David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo

«David Sassoli, un moroteo Presidente dell’Europarlamento». Enzo De Luca interviene sulla elezione del nuovo Presidente dell’Europarlamento salutando “con soddisfazione la responsabilità istituzionale e politica attribuita ad un amico del Mezzogiorno e dell’Irpinia in un momento cruciale per l’intero nostro Paese”, De Luca ne spiega le ragioni, ricordando il retaggio politico dell’ex giornalista del Tg1. “Con David Sassoli abbiamo partecipato a Cortona a diversi cruciali appuntamenti di riflessione insieme agli amici di Areadem, con Dario Franceschini, Paolo Gentiloni e Marina Sereni, tra gli altri”, spiega De Luca. “Proprio lo scorso anno Sassoli partecipò alle riunioni che ci portò ad indicare Nicola Zingaretti come nostro candidato alla segreteria del Pd, rivelando nelle sue argomentazioni e nel piglio dialettico quella stessa tensione morale che è facile constatare rileggendo le pagine di Aldo Moro sull’Europa”. Per l’esponente irpino del Pd, componente dell’Assemblea nazionale dei Democratici, non è casuale la scelta delle maggiori forze democratiche europeiste. “Nel quarantennale dalle prime elezioni nel Continente per l’Europarlamento, volute proprio da Aldo Moro negli anni in cui rappresentò l’Italia con la Presidenza di turno, non è un caso se al vertice dell’Assemblea viene scelto un uomo che testimonia con il suo pensiero e la sua azione il primato del Parlamento Europeo sulle altre istituzioni dell’Unione, un assertore, proprio come Moro, della necessità di costruire una comunità nazionale popolare dell’Europa, in luogo di una federazione di Stati”. De Luca considera questo risultato positivo come “segnale di un forte cambiamento nella casa comune di Bruxelles”, ma esprime incredulità per il paradosso contenuto nel voto parlamentare. “Un autorevole italiano era candidato alla guida della più importante istituzione democratica del Continente, eppure i rappresentanti italiani delle forze di governo non hanno sostenuto il nostro rappresentante eletto dal Popolo Italiano: è un fatto sconcertante sul piano dell’interesse nazionale, prima che istituzionale è politico”.

Enzo De Luca, componente della assemblea nazionale del Partito Democratico

Per De Luca, il risultato ottenuto da David Sassoli, “Presidente dell’Europarlamento senza i voti di Lega e M5s, ridimensiona il profilo di queste forze politiche agli stessi occhi degli altri gruppi parlamentari: siamo al preambolo di parte su una questione di interesse nazionale, che per loro si rivela un boomerang”. E spiega: “Dimostrano anche in Italia come il nostro interesse nazionale non passi per la loro responsabilità”. Stando ai voti raccolti, Solo il Pd, tra i partiti italiani, ha votato David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo. Anche Forza Italia si è astenuta. La Lega e Fdi hanno votato per Jan Zahradil (Conservatori Ecr). Il Movimento 5 Stelle ha invece lasciato libertà di coscienza.

Il Presidente del Consiglio italiano, Aldo Moro, a Bruxelles per un decisivo Consiglio Europeo del 1976. Si decisero le prime elezioni europee a suffragio universale

L’ELEZIONE. David Sassoli è stato eletto presidente del Parlamento Ue alla seconda votazione con 345 voti, a fronte della maggioranza necessaria prevista di 334 voti. L’annuncio del presidente uscente a Strasburgo, Antonio Tajani, è stato accompagnato da un lungo applauso. Il neo Presidente ha subito chiarito le sue intenzioni: “Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia”. Ed ha aggiunto: “Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”. In questo quadro, “il Consiglio europeo ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete quanta tensione si crei attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’Ue dov’è. L’Europa si deve attrezzare e i governi devono trasferire un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”.

Il neo eletto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli interviene per il suo discorso di insediamento

MATTARELLA: RICONOSCIUTO I COSTANTE E PROFICUO IMPEGNO NELLE ISTITUZIONI EUROPEE. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, il seguente messaggio: «A nome degli italiani tutti e mio personale desidero porgerle le più vive congratulazioni per la sua elezione alla Presidenza del Parlamento Europeo e sentiti auguri di pieno successo nello svolgimento del suo importantissimo incarico», si legge nella nota. «L’alta responsabilità che le è stata affidata dai parlamentari dei Paesi dell’Unione rappresenta una testimonianza dell’ampia fiducia riposta nella sua persona e un riconoscimento al suo costante e proficuo impegno nelle istituzioni europee». E si conclude: «In questo spirito, le rinnovo i più sinceri e calorosi auguri di buon lavoro».

