Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell'Alto Calore Servizi spa, in audizione parlamentare sulla gestione idrica

Con l’assemblea dell’Alto Calore convocata per oggi, martedì 7 maggio, si conclude la fase emergenziale aperta nel luglio 2018 dalle dimissioni dell’allora presidente Raffaello De Stefano. In quell’occasione i sindaci e il rappresentante dell’ente Provincia di Avellino affidarono il timone al Presidente del collegio dei revisori, cooptandolo per tre anni con il compito di salvare la gestione idrica pubblica. C’era allora l’impegno di fronteggiare il debito consolidato con apporti per ricapitalizzare l’azienda, giunta cinque anni prima, nel luglio del 2013. Fu allora, che il manager della Telecom Raffaello De Stefano fu eletto per evitare un fragoroso default politico oltre che finanziario.

Il voto di domani giunge in circostanze ben diverse. Gli apporti richiesti ai Comuni sono stati mutati in una richiesta di mutuo alla Cassa Deposito e Prestiti, che attende di essere formalizzata giovedì da Michelangelo Ciarcia. In forza di un piano di tagli alla spesa, prepensionamenti e blocco del turn over, riorganizzazione interna ed efficientemente collegato ad investimenti nella manutenzione straordinaria di reti e impianti (a seguire il riepilogo del Piano), con il prestito di 50 milioni da parte della Cdp, l’azienda potrà riassorbire l’esposizione senza l’ingresso dei privati.

Per concretizzare questo passaggio, i sindaci dovranno legittimare i conti del 2018, rinnovando la fiducia a Ciarcia. In caso contrario, essendo già stata bocciata la privatizzazione nel dicembre scorso, la strada obbligata sarebbe un fallimento, che si rientrerebbe sui soci in proporzione alle quote detenute.

Il Sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi

All’ordine del giorno resta la richiesta di azione di responsabilità contro il vertice aziendale proposta dal sindaco decaduto di Avellino Vincenzo Ciampi, intentata allora con l’evidente obiettivo di scaricare le responsabilità politiche su Centrosinistra, Centrodestra e Popolari, che si sono alternati alla guida della società dalla trasformazione dell’allora Consorzio Interprovinciale Alto Calore, sciolto nelle varie spa privo di debiti. L’azione, se approvata, comporterebbe indirettamente riflessi ben oltre il tavolo degli amministratori, considerando che l’attuale debito non nasce in questo decennio.


Il Piano di salvataggio

La sede romana della Cassa Deposito e Prestiti

L’Alto Calore  ha richiesto il mutuo alla Cassa Deposito e Prestiti per finanziare il piano di auto salvataggio. L’azienda pubblica ritiene necessario ottenere un finanziamento da 50 milioni di euro, per assicurare alla strategia elaborata gli strumenti adeguati per l’operatività durante la fase di rilancio della gestione idrica pubblica. Il Sottosegretario di Stato Carlo Sibilia, che in un primo momento aveva frenato sul Piano di salvataggio presentato dall’Alto Calore Servizi al tavolo istituzionale riunito nella sede della Provincia, ha fornito all’amministratore unico della società indicazioni utili ad avviare i contatti con Cdp. Sibilia aveva in un primo tempo chiesto un preventivo passo indietro al manager dell’Acs, ritrovandosi però isolato al tavolo, dove le organizzazioni sindacali hanno rassegnato il proprio sostegno alla iniziativa avviata per garantire la continuità della società e la tenuta dei Livelli occupazionali. Il programma illustrato dall’amministratore unico Michelangelo Ciarcia ha convinto il Vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che lo ha definito serio e innovativo rispetto al passato.

Il Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania interviene alla riunione dell’Eic ad Avellino

IL PIANO CHIUDE UNA FASE PER RILANCIARE LA GESTIONE PUBBLICA. L’Alto Calore ha presentato ai Ministeri e alla Regione Campania un Piano di risanamento non basato sul debito, ma sul riassetto industriale e l’efficientamento energetico e tecnologico di impianti e reti. L’amministratore unico Michelangelo Ciarcia ha chiesto il sostegno delle istituzioni per un salvataggio aziendale che, ad un tempo, mette al sicuro la gestione idrica pubblica, una delle più antiche e significative rimaste nel Mezzogiorno d’Italia, ma garantisce dal 2021 ai soci, i Comuni, una realtà industriale snella, moderna, dinamica e sostenibile. Il Piano, in questo articolo presentato nei suoi punti essenziali, la strategia emerge chiaramente dai numeri formulati. Nel frattempo, il sindacato ha assunto una posizione chiara nei confronti della politica, del Governo e delle altre istituzionali. «Se si vorrà far fallire la società, chi porterà la società per questa strada, scaraventando in mezzo alla strada centinaia di famiglie, se ne assumerà la responsabilità di fronte alla opinione pubblica e ai cittadini irpini e sanniti». In base alle norme attuali, se non passerà il Piano di salvataggio, di seguito illustrato, toccherà alle multinazionali acquisire la gestione del servizio idrico, mediante gara europea pubblica che l’Ente Idrico Campano dovrà bandire quest’anno. La Cisl e le altre sigle sindacali lo hanno ribadito a chiare lettere.

