelle, capaci di assumere nell’interesse dei cittadini la responsabilità di governare il Paese, sottraendolo all’isolamento in Europa e al declino economico. Pd e M5s hanno messo da parte le divisioni e unito le forze con la buona volontà. Questa convergenza positiva, ricca di prospettiva anche sul piano delle riforme, va trasferita a livello territoriale con un grande disegno per il Mezzogiorno. La politica ha l’opportunità di ritrovare il suo ruolo propositivo».
«La collaborazione avviata ha consentito all’Italia di voltare pagina in Europa, oltre che in Italia, attraverso l’assunzione di responsabilità del nostro partito, che ha messo a disposizione le energie migliori: penso all’impegno autorevole di Paolo Gentiloni nella Commissione europea, con David Sassoli già presidente del Parlamento europeo; a Dario Franceschini capo delegazione nella compagine di governo. Siamo impegnati ai massimi livelli con i Cinque Stelle sulle riforme. Inevitabile saldare un’intesa sui territori, dove si gioca la partita diretta contro la Lega e il suo progetto sovranista che mina il futuro dell’Europa unita».
«Sì se ci sarà la presa di coscienza che il problema criminalità esiste. Sì se comprenderemo che c’é una malavita organizzata pronta a fare il salto di qualità nel nostro territorio, nella nostra città, nel contesto di un Mezzogiorno dove la mancanza di lavoro e di opportunità indeboliscono la nostra tenuta democratica, rendendo sempre più fragile il tessuto sociale ed economico».
«Penso ci sia, soprattutto tra chi nel progetto democratico ci crede. Penso ai tanti che sui territori e nelle periferie contribuiscono con entusiasmo al progetto di rilancio complessivo messo in campo dal segretario Nicola Zingaretti. Va sottolineato il lavoro prezioso di ascolto che il commissario provinciale, Aldo Cennamo, sta portando avanti tra i circoli, nel tentativo di comporre le fratture per realizzare l’unità».
«La politica ha un senso se crea consenso sulle soluzioni ai problemi dei cittadini. Oggi la domanda che arriva ad Avellino come a Roma è semplice, può essere sintetizzata come le due facce di una stessa medaglia: da un lato va garantita la sicurezza, va stabilita una certezza della legalità. Dall’altro va offerta una opportunità di sviluppo e lavoro che possa premiare il merito, la buona volontà, il rispetto delle regole alla base della civile convivenza. Su questo obiettivo va costruito il consenso più ampio possibile alla proposta più efficace».
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