La sede dell'Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

“Sull’Alto Calore il M5s ha gettato la maschera: a loro non interessa il futuro della gestione pubblica, ma semplicemente cambiare i vertici”.

Così in una nota il Comitato Acqua Pubblica, che stigmatizza il mancato avallo del Piano di risanamento da parte del Sottosegretario di Stato, Carlo Sibilia.

“Il M5s  non è interessato alla gestione pubblica di ACS e specialmente il sottosegretario Sibilia”, si legge in una nota, dove si parla di attacco alla gestione idrica pubblica.

“L’attacco viene da due fronti, che vogliono distruggere la democrazia ignorando il referendum del 2011”.

Da un lato si punta l’indice contro il riassetto societario della GESESA, partecipata da ACEA. “Non essendo ancora riuscita a diventare socia di ACS (ma poco ci manca), temendo che la proposta di legge Daga venga approvata, d’accordo col comune di Benevento ha deliberato per il prolungamento della società fino al 2050”.

Il riferimento è alla riforma che abolisce, e approvata, la gestione privata, ma solo alla scadenza dei contratti in essere.

“Una seconda delibera prevede un aumento di capitale con contestuale rinuncia al diritto di opzione da parte del Comune di Benevento che scende dal 38 al 35%”. Per il Comitato la Gesesa punta ad accaparrarsi i Comuni sanniti oggi nel capitale dell’Alto Calore.

Il secondo fronte dell’attacco riguarda proprio la società pubblica di corso Europa.

“Ieri al tavolo della provincia il M5s ha buttato giù la maschera: in effetti loro non sono interessati alla gestione pubblica dell’acqua, ma solo a gestire il potere, vogliono sostituire l’amministrazione di ACS e cacciare il Pd”.  E affondano il colpo; “La condizione imprescindibile per il sottosegretario Sibilia per evitare la privatizzazione sono le dimissioni di Ciarcia. Ma al tavolo del 21 gennaio invece, si era parlato del prestito di 50 milioni da parte della CDP per evitare il fallimento e conseguente privatizzazione. Quindi se Ciarcia non si dimette, niente prestito e niente acqua pubblica”, scrivono testualmente.

Per il Comitato si sono invertite le parti. Chi apriva la strada al privato, l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia e il Vicepresidente della Giunta Regionale Bonavitacola, oggi si battono per salvare l’Alto Calore pubblico, mentre i 5s oggi affossano le prospettive dell’acqua pubblica.

“Sibilia è tornato addirittura al concordato in continuità. Cioè è stato rimesso tutto in discussione e siamo tornati al punto di prima. La strada della privatizzazione è aperta. I comuni non hanno risorse per ricapitalizzare e quindi c’è bisogno di un socio privato (il socio privato beneficia di condoni e rateizzazioni a fronte di un guadagno che supera i debiti).  Sibilia se fosse davvero stato interessato alla gestione pubblica non avrebbe posto tanti ostacoli e non avrebbe fatto entrare la campagna elettorale al tavolo della Provincia”.

A questo punto, per il Comitato “la cosa da evitare con urgenza è la privatizzazione”.

Ssostituirei deve procedere con la richiesta di prestito alla Cassa Deposito e Prestiti, unico soggetto titolare a valutare se il piano di risanamento è credibile e affidabile. “Ancora una volta chiediamo che i partiti restino fuori da ACS”. E si conclude:  “C’è ancora un flebile filo di speranza ed è il prossimo tavolo dopo la presentazione del bilancio di ACS”.


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