ANTONIO TAJANI, PRESIDENTE USCENTE: «I VALORI EUROPEI SONO STATI I MIEI OBIETTIVI IN QUESTI DUE ANNI E MEZZO. BUON LAVORO AL NUOVO PRESIDENTE». «Mettere il Parlamento europeo al centro del dibattito politico, avvicinarlo ai cittadini e difendere i valori europei sono stati i miei obiettivi in questi due anni e mezzo di mandato. Auguro al nuovo Presidente del Parlamento europeo buon lavoro per il futuro dell’Europa».

NICOLA ZINGARETTI: «L’ITALIA CON IL PD AL VERTICE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE». Così Nicola Zingaretti accoglie la notizia della elezione di David Sassoli al vertice del Parlamento Europeo. «Vittoria! David Sassoli presidente del Parlamento Europeo. Un Italiano del Pd tra le massime figure delle istituzioni europee. Il Governo Italiano ha fatto danni e ci ha isolato. Il Pd c’è e conta, al servizio delle Istituzioni e del nostro Paese», scrive su twitter il segretario del Partito Democratico.

PAOLO GENTILONI: IN EUROPA NON C’È IL GOVERNO ITALIANO, MA C’È L’ITALIA. «Il Parlamento europeo elegge presidente David Sassoli. In Europa il Governo italiano non esiste, per fortuna c’è ancora l’italia». Lo scrive su Twitter l’ex premier Paolo Gentiloni.

PAOLA DE MICHELI: «RISCATTATA IN EUROPA LA FIGURA FATTA DAL GOVERNO CONTE». Paola De Micheli, Vicesegretario del Pd, commenta su Twitter l’elezione di Sassoli. «L’elezione di David Sassoli ci riempie di orgoglio, un europeista, socialista e italiano a capo del parlamento europeo riscatta la misera figura fatta dal governo Conte. È una vittoria per l’Italia che vuole avere un ruolo in Europa è anche del nostro Pd».

DAVID SASSOLI SUI COMMENTI SEGUITI ALLA SUA ELEZIONE. Il Presidente del Parlamento Europeo interviene sui commenti seguiti alla sua elezione. «In tanti, probabilmente per affetto, hanno scritto che la mia elezione a Presidente del Parlamento Europeo riscatterebbe l’onore dell’Italia. Ringrazio. Ma l’onore dell’Italia non dipenderà mai da una singola persona. Dipende dal fatto che siamo un grande, straordinario Paese», scrive su Twitter.

CONGRATULAZIONI DA UNCEM A DAVID SASSOLI. CON IL PARLAMENTO E COMMISSIONE UE LAVORIAMO SU AGENDA EUROPEA PER LA MONTAGNA. «David Sassoli, Eurodeputato, giornalista, uomo delle istituzioni, da oggi Presidente del Parlamento europeo è certamente una buona notizia nel quadro di un’Europa che deve crescere, generare coesione, inclusione. Uncem fa all’on. Sassoli le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro. Sarà certamente un riferimento politico decisivo per il Paese che nell’Europa unita deve contribuire a rigenerare i valori di Ventotene», scrive l’Uncem. associazione che unisce gli enti montani. «Con Ursula von der Leyen, nuova Presidente della Commissione, Uncem è certa che David Sassoli potrà lavorare per dare all’Europa nuova crescita socio-economica e sostenibile sviluppo». In particolare, «Sassoli potrà certamente portare alla Commissione la Risoluzione del Parlamento europeo per la realizzazione di un’Agenda europea per le zone montane, rurali e remote». E ora, «c’è un grande lavoro da fare per inserire l’Agenda – dotandola di strategie chiare e risorse – nel quadro della nuova Programmazione UE 2021-2027. Uncem, sia ai tavoli di Bruxelles sia su quelli nazionali, prosegue il lavoro ed è pronta a incontrare il Presidente Sassoli per proseguire un dialogo che sarà certamente virtuoso, concreto e fuori da ogni retorica – e contrapposizione – tra centro e periferia, vera sfida dell’Europa più unita grazie anche alle Alpi-cerniera».


Le nostre regole economiche devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente nella nuova Europa unita

Discorso di insediamento di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo

La bandiera dell’Unione Europea

“Cittadine e cittadini dell’Unione europea, signore e signori parlamentari, cari amici, colleghi, rappresentanti delle Istituzioni, dei Governi, donne e uomini di questa Amministrazione. Tutti voi capirete la mia emozione in questo momento nell’assumere la Presidenza del Parlamento europeo e di essere stato scelto da voi per rappresentare l’Istituzione che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli. E di ricordare sempre che la nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare. Permettetemi di ringraziare il Presidente Antonio Tajani per il lavoro svolto in questo Parlamento, per il suo grande impegno e la sua dedizione a questa Istituzione.

