Letture. L’ Apprendista del Vento di Elizabeth Hay

L’ Apprendista del Vento di Elizabeth Hay.  Il rapporto difficile tra due sorelle è il tema attraverso cui si dipanano le vicende di questo intrigante libro: il loro carattere, speculare e contrastante, si inserisce stranamente all’interno del clima del paesaggio in cui è ambientata la storia. Il contrasto tra gli estremi del caldo e del freddo eccessivi rimandano all’ordine maniacale di Lucinda, in cui ogni cosa aveva il proprio posto e la frenesia, frutto di una profonda tensione interiore di Norma Joyce. La loro vita viene messa alla prova e, in qualche caso addirittura travolta, dalla affascinante e conturbante presenza di Maurice che sembra portare la luce in una casa piena di silenzio e di segreti taciuti. Norma Joyce gli apre il suo cuore mostrandogli qualcosa che fa parte di lei: la camera di sua madre. Maurice comincia a raccontare storie, che riflettono la sua passione per i fiori e le piante e Norma Joyce ascolta con estrema attenzione i suoi insegnamenti. Le difficoltà della ragazza affondavano le proprie radici nella “stanza del tempo”, nel distacco fisico ed emotivo che lei ha vissuto a causa della scomparsa del suo fratello gemello, di cui assumerà in seguito il nome. Norma Joyce dà un segno ai suoi tesori, riconoscendo loro un valore speciale. Il suo atteggiamento determinato la porta a rifiutarsi di imparare a leggere anche se è capace di farlo; in fondo lei avverte la propria fragilità e serba nel profondo del cuore il ricordo indelebile di sua madre, l’unica persona da cui si era sentita amata che, il giorno del suo compleanno, l’aveva tenuta sempre tra le braccia, trascurando i lavori da fare. La venerazione per sua madre è tale che, nei momenti in cui avverte maggiormente la propria solitudine, si addormenta avvolta nella vecchia pelliccia di persiano di sua madre, come affidandosi al suo muto abbraccio. La passione, muta e intensa, che Maurice fa nascere nelle due ragazze crea un’ulteriore frattura che si concretizza attraverso gelosie e menzogne, sentimenti feriti e delusione da parte di Lucinda che non riesce a realizzarsi pienamente nella propria vita e esprime la sua insoddisfazione in una attività frenetica: “ho l’impressione che se mi fermassi, non ricomincerei più”. Norma Joyce raggiunge Maurice a New York e, nonostante si senta rifiutata da lui, non riesce a staccarsene, perché c’è qualcosa che li unisce indissolubilmente. La ragazza fa una scelta consapevole e accoglie il bambino che, per uno strano caso del destino, scompare e poi viene ritrovato, come se ella dovesse pareggiare i conti con il proprio passato e dare la possibilità a Maurice di mostrarsi almeno una volta capace di un atto di lealtà. Il suo ritorno a casa rappresenta il desiderio di un mondo più semplice, in cui vivere, riacquistando un senso di pace e riconciliandosi con il proprio passato, anche in seguito alla scoperta di alcuni acquerelli di sua madre che credeva perduti, attraverso cui ricostruisce il suo nido d’ infanzia. Si riannoda un filo che stava per spezzarsi anche con suo padre Ernest di cui si prende cura, egli che aveva sempre avuto bisogno che fosse riconosciuto il proprio valore. La vicenda si snoda attraverso la descrizione di una natura rigogliosa, della forza del vento, espressa dalla passione che sembra spazzare via il male, ma anche i ricordi. E il percorso di vita rappresenta una sorta di sfida, non si sa se perdente o vincente, ma è qualcosa di irrefrenabile, che lascia tracce di cui non ci si può privare, una mano a cui afferrarsi per continuare nella ricerca di ciò che un giorno hai creduto ti appartenesse.

Ilde Rampino


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