Le nocciole irpine parte importante della produzione nazionale italiana

Coldiretti prepara la nascita di “Irpinia in guscio”, una rete di imprese e produttori che si uniscono per fornire nocciole alla Ferrero, impegnata ad attingere in misura sempre maggiore alle materie prime italiane per alimentare la propria filiera dolciaria. Lo fa sapere Salvatore Loffreda, che a Nuova Irpinia spiega l’impegno in corso sul progetto.

L’ACCORDO DI RIFERIMENTO SIGLATO PER LA BASILICATA. La rete di imprese “Basilicata in guscio”, espressione di 46 aziende agricole lucane, fornirà nocciole alla Ferrero, in base al progetto “Nocciola Italia”, promosso dalla Ferrero Hazelnut Company. La divisione interna del gruppo Ferrero ha l’obbiettivo di realizzare “nei prossimi cinque anni, ventimila ettari di nuovi noccioleti” in Italia. L’accordo coinvolge gli agricoltori lucani che hanno impiantato circa 200 ettari di nocciole su tutto il territorio.

Il logo di Coldiretti nella sede dell’associazione ad Avellino

“IRPINIA PRONTA”. In Irpinia è in corso un “ragionamento sulla contrattazione”, ha spiegato il rappresentante irpino di Coldiretti Avellino Salvatore Loffreda. Nei mesi precedenti le imprese agricole irpine hanno mostrato interesse per una fornitura alla Ferrero delle proprie nocciole. E non si esclude che Coldiretti Campania possa avere aperto un dialogo con la multinazionale di Alba, a proposito di nuovi investimenti in Irpinia. Se Ferrero Halzelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero ha annunciato la realizzazione in Italia di 20mila ettari di nuovi noccioleti nei prossimi cinque anni in Basilicata, la vocazione nazionale della nocciola irpina potrebbe consentire anche di più.

SUL TAPPETO UNA PROSPETTIVA INDUSTRIALE CHE RAFFORZEREBBE IL LEGAME CON IL TERRITORIO. L’ipotesi è molto ambiziosa. Si tratterebbe di raggruppare la intera filiera della nocciola: la coltivazione delle aziende agricole Ferrero, lo sviluppo della coltivazione del nocciolo presso gli agricoltori, la ricerca e lo sviluppo agronomico, il sourcing, la trasformazione industriale, e la vendita di prodotti e semilavorati a base nocciola. Come è possibile apprendere dalle comunicazioni diffuse dal portale del gruppo, il ramo Ferrero ha la mission di sviluppare su scala globale il settore corilicolo, ponendosi come attore di riferimento per l’innovazione, le buone pratiche agricole e la sostenibilità territoriale.

IL referente provinciale di Coldiretti ad Avellino, Salvatore Loffreda

“Tutto dipende dalle quantità che chiederanno, ma la strategia adottata dalla Basilicata sarà sicuramente emulata anche dalla Campania: seguiremo a ruota il loro lavoro” continua Loffreda. “Una volta raggiunto un accordo di massima ci occuperemo di mappare i terreni e verificare le disponibilità in provincia di Avellino. Ad oggi siamo impegnati in prima linea sulle misure del Psr, per cui chiediamo alla Regione Campania non solo di finanziare l’agroalimentare, ma di spingere sui progetti di filiera in modo tale da costruire un percorso di produzione che includa le materie prime e le preservi per valorizzare il territorio di provenienza” continua.

La battaglia della Coldiretti si concentra al momento sulla necessità di preservare l’etichetta e il marchio del Made in Italy, esplicativo non solo del luogo della manifattura, ma anche sulla composizione delle materie prime. Non basta che la crema spalmabile certifichi la produzione negli stabilimenti di Sant’Angelo dei Lombardi, ma che venga realizzata con materie prime italiane, a partire dalle nocciole.

La Ferrero di Sant’Angelo dei Lombardi, nell’area industriale di Porrara

 

“Abbiamo bisogno di guardare all’agroalimentare come alla massima espressione del Made in Italy, esplicativo del rispetto delle norme contrattuali dei lavoratori, della manifattura e produzione delle materie prime, della qualità del prodotto. Requisiti che devono riguardare tutta la filiera nel suo complesso” conclude.

L’accordo stipulato in Basilicata è il primo chiuso dal Gruppo Ferrero nel Mezzogiorno, e prevede l’impegno da parte della multinazionale di acquistare almeno il 75% delle nocciole prodotte dalla rete per i prossimi venti anni e garantisce ai produttori, in ottica di lungo periodo un prezzo minimo di acquisto. Come già riportato in altre occasioni, il Progetto Nocciola Italia prevede un ventaglio di vantaggi per le aziende agricole che scelgono di aderire al percorso, a partire dalla messa a disposizione delle tecnologie utili a gestire le piantagioni, a monitorare lo stato di salute delle piante, e fino all’adesione ad un rigido disciplinare. Come apprendiamo dalle informazioni della stampa lucana, per realizzare un impianto di nocciolo secondo il disciplinare Ferrero occorrono mediamente circa 10mila euro ad ettaro in cinque anni, prima di effettuare la prima raccolta, e suddivisi tra costi di impianto iniziale e spese di gestione, dell’impianto con rendimenti annui che possono raggiungere anche i 7 mila euro netti ad ettaro per anno.

Non è stato casuale infatti in Basilicata, la stipula della convenzione tra Rete di imprese Basilicata in Guscio e Banca CreditAgricol presso la sede della Coldiretti Basilicata, in quanto è stato sottoscritto un accordo tra la stessa Rete e CreditAgri Italia, s.c.p.a, per la concessione di garanzie a sostegno del credito. L’accordo con la multinazionale dolciaria rappresenta un elemento di garanzia di grande rilevanza per gli istituti di credito, che offrono agli agricoltori la possibilità di affrontare l’investimento a condizioni vantaggiose.

Hazelnut Company ha un portafogli di più di 3mila collaboratori, sei aziende agricole Ferrero in giro per il mondo (Cile, Argentina, Georgia, Sud Africa, Australia e Serbia), otto impianti di trasformazione (5 in Turchia, 2 in Italia e 1 in Cile), cinque unità commerciali (Lussemburgo, Italia, Turchia, Francia e Regno Unito), più di 150 milioni di compagnie coinvolte, con una produzione di oltre 160mila tonnellate di nocciole all’anno, e di queste 108mila superano i requisiti qualitativi Ferrero. L’irpinia deve ambire ad entrare in questo complesso programma di sviluppo della filiera ed esprimere il suo potenziale.


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