Montoro e Mercato San Severino vincono al Tar: stop al compostaggio

Il Tribunale Amministrativo ha dato ragione agli amministratori locali che richiedevano l'assoggettabilità del progetto alla preventiva valutazione dell'impianto ambientale. Ora toccherà alla Regione Campania, all'Ato di Salerno e al Comune di Fisciano integrare la documentazione o proporre una nuova ubicazione

Tar Campania sezione di Salerno

Montoro e Mercato San Severino vincono al Tar, ottenendo il blocco provvisorio dell’impianto per il trattamento dei rifiuti previsto al confine tra Fisciano e Mercato San Severino. Per l’ex Sindaco Mario Bianchino, e per il primo cittadino della cittadina dell’Irno, Antonio Somma, si tratta di una prima vittoria, ma la battaglia è solo all’inizio. La sospensione decretata dalla giustizia amministrativa al sito di Prignano ora impegna istituzioni locali e Regione Campania ad entrare nel merito di un problema che resta. Si dovranno valutare gli atti progettuali non accessibili fino ad ora. Questa una delle due ragioni per le quali gli enti locali si sono opposto al programma della società Fisciano Sviluppo. Quella principale riguarda un iter avviato al di fuori di un pronunciamento della Commissione Via. I ricorsi erano stati proposti dai Comuni di Mercato San Severino e di Montoro contro la Regione Campania ed il Comune di Fisciano, per l’annullamento del decreto regionale che ha disposto l’esclusione del progetto di realizzazione dell’impianto di compostaggio in località Prignano, cioé nel territorio di Fisciano sul confine con Mercato San Severino e Montoro, dalla procedura di valutazione di impatto ambientale.

Antonio Somma Sindaco Mercato San Severino

A questo punto, se non si vorrà definire una nuova ubicazione per l’impianto, occorrerà accogliere la richiesta di Montoro e Mercato San Severino, attivando l’iter di valutazione dell’impatto ambientale per entrare nel merito di eventuali ragioni ostative. Nel ricorso erano costituiti anche alcuni cittadini, riuniti nel Comitato civico ‘Ambiente e Sviluppo’. Per la provincia di Salerno, come per quella di Avellino, resta in ultima analisi aperta la questione. Vanno individuate le ubicazioni per la realizzazione dei siti di impianti di compostaggio che, rilanciano molte associazioni ambientaliste e la stessa Regione Campania, non sono termovalorizzatori o discariche.

Mario Bianchino

IL CASO MONTORO. L’allora Sindaco di Montoro, Mario Bianchino, in passato anche presidente dell’Ato dei Rifiuti in provincia di Avellino, proprio all’assemblea territoriale promossa dall’ente d’ambito avellinese per iniziativa del presidente Valentino Tropeano, lo scorso 7 marzo informò i sindaci irpini della sua iniziativa contro l’impianto di Fisciano. Nell’occasione Bianchino pose una questione di metodo. «Non si possono lasciare all’iniziativa di un solo Comune pratiche complesse come quelle che prevedono la progettazione, la realizzazione e la attivazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti, perché significa produrre opposizioni naturali sul territorio di pertinenza». Per Bianchino, «si deve procedere mettendo intorno ad un tavolo le amministrazioni locali e favorire un confronto ampio e trasparente, superato il quale i progetti possono essere realizzati con l’agibilità necessaria».


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