«La Regione Campania tagli il debito dell’Alto Calore Servizi come fece con la Gori», ammonisce Giuseppina Buscaino, referente del Coordinamento Campano Acqua Pubblica, alla vigilia dell’assemblea pubblica convocata dal commissario provinciale del Pd per domani. Si tratta di un confronto con i Sindaci e gli amministratori locali sul futuro della gestione idrica pubblica, che nelle province di Avellino e Benevento significa Alto Calore Servizi. Il Partito Democratico irpino intende favorire una posizione unitaria tra le rappresentanze istituzionali locali che figurano come azionisti della società interamente partecipata dai Comuni. Con una lettera aperta, Buscaino fa appello ai Democratici, ma anche al Presidente della Provincia Domenico Biancardi, chiedendo di respingere l’opzione della privatizzazione attribuita al deputato Umberto Del Basso De Caro. Il Comitato si oppone ad un riassetto societario che possa prevedere l’ingresso di società miste anche a maggioranza pubblica. Nel sollecitare i Sindaci a supportare l’amministratore Michelangelo Ciarcia nel suo tentativo di ottenere un finanziamento sufficiente a rilanciare l’azienda, il Coordinamento Campano Acqua Pubblica chiede in subordine alla Regione Campania di intervenire, «come fece tra il 2012 e il 2013 sulla salernitana Gori», per ridurre il debito dell’Acs spa.


Se ha condonato GORI, perché la Regione non taglia il debito dell’Alto Calore Servizi? 

di Giuseppina Buscaino | Referente del Coordinamento Campano Acqua Pubblica

Michelangelo Ciarcia, presidente dell’Alto Calore Servizi spa

La Regione Campania ha stanziato 60 milioni di euro per interventi necessari a ridurre la dispersione idrica delle reti di distribuzione nel Distretto Calore Irpino. Per ottimizzare lo schema idrico locale intorno alla Centrale di Cassano Irpino, per realizzare un sistema di Energy Metering (Dispositivo di misura e acquisizione dati) per la telemetria ( Il complesso dei sistemi di rilevazione ottica o acustica) per il controllo energetico e il telecontrollo delle macchine elettriche. Per riqualificare, adeguare e ammodernare gli impianti di sollevamento. I costi del personale che svolgerà i lavori di manutenzione che oggi gravano sulle casse dell’ente graverebbero sulla Regione. Tutto questo per risolvere a monte i problemi economici di ACS (non si può versare acqua in una vasca senza tappo, questo ha un costo che bisogna eliminare). Ad oggi ACS ha appaltato lavori preventivi sulle reti in Ufita e Altirpinia, ma i soldi ancora non si vedono. In questo clima è preoccupante però che si ricominci a parlare di inevitabile ingresso di multinazionali in ACS. Del Basso De Caro ha dato per scontato che CDP non darà il prestito nonostante sia cambiato il Governo e non c’è più l’ostilità della Lega. L’amministratore unico Ciarcia ha chiesto a ogni singolo Comune di fare una richiesta individuale di prestito a CDP che verrà poi restituito da ACS. Ciarcia non è un paladino della ripubblicizzazione della gestione dell’acqua, ma in questo momento sta cercando di evitare la privatizzazione. E quindi per i manovratori deve essere eliminato e secondo voci di corridoio sostituito con Roberto Castelluccio un noto esponente della destra che come tutti sappiamo è favorevole alla privatizzazione. Castelluccio sostenuto da Del Basso De Caro, il Sindaco Festa (che deve chiarire meglio la sua posizione rispetto alla gestione pubblica perchè non basta dire di essere favorevole a un’azienda speciale pubblica, ma bisogna cercare di realizzarla) e D’Agostino auspicano la sostituzione di Ciarcia con Castelluccio e la privatizzazione è fatta!! Noi non siamo particolarmente legati a Ciarcia, ma non siamo d’accordo con la sostituzione se a al suo posto ci dovrà essere un amministratore che ha ferma volontà di privatizzare. Castelluccio riportebbe le lancette indietro a novembre 2018 quando era dato per certo che ci fosse bisogno di una ricapitalizzione di ACS da parte dei comuni. E siccome i comuni non potevano assolvere a questa funzione perchè in gravi situazioni economiche, allora bisognava fare entrare il privato.

Gli uffici della Regione Campania ad Avellino

Mi chiedo inoltre come mai la Regione ha condonato a GORI una parte ingente del suo debito e invece a ACS nessuno condona niente? Come mai la Regione non fa in modo di attuare il condono anche per ACS? Forse perché è pubblica e vogliono privatizzarla. Per privatizzare bisogna usare la tecnica di “to starve the beast “( letteralmente affamare la bestia). La stessa Regione ha emanato la legge 15 del 2015 per privatizzare la gestione dell’acqua in tutta la Regione. E con lo scioglimento del Consorzio Interprovinciale, nel 2003, si è andato progressivamente riducendo il flusso di finanziamenti tra la Regione Campania e i Comuni destinato alla manutenzione straordinaria. Non vogliono seriamente aiutare ACS come hanno fatto con GORI. Tutto in direzione della privatizzazione.

L’ingresso alla amministrazione provinciale

Ci sarebbe bisogno di politici più onesti che chiamino se non altro le cose con il loro nome. I manovratori della privatizzazione dovrebbero avere l’onestà di dire che vogliono privatizzare, ma temono che se lo dicono gli elettori li abbandonino. Noi non staremo zitti e neanche i vari movimenti, associazioni e sindacati, combatteremo contro queste manovre disoneste a danno dei cittadini irpini. Chiediamo al PD  provinciale di essere coerente con la loro presa di posizione in sostegno del referendum e di non cedere alle richieste e alle manovre di personaggi privi di scrupoli e speriamo che il Presidente Biancardi in occasione di nuovi ricollocamenti non cambi idea e continui a sostenere l’acqua pubblica.


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