Gianluca Festa

A poche ore dalla fine dello scrutinio in città c’è un candidato che ha già impostato la propria piattaforma programmatica e politica per vincere al ballottaggio, è Gianluca Festa. L’ex leader dei Verdi mette nel mirino il Centrosinistra e alcuni autorevoli riferimenti della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare in irpinia, come Nicola Mancino e Giuseppe Gargani (ma ha dimenticato Gerardo Bianco), bombarda i leader del Partito Democratico avellinese, Enzo De Luca e Rosetta D’Amelio, lanciando un appello ai cittadini di Avellino, ai quali chiede sostegno per vincere la sfida con Luca Cipriano e la sua coalizione di Centrosinistra, che al primo turno ha sfiorato il 35 per cento, un punto in più del proprio candidato sindaco.

«Oggi è il giorno dei ringraziamenti», esordisce con la sua dichiarazione diffusa agli organi di informazione. «Voglio rivolgere i miei apprezzamenti a tutta la comunità avellinese per la straordinaria partecipazione e soprattutto alla squadra che mi ha sostenuto con grande impegno e dedizione», ha premesso, «voglio anche ricordare il sacrificio della mia famiglia che mi è stata vicina in questa fase così complicata».

Entrato al ballottaggio alle spalle dell’avversario con i suoi 9.266 voti personali (73 in meno della coalizione, formata da Avellino Vera, W la Libertà, Davvero Avellino e Ora Avellino), pari al 28,67 per cento, Festa si dice certo della vittoria finale, firmando la sua nota come “candidato sindaco di Avellino”, omettendo i riferimenti alla coalizione.

La sua sfida assume caratteri personali e ne spiega la ragione: «Dopo il ballottaggio sarò il sindaco di tutti, e lo farò da uomo libero. Ho scelto di non caricare sulla mia squadra, che sarà quella vincente, i portatori malsani di voti. Coloro i quali ti ricattano per cinque anni, ti tengono in ostaggio e non ti fanno governare», spiega. «Noi, invece, col nostro programma garantiremo cinque anni di stabilità e governabilità. Cinque anni nei quali Avellino finalmente si risolleverà».

E annuncia: «la nostra proposta di governo sarà presentata nei prossimi giorni e su quella chiederemo il voto a tutti gli avellinesi, senza distinzione di colore e di appartenenza». E qui l’affondo: «A differenza di quello che farà il nostro avversario, che dimentica di dire che in prima fila a sostenerlo ci sono Nicola Mancino, Enzo De Luca, Rosetta D’Amelio, Giuseppe Gargani e qualche personaggio che ha rovinato enti locali e che è anche indagato e sotto processo. Ed insieme a loro la gran parte di quegli esponenti politici che, solo un anno fa, il nostro avversario rappresentava sui suoi manifesti elettorali come birilli da abbattere per fare Strike».

Con tutte le forze della Destra e del Centrodestra fuori dalla competizione, fatta salva la lista Si può di Amalio Santoro, la mossa di Festa punta connotare politicamente l’avversario, per ostacolare convergenze programmatiche da parte dei candidati esclusi dal ballottaggio, da Massimo Passaro a Dino Preziosi in particolare.

Conclude assicurando che «la parte migliore della città è con noi. Con noi vince Avellino».


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