L’ESAME FINALE. I rappresentanti del tavolo istituzionale hanno avuto modo in queste settimane di studiare le proposte elaborate per la gestione del debito consolidato e per la ristrutturazione dell’azienda, alternative all’aumento di capitale, in modo da preservare la natura pubblica dell’Acs. Lo strumento con il quale si intende fronteggiare la mole debitoria è l’accensione di un mutuo trentennale di 50 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti. Queste risorse in entrata, con i tagli alla spesa già realizzati o programmati, attraverso la riorganizzazione dei servizi e il pensionamento ordinario o anticipato di 100 unità entro il 2021, di cui 25 già definite quest’anno, consentono il risanamento dell’azienda e il suo rilancio industriale come gestore in Irpinia e Sannio del,Servizio Idrico Integrato (SII).

I PUNTI CHIAVE. Perni della strategia sono, oltre alla riduzione dei costi del personale, il recupero delle morosità dell’utenza, l’attuazione di progetti di efficientamento energetico, già in parte finanziati, e la riqualificazione delle rete acquedottistica, prevista dalla Regione, che oltre a limitare lo spreco di risorsa idrica, consentirà ulteriori risparmi. Il punto di partenza resta il Piano Pozzoli, con le sue azioni tese al riordino dei conti e gli effetti che lo stesso sta determinando sull’amministrazione ordinaria, che presenta flussi di cassa positivi. Decisiva in questa strategia l’attivazione di un piano di manutenzione straordinaria degli impianti e delle reti, con relativo ammodernamento tecnologico, finalizzato a conseguire ulteriori benefici finanziari su tre piani: quello energetico (riducendo le perdite idriche, si pompa minore quantità di acqua nelle reti, consumando meno energia per azionare le macchine); il costo del personale tecnico (che viene assorbito dai progetti cantieri); quello della minore manutenzione ordinaria (gli interventi incidono sugli ambiti più obsoleti e inefficienti, eliminando le continue riparazioni che oggi gravano sull’azienda).

LA RISTRUTTURAZIONE DELLA SPESA CONSENTE DI SOSTENERE IL RIMBORSO DEL MUTUO DA 50 MILIONI ALLA CDP. In definitiva, dal quadro che emerge dalla relazione vi sarebbero le condizioni per un’inversione di tendenza della difficile situazione economica dell’azienda e per sostenere il costo del rateo mensile del mutuo che l’Acs è pronta a chiedere a Cassa Depositi e Prestiti. Ciarcia, quindi, solleciterà gli attori istituzionali a mantenere gli impegni assunti pubblicamente in precedenza e a supportare l’Alto Calore in questo delicato percorso. Seguono le schede più significative: quella sui pensionamenti e la conseguente riduzione del personale; quelle dedicate alla spesa per impianti idrici e per la depurazione, tecnologie e reti.


Alto Calore, strategia di rilancio. Il Dossier

Dai pensionamenti agli investimenti sull’acquedotto

PENSIONAMENTI ORDINARI E ANTICIPATI E BLOCCO DEL TURN OVER: IL PERSONALE SCENDE DI 100 UNITÀ ENTRO IL 2021, 25 DELLE QUALI GIÀ IN QUIESCENZA DA QUEST’ANNO. Un passaggio significativo della strategia di risanamento messa a punto da Ciarcia e da Pozzoli è la riduzione del costo per il personale, che al momento incide per il 42,7% sul bilancio dell’azienda, ottenibile attraverso un piano di prepensionamento, già concordato con le sigle sindacali ed avviato nel 2018, in virtù di una constatata eccedenza di personale. Ai 21 pensionamenti anticipati del 2018, ai quali vanno aggiunti altri 4 per raggiunti limiti di età, si intende programmare altri 68 prepensionamenti nel triennio 2019-2021, a cui vanno sommati 7 pensionamenti ordinari.

