«Intendo mettermi in gioco in prima persona e dare un contributo alla mia città, spendendo esperienze e competenze maturate nel sociale». A parlare è Antonio Cosmo, esponente del Pd, da anni impegnato nell’associazionismo cattolico ed ex segretario della Consulta disabili del Comune di Avellino, candidato di “Ora Avellino”, la lista promossa da Petitto, che sostiene la corsa di Gianluca Festa.

Qual è l’obiettivo di Ora Avellino?

«Far tornare protagonisti i cittadini. Abbiamo costruito l’associazione con l’obiettivo di creare uno spazio libero ed autonomo di confronto e di proposta per il rilancio del capoluogo. Purtroppo nei partiti la discussione langue o è asfittica. Prevalgono altre logiche che sono lontane dalla vita quotidiana delle persone. Non a caso oggi la gente è sempre più sfiduciata da politica ed istituzioni».

Il vostro progetto su quali punti fermi si fonda?

«Pensiamo che la politica ed una amministrazione pubblica virtuosa debbano saper conciliare l’esperienza con il rinnovamento. Il cambiamento, comunque, non è tanto un fatto anagrafico, quanto una questione di metodo. Il punto di partenza debbono essere i bisogni della comunità. La lista, dunque, tiene assieme militanti e dirigenti di partito, persone del tutto nuove alla politica, candidati che hanno già rivestito incarichi elettivi e pezzi di società civile».

Perché avete deciso di sostenere la candidatura di Gianluca Festa?

«E’ stata una scelta innanzitutto programmatica. Le sue priorità, le periferie, le politiche sociali, il forte sentimento di identità con la comunità avellinese, l’esigenza di una amministrazione efficiente, sono anche le nostre. La città ha bisogno di risposte concrete. Ormai è da troppo tempo ferma al palo. Festa è la persona giusta che può dare uno scossone salutare ed invertire la tendenza». (Leggi l’articolo)

Si è però determinata una frattura con altre componenti del Pd.

«Non è dipeso da noi. Il Pd ha evitato un confronto vero. Non si è voluto giocare in campo aperto, perché qualcuno evidentemente preferiva controllare e condizionare le scelte, anziché stimolare la partecipazione democratica. Alla fine, sono stati esclusi pezzi di partito, calando le decisioni dall’alto. Gli iscritti e la stessa linea del Pd sono state mortificate. Basta guardare la lista: è stata appaltata all’esterno. Ma non ci interessa affatto fare polemiche. Vogliamo raggiungere un risultato utile per Avellino. Altri, invece, appaiono sempre più nervosi. Significa che si rendono conto che c’è più di qualcosa che non va».

Quali sono, quindi, le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?

«Non si può soltanto dire come la si pensa, ma è necessario agire ed assumersi la responsabilità fino in fondo. Credo di poter mettere a disposizione del progetto e della città le esperienze maturate nel contatto quotidiano con tante persone, con i giovani, con i problemi concreti. Ma soltanto dopo aver avuto garanzie sulle priorità di intervento della coalizione, mi sono deciso».

Da dove parte la sua campagna elettorale?

«Sicuramente dalle periferie, che vanno riqualificate e connesse ed integrate al centro del capoluogo. C’è una grande dignità in questi quartieri e spesso potenzialità inespresse, che andrebbero valorizzate. Bisogna ripartire dalle risorse di Avellino: E’ questa la premessa per la rinascita del capoluogo, insieme ad un disegno amministrativo chiaro».

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