Il Presidente della Repubblica con il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli

Voglio anche dare il benvenuto ai nuovi colleghi, che sono il 62% di quest’Aula, un bentornato ai parlamentari confermati e alle donne, che rappresentano il 40% di tutti noi. Un buon risultato, ma noi vogliamo di più. In questo momento, al termine di una intensa campagna elettorale, ha inizio una legislatura che gli avvenimenti caricano di grande responsabilità perché nessuno può accontentarsi di conservare l’esistente. Ce lo dice il risultato elettorale, ce lo testimonia la stessa composizione di questa Assemblea. Siamo immersi in trasformazioni epocali: disoccupazione giovanile, migrazioni, cambiamenti climatici, rivoluzione digitale, nuovi equilibri mondiali, solo per citarne alcuni, che per essere governate hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia.

Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. In questi mesi, in troppi, hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia. I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi. Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue.

Bandiere dell’Ue davanti al Berlaymont building, quartier generale della Commissione Europea a Bruxelles

Cari colleghi, pensiamo più spesso al mondo che abbiamo, alle libertà di cui godiamo…. E allora diciamolo noi, visto che altri a Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità. Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche… ….che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni… ….che nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica… che da noi ragazze e ragazzi possono viaggiare, studiare, amare senza costrizioni… ….che nessun europeo può essere umiliato e emarginato per il proprio orientamento sessuale… che nello spazio europeo, con modalità diverse, la protezione sociale è parte della nostra identità, ….che la difesa della vita di chiunque si trovi in pericolo è un dovere stabilito dai nostri Trattati e dalle Convenzioni internazionali che abbiamo stipulato.

Il nostro modello di economia sociale di mercato va rilanciato. Le nostre regole economiche devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente. Dobbiamo dotarci di 4 4 strumenti adeguati per contrastare le povertà, dare prospettive ai nostri giovani, rilanciare investimenti sostenibili, rafforzare il processo di convergenza tra le nostre regioni ed i nostri territori. La rivoluzione digitale sta cambiano in profondità i nostri stili di vita, il nostro modo di produrre e di consumare. Abbiamo bisogno di regole che sappiano coniugare progresso tecnologico, sviluppo delle imprese e tutela dei lavoratori e delle persone. Il cambiamento climatico ci espone a rischi enormi ormai evidenti a tutti. Servono investimenti per tecnologie pulite per rispondere ai milioni di giovani che sono scesi in piazza, e alcuni venuti anche in quest’Aula, per ricordarci che non esiste un altro pianeta. Dobbiamo lavorare per una sempre più forte parità di genere e un sempre maggior ruolo delle donne ai vertici della politica, dell’economia, del sociale.

Dario Franceschini, referente di Areadem e, sullo sfondo, Piero Fassino e Luca De Vincenti

Signore e Signori, questo è il nostro biglietto da visita per un mondo che per trovare regole ha bisogno anche di noi. Ma tutto questo non è avvenuto per caso. L’Unione europea non è un incidente della Storia. Io sono figlio di un uomo che a 20 anni ha combattuto contro altri europei, e di una mamma che, anche lei ventenne, ha lasciato la propria casa e ha trovato rifugio presso altre famiglie. Io so che questa è la storia anche di tante vostre famiglie… e so anche che se mettessimo in comune le nostre storie e ce le  raccontassimo davanti ad un bicchiere di birra o di vino, non diremmo mai che siamo figli o nipoti di un incidente della Storia. Ma diremmo che la nostra storia è scritta sul dolore, sul sangue dei giovani britannici sterminati sulle spiagge della Normandia, sul desiderio di libertà di Sophie e Hans Scholl, sull’ansia di giustizia degli eroi del Ghetto di Varsavia, sulle primavere represse con i carri armati nei nostri paesi dell’Est, sul desiderio di fraternità che ritroviamo ogni qual volta la coscienza morale impone di non rinunciare alla propria umanità e l’obbedienza non può considerarsi virtù.

Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi. Colleghe e colleghi, abbiamo bisogno di visione e per questo serve la politica. Sono necessari partiti europei sempre più capaci di essere l’architrave della nostra democrazia. Ma dobbiamo dare loro nuovi strumenti. Quelli che abbiamo sono insufficienti. Questa legislatura dovrà rafforzare le procedure per rendere il Parlamento protagonista di una completa democrazia europea. Ma non partiamo da zero, non nasciamo dal nulla.

