«Rappresento il volto pulito d Avellino. Tutti gli altri hanno governato o hanno fatto una finta opposizione e sono quindi responsabili o complici del disastro amministrativo». E’ quanto sostiene Massimo Passaro, candidato sindaco di “Cittadini in movimento».

Dovendo competere con partiti più o meno organizzati e con coalizioni di liste, non teme che nell’elettore possa prevalere la logica del voto utile?

«Bisognerebbe chiedersi quale sia effettivamente il voto utile. Non è forse quello che si da ad una persona onesta, che si candida per dare un contributo alla propria città, che ha idee e proposte per migliorare la qualità della vita della comunità?».

A chi le dovesse contestare che per governare una città non bastano le idee, ma bisogna conoscere la macchina amministrativa e che l’esperienza sicuramente conta, cosa risponderebbe?

«Non ho mai rivestito un incarico amministrativo, ma alle mie spalle ho maturato un percorso politico ed associativo. Credo che un professionista abbia delle competenze da mettere a disposizione della città. Se poi ci si occupa di diritto degli enti locali, come me, ritengo si possa sostenere legittimamente di conoscere il funzionamento della macchina comunale. La mia gavetta, insomma, l’ho fatta».

Quali sono le sue priorità programmatiche?

«Il nostro programma affronta e prova a dare risposte concrete ai diversi problemi della città: dall’abbattimento delle barriere architettoniche, al contrasto dell’inquinamento, alla sicurezza urbana, soprattutto nei quartieri periferici. E’ necessario riorganizzare i servizi al cittadino, in particolare per le fasce sociali più deboli e per chi è in condizioni di disagio. Avellino può essere trasformata in una città con trasporto elettrificato. Andrebbe completamente modificata la concezione e la struttura della cosiddetta metro leggerà. Ci sono soluzioni moderne, che rispondono all’esigenza della mobilità ed abbattono i livelli di inquinamento. E’ necessario poi ampliare la rete di videosorveglianza, grazie ai finanziamenti previsti dal governo, rafforzando la presenza della polizia municipale nei quartieri e utilizzando i droni per le ricognizioni aeree. Ma c’è dell’altro».

Dica pure…

«Penso al riassetto delle manutenzioni, di cui si avverte il bisogno. Punterei sull’internalizzazione del servizio. Troppo spesso vediamo un’inadeguata cura del verde, che purtroppo diminuisce sempre più. Negli ultimi tempi c’è stata proprio un’avversione nei confronti di parchi e giardini. Le piazze diventano sempre più lastre di cemento o pietra. In Piazza Libertà si è reso inutilizzabile l’unico lembo verde esistente, che il vescovo di Avellino si era preso carico di curare, creando anche un sistema di irrigazione, che con l’installazione delle “ali della libertà” si è reso inutilizzabile».

Tra le battaglie che ha annunciato di voler fare c’è quella contro la delocalizzazione ed il decentramento di servizi e uffici.

«Sì, certamente. La città non può essere privata delle strutture di cui dispone, che invece vanno valorizzate e rese sempre più fruibili. In modo specifico penso al futuro della città ospedaliera. C’è il rischio di un depotenziamento. L’ipotesi di un trasferimento di Geriatria ed Oculistica a Solofra penalizzerebbe il capoluogo, ma anche tanti centri limitrofi. Senza contare che questi reparti hanno bisogno del supporto anche di altri specialisti. C’è quindi il rischio di offrire prestazioni inadeguate o di un ulteriore smantellamento. Va quindi rivista la decisione. E bisognerebbe, invece, investire sulle campagne di prevenzione».

Come pensa, dunque, di rilanciare Avellino?

«Non solo rendendola più vivibile, ma elaborando un’idea di città, un disegno strategico, che la renda attrattiva e produca economia. Occorre valorizzare le risorse naturali, architettoniche, storiche del territorio. Possiamo diventare l’epicentro di itinerari turistici, religiosi, enogastronomici, paesaggistici. Dal Santuario di Montevergine, alla linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio. Potrebbero anche essere convogliati i flussi delle navi da crociera».

In caso di ballottaggio tra altre formazioni politiche, sarebbe pronto a sancire delle alleanze e con chi?

«Davvero non saprei chi scegliere. L’anno scorso demmo il nostro sostegno al M5S, che non è stato in grado di governare. Questa volta potremmo decidere di andare al mare».

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