Si Può, Santoro: Avellino ha l’opportunità di scegliere il proprio futuro. Noi l’unico vero centrosinistra in campo

Il candidato sindaco di Avellino ed ex consigliere provinciale chiarisce gli obiettivi amministrativi ed il percorso politico della compagine progressista.

«La città di Avellino ha l’opportunità di scegliere il proprio futuro: se continuare in direzione della politica mercantile, che ha prodotto i disastri che sono sotto gli occhi di tutti, o imboccare la strada del cambiamento». Ad affermarlo è Amalio Santoro, candidato sindaco della lista Si Può – Centrosinistra, la formazione composta da Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione Comunista, pezzi del Pd che hanno vissuto l’esperienza amministrativa del sindaco Di Nunno ed esponenti della società civile.

Come si concretizza il rinnovamento della politica?

«Rimettendo al centro il bene comune, l’interesse generale, le idee. Significa ridare speranza ai cittadini, superando personalismi ed opportunismi, dando risposte ai problemi della comunità e dimostrando di essere realmente indipendenti dai condizionamenti esterni, trasparenti nella gestione della cosa pubblica, ma soprattutto attenti alle esigenze del territorio».

Quali sono le priorità su cui intervenire?

«Innanzitutto le questioni sociali. C’è un pezzo di comunità che vive quotidianamente, e spesso silenziosamente e nell’indifferenza generale, la drammatica condizione di non riuscire ad andare avanti, soprattutto in questa lunga fase di crisi economica. Ci sono cittadini che chiedono alle istituzioni un aiuto e servizi efficienti. E’ necessario quindi intervenire con misure adeguate e mirate, che possano incidere positivamente sulla vita delle persone».

In che modo?

«Creando le condizioni per una migliore vivibilità. Partendo dalla rivoluzione della normalità, per arrivare poi alle grandi questioni strategiche. Una rete di garanzie sociali, più asili comunali, più verde, provvedimenti efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico, ridurre la pressione fiscale, mettere in campo un modello di sviluppo praticabile. E’ necessario progettare il futuro di Avellino e dei giovani, che sempre più numerosi vanno via in cerca di opportunità».

Come si può trasformare il volto della Città?

«Fermando cementificazione e speculazioni, programmando funzioni pubbliche adeguate, investendo sulla cultura e sui saperi, valorizzando le risorse locali, creando – insieme alle altre istituzioni – condizioni concrete di crescita economica ed occupazionale, rompendo l’isolamento in cui sono relegati il capoluogo irpino e la provincia. Su quest’ultimo punto credo ci sia da giocare una sfida importante».

Dica pure…

«Avellino deve tornare ad essere un interlocutore intelligente delle altre realtà della Campania. Non possiamo essere ripiegati su noi stessi, sulle nostre difficoltà. Dobbiamo riprendere il confronto con le zone costiere. E’ qui che la buona politica, il ragionamento di largo respiro, la lungimiranza possono fare la differenza».

Intanto, però, c’è da fare i conti con le divisioni che si registrano nell’area politica del centrosinistra e l’autoreferenzialità di una classe dirigente, poco attenta a ciò che succede attorno. Non crede?

«Il nostro obiettivo era la costruzione di un campo di centrosinistra largo e di qualità, che avesse il coraggio di rompere con vecchie pratiche, capace di rinnovarsi anche nei nomi. Ma non è stato possibile, nonostante il generoso contributo messo in campo da noi, da altre realtà e che è emerso nelle assemblee pubbliche organizzate dall’associazione Controvento. C’è chi ha preferito confermare lo status quo, non volendo rinunciare a pezzi di potere».

A quel punto avete deciso di andare per la vostra strada.

«Abbiamo provato a costruire un’ipotesi alternativa, anziché decidere di stare a casa, mettendo in campo l’unica proposta vera di centrosinistra. Altrove, invece, ci sono i soliti, quelli che sono responsabili della deriva politica, dell’arretramento e dello scempio della città».

Come affronterete questa campagna elettorale?

«Non è una sfida semplice, ma siamo motivati ad andare avanti, perché soltanto così è possibile determinare un nuovo protagonismo democratico, un’idea diversa di politica ed una prospettiva per Avellino».

 

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