David Sassoli

L’Europa si fonda sulle sue Istituzioni, che seppur imperfette e da riformare, ci hanno garantito le nostre libertà e la nostra indipendenza. Con le nostre Istituzioni saremo in grado di rispondere a tutti coloro che sono impegnati a dividerci. E allora diciamo in quest’Aula, oggi, che il Parlamento sarà garante dell’indipendenza dei cittadini europei. E che solo loro sono abilitati a scrivere il proprio destino: nessuno per loro, nessuno al posto nostro. In quest’aula insieme a tanti amici e colleghi con molta esperienza, vi sono anche tantissimi deputati alla prima legislatura. A loro un cordiale saluto di benvenuto. Ho letto molte loro biografie e mi sono convinto si tratti di una presenza molto positiva per loro competenze, professionalità. Molti di loro sono impegnati in attività sociali o di protezione delle persone, e questo è un campo su cui l’Europa deve migliorare perché abbiamo il dovere di governare i fenomeni nuovi.

Sull’immigrazione vi è troppo scaricabarile fra governi e ogni volta che accade qualcosa siamo impreparati e si ricomincia daccapo. Signori del Consiglio Europeo, questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo.  Molto è nelle vostre mani e con responsabilità non potete continuare a rinviare le decisioni alimentando sfiducia nelle nostre comunità, con i cittadini che continuano a chiedersi, ad ogni emergenza: dov’è l’Europa? Cosa fa l’Europa? Questo sarà un banco di prova che dobbiamo superare per sconfiggere tante pigrizie e troppe gelosie.

E ancora, Parlamento, Consiglio e Commissione devono sentire il dovere di rispondere con più coraggio alle domande dei nostri giovani quando chiedono a gran voce che dobbiamo svegliarci, aprire gli occhi e salvare il pianeta. Mi voglio rivolgere a loro: considerate questo Parlamento, che oggi inizia la sua attività legislativa, come il vostro punto di riferimento. Aiutateci anche voi a essere più coraggiosi per affrontare le sfide del cambiamento. Voglio assicurare al Consiglio e alle Presidenze di turno la nostra massima collaborazione e lo stesso rivolgo alla Commissione e al suo Presidente. Le Istituzioni europee hanno la necessità di ripensarsi e di non essere considerate un intralcio alla costruzione di un’Europa più unita. Tramite il Presidente del Consiglio europeo voglio rivolgere anche un saluto, a nome di quest’Aula, ai Capi di Stato e di Governo. Ventotto paesi fanno grande l’Unione europea. E si tratta di 28 Stati, dal più grande al più piccolo, che custodiscono tesori unici al mondo. Tutti vengono da lontano e posseggono cultura, lingua, arte, paesaggio, poesia inimitabili e inconfondibili. Sono il nostro grande patrimonio e tutti meritano rispetto.

Ecco perché quando andrò a visitarli, a nome vostro, non sarò mai distratto. E davanti alle loro bandiere e ai loro inni sarò sull’attenti anche a nome di coloro che, in quest’Aula, non mostrano analogo rispetto. Lasciatemi infine rivolgere un saluto ai parlamentari britannici, comunque la pensino sulla Brexit. Per noi immaginare Parigi, Madrid, Berlino, Roma lontane da Londra è doloroso. Sì sappiatelo, con tutto il rispetto che dobbiamo per le scelte dei cittadini britannici, per noi europei si tratta di un passaggio politico che deve essere portato avanti con ragionevolezza, nel dialogo e con amicizia, ma sempre nel rispetto delle regole e delle rispettive prerogative. Voglio salutare i rappresentanti degli Stati che hanno chiesto di aderire all’Unione europea. Il loro percorso è avviato per loro libera scelta. Tutti capiscono quanto sia conveniente far parte dell’Unione. Le procedure di adesione proseguono e il Parlamento si è detto più volte soddisfatto dei risultati raggiunti. Infine, un in bocca al lupo a tutta l’amministrazione e ai lavoratori del Parlamento.

Costituente, più volte Presidente del Consiglio, Aldo Moro è stato tra i leader storici della Democrazia Cristiana, assoluto protagonista nel processo di nascita della Repubblica italiana e del Parlamento europeo

Ci siamo dati un obbiettivo nella scorsa legislatura: far diventare il Parlamento europeo la Casa della democrazia europea. Per questo abbiamo bisogno di riforme, di maggiore trasparenza, di innovazione. Molti risultati sono stati raggiunti, specie sul bilancio, ma questa legislatura deve dare un impulso maggiore. Per fare questo c’è bisogno di un maggior dialogo fra parlamentari e amministrazione e sarà mia cura svilupparlo. Care colleghe e cari colleghi, l’Europa ha ancora molto da dire se noi, e voi, sapremo dirlo insieme. Se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità. Sono sicuro che tutti voi saprete dare il necessario contributo per un’Europa migliore che può nascere con noi, con voi, se sapremo metterci cuore e ambizione.
Grazie e buon lavoro”


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