INTERVENTI SU IMPIANTI IDRICI E DEPURATIVI E SULLA RIDUZIONE DELLE PERDITE IDRICHE. Come si evince dalla relazione di Ciarcia, la società Alto Calore Servizi Spa è, allo stato, destinataria di consistenti finanziamenti, su base progettuale, per i quali è stato già sottoscritto il relativo atto di convenzione oppure è di imminente stipula ed altri è pronta metterne in campo, per un ammontare complessivo di circa 50 milioni di euro. Nel contempo, i lavori per ridurre la dispersione idrica comportano un finanziamento assicurato ad Acs che supera i 53,5 Mln di euro rappresentando, quindi, oltre il 90% delle intere risorse messe a disposizione per Irpinia e Sannio (il 10% va a Gesesa e a gestioni comunali autonome).

Settore idrico: impiantistica e tecnologia

Questi i lavori finanziati o in corso di copertura:

  1. Interventi di ampliamento dell’impianto di depurazione comprensoriale del Partenio e dell’Alta Valle del Sabato (AV) – Importo 5,9 mln/euro;
  2. Interventi di ampliamento dell’impianto di depurazione comprensoriale di Rotondi BN5 – Importo 3,5 mln/euro;
  3. Progetto di ottimizzazione del sollevamento della centrale di Cassano Irpino finalizzato al risparmio energetico – Importo 7,5 mln/euro.

«La ricognizione – si legge nel documento – delle infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative a maggiore consumo energetico, la valutazione del livello di vetustà degli impianti e la successiva individuazione delle opere che, in caso di ristrutturazione e adeguamento, possono apportare maggiori benefici in termini finanziari nel prossimo decennio, hanno consentito di individuare ulteriori interventi di settore in grado di ridurre considerevolmente la “bolletta energetica” della Società.

A tal riguardo, sono stati definiti i seguenti progetti:

  1. Ottimizzazione dello schema idrico locale intorno alla Centrale di Cassano Irpino (Scheda 1, per un importo di 6,3 mln di euro)
  2. Realizzazione di un sistema di Energy Metering per la telemetria per il controllo energetico e il telecontrollo delle macchine elettriche; da realizzarsi su 59 impianti energivori di ACS SpA (Scheda 2, per un importo di 0,45 mln di euro)
  3. Riqualificazione, adeguamento e ammodernamento di n. 34 impianti di sollevamento con fornitura di energia elettrica in MT a 20.000V (Scheda 3, per un importo di 4,4 mln di euro)
  4. Riqualificazione, adeguamento e ammodernamento di n. 24 impianti di sollevamento con fornitura di energia elettrica in BT 400V (Scheda 4, per un importo di 0,3 mln di euro)».

Settore fognario e depurativo

  1. a) Ammodernamento e completamento della telegestione degli impianti di depurazione comprensoriali, dei partitori in pressione e dei serbatoi gestiti dalla Società (Scheda 5, per un importo di 12,4 mln di euro);
  2. b) Adeguamento funzionale delle apparecchiature esistenti dell’impianto di depurazione comprensoriale di Manocalzati – AV (Scheda 6, per un importo di 4,3 mln di euro)
  3. c) Adeguamento funzionale delle apparecchiature esistenti dell’impianto di depurazione comprensoriale di Rotondi – AV (Scheda 7, per un importo di 1 mln di euro).

Dispersione idrica, il Piano in Irpinia e Sannio

Capitolo a parte, invece, è quello della ristrutturazione della rete acquedottistica, ormai da tempo malconcia, che fa registrare perdite d’acqua superiori al 50% della massa idrica immessa nelle condutture. «La Regione Campania e l’Ente Idrico Campano – si sottolinea nella relazione che sarà presentata al tavolo istituzionale – nell’anno 2018, hanno richiesto ai soggetti gestori di fornire indicazioni in ordine allo stato delle reti idriche di distribuzione, al loro livello di efficienza e alle problematiche che comportano i frequenti interventi manutentivi. (…) L’EIC ha acquisito, al riguardo, 159 schede tecniche valutate dalla struttura preposta». Alla fine sono stati individuati 58 interventi prioritari ammissibili a finanziamento per un importo complessivo di circa 59 milioni di euro, erogabili in tre anni. Di essi, 49 progetti riguardano interventi di ristrutturazione, ammodernamento e sostituzione di reti idriche interne di distribuzione gestite da Acs Spa.

L’ELENCO DEGLI INTERVENTI PER COMUNE E PER GESTORE INCARICATOFonte delle tabelleConsiglio di Distretto “Calore Irpino” – Ente Idrico Campano – Piano di Interventi della Regione Campania per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione del Distretto Calore Irpino

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