A cura di Ilde Rampino
Il legame profondo con la sua terra, il Portogallo, dominata da due fiumi; lì dove è avvenuta la sua nascita, definita dall’autore come “casuale distrazione del destino” permea tutta la sua vita. Il successivo trasferimento a Lisbona non ha cancellato il marchio originale della sua terra, a cui torna per trarne linfa. Si sente immerso nel paesaggio, ponendo grande attenzione ai particolari: la realtà è diversa e trova tutto cambiato. I ricordi tangibili diventano pregnanti, come il senso di umiliazione di non aver avuto nessuno che gli abbia insegnato ad andare a cavallo per cui si sentiva diverso dagli altri. Il rapporto profondo che lo legava a suo cugino, “era cattivo, ma aveva un cuore”gli faceva compagnia: egli si sente utile quando avverte il disagio di alcuni compagni di scuola e si avvicina a loro, forse per gettare un ponte tra le loro solitudini.
Egli, bambino, i cui battiti del cuore erano scanditi dal terrore della notte e dagli incubi notturni, era circondato da personaggi originali come i suoi vicini o come la Pezuda, oggetto di scherno da parte di tutti a causa dei suoi piedi troppo grossi. Una sensualità precoce ed irriverente e divertimenti semplici caratterizzavano le sue giornate, perché si rendeva conto che il tempo trascorreva lento per loro bambini e la vita in campagna, immerso nei suoni della natura, faceva scaturire il suo desiderio profondo di autenticità.
L’autore avverte in sé la presenza di una duplice identità: Saramago, soprannome della famiglia aggiunto per errore al suo cognome, quando la sua nascita viene registrata, gli dà un “carattere” particolare, perché suo padre assumerà anch’egli quel soprannome. La sua infanzia, resa difficile dalla sua famiglia particolare, di cui racconta aspetti ed episodi strani, “piccole memorie”, ma significative, la durezza del carattere dei nonni a cui spesso lo affidavano, gli fanno capire quando sia importante il rapporto tra genitori e figli e il rispetto che bisogna avere verso i giovani, per dar loro la possibilità di crescere. La presenza ingombrante, ma stranamente naturale dei figli illegittimi gli dà una grande apertura mentale e lo rende più libero di accettare qualsiasi mutamento nella propria vita, come quando lo affidano a una famiglia per farlo andare a messa, mentre il padrone di casa in cui la madre fa la cameriera si interessa a farlo studiare e lo iscrive in una scuola privata dove imparerà a scrivere.
Particolareggiate sono le descrizioni delle case rustiche, che rappresentano un microcosmo, in cui la “casa-di-fuori” in cui sostavano i bambini, era una sorta di appendice, distaccata dal resto della casa…una loro realtà a parte. “La cucina era il mondo”, dove la “bambola del focolare” si ergeva a protezione della casa, come i Lari nelle antiche case romane. La passione per la lettura, che lo rendeva bravo a scuola, non gli impediva di avere rapporti con i compagni che si dedicavano a giochi violenti. La sua infanzia fu caratterizzata da grandi cambiamenti sia materiali – la sua famiglia si trasferì più volte – che interiori, come la morte del suo fratellino a quattro anni che ebbe un profondo impatto emotivo sul suo animo. Fondamentali per la sua formazione sono stati gli adulti, persone umili dedite al lavoro, come il ciabattino, da cui apprende tanto, anche a livello di umanità o il nonno, di cui serberà sempre nella sua memoria l’immagine di lui, curvo sotto la pioggia e che quando avrà il presentimento che la sua fine è arrivata, si congederà dagli alberi e dai frutti che hanno costituito il suo vero mondo.
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