Sprar al 50%, resta l’accoglienza per i minori in Alta Irpinia

In occasione della Giornata internazionale del Rifugiato 2019, la cooperativa sociale "La città della Luna" promuove un confronto con operatori, istituzioni e associazioni per fare il punto sulle attività del Centro di Lacedonia, anche alla luce del Decreto Sicurezza. Il sindaco Di Conza: "Siamo determinati a chiedere il rinnovo del finanziamento per il prossimo triennio per garantire integrazione e posti di lavoro"

Sprar ridotti del 50%, resiste l’accoglienza per i minori di Lacedonia e Sant’Andrea di Conza. Dal Decreto Sicurezza del dicembre 2018 ad oggi, i Centri Sprar- Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati- hanno subito una dura battuta d’arresto, con la compromissione del circuito virtuoso di economie locali che aveva spalmato un minino di occupazione e sperimentato l’integrazione multiculturale nei comuni soggetti a spopolamento. Resistono soltanto i centri che si occupano di accoglienza per i minori, così come prevede l’articolo 12 del DS numero 113 del 2018, che cambia le regole e limita i servizi di accoglienza soltanto ai titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati. Chi invece ha presentato la domanda di protezione internazionale è orientato ai Cas- Centri di Accoglienza Straordinaria. Resistono dunque in provincia di Avellino i centri di Lacedonia e Sant’Andrea di Conza, mentre risultano dimezzati gli Sprar di tutta la provincia, che registrano circa il 50 per cento dei posti vacanti.

A fare il punto sulla questione sarà la cooperativa sociale “La città della Luna” che in occasione della Giornata internazionale del Rifugiato 2019 del 20 giugno, ha promosso a Lacedonia un confronto con esponenti del mondo datoriale, imprenditori e artigiani locali, per uno scambio sulle esperienze in corso  e le prospettive future rivolte all’integrazione sociale e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati e neo maggiorenni ospiti degli Sprar.

“Conoscere Condividere Costruire: esperienze di inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari dell’accoglienza” è il tema proposto dagli organizzatori, che presenteranno i murales nel centro storico cittadino, e offriranno diversi momenti di incontro e confronto. “Il Decreto Sicurezza non ha toccato gli Sprar che si occupano di minori non accompagnati e il centro di Lacedonia ha la possibilità di continuare a lavorare sull’integrazione, e non sull’accoglienza, portando avanti una serie di attività che arricchiscono l’intera comunità” spiega il sindaco Antonio Di Conza. “Fin dalla sua applicazione abbiamo cercato di sollevare le criticità del Decreto, sottolineando l’impegno dei comuni e dei gestori nella salvaguardia dei posti di lavoro e sulla possibilità di valorizzare delle professionalità sul territorio, ma le cose non sono cambiate”.

Il sistema Sprar e l’Accoglienza Straordinaria sono due metodologie molto differenti fra di loro. “Gli Sprar sono sistemi di integrazione cuciti su misure sulle potenzialità di una comunità” continua Di Conza. “Lacedonia ha una dotazione di 16 posti letto che potrebbero arrivare al massimo a 20, e ha scommesso sulla possibilità di integrare ottenendo risultati degni di nota: dall’inserimento abitativo a quello lavorativo, l’attivazione di tirocini e borse lavoro, e infine la scoperta da parte dei cittadini di integrarsi con altre culture. Il lavoro è stato portato avanti con associazioni, enti e istituzioni, oltre che al prezioso contributo della Diocesi che ha messo a disposizione con uso gratuito di un edificio per l’accoglienza. La cooperativa che gestisce le attività lavora in stretta sinergia con il comune e oggi vantiamo il raggiungimento di grandi risultati”.

Ospiti dello Sprar impegnati un un progetto di riqualificazione di arredi urbani- Sant’Angelo dei Lombardi

Un risultato che sarà presentato al pubblico in occasione della Giornata internazionale del Rifugiato, in cui i ragazzi ospiti del Centro, artisti e operatori presenteranno i murales del centro storico, “che raccontano la sensibilità dei ragazzi e la capacità di accoglienza e integrazione che hanno mostrato sia gli ospiti sia i lacedoniesi, che hanno interagito in un unico tessuto socio culturale” argomenta il sindaco.

“All’inizio dell’apertura del Centro ci sono state delle polemiche, relative alla non conoscenza, ma oggi i nostri ospiti rappresentano dei punti di luce per la comunità, che rappresentano anche una motivazione positiva per i nostri giovani, che sono sempre più sfiduciati dalla crisi e da una perdita progressiva di entusiasmo” sottolinea Di Conza. “Il finanziamento al nostro centro è invariato per il triennio in corso: spendiamo 300 mila euro all’anno e ci impegniamo in una rendicontazione dettagliata e puntuale, che ci è valso l’encomio degli ispettori. Siamo determinati a chiedere il rinnovo del finanziamento per continuare questa esperienza e per garantire integrazione e posti di lavoro” conclude.

 

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