Torrioni, Donnarumma: coltivatori in affanno, il Vino non basta a fare economia

Il primo cittadino lancia la candidatura al terzo mandato di uno dei borghi più piccoli della provincia di Avellino chiamati al rinnovo delle cariche amministrative. Alle prese con il dramma dello spopolamento e delle partenze sempre più frequenti dei giovani, sottolinea il divario economico che insiste fra chi commercia il vino e chi produce le uve, e chiede un intervento politico

Virgilio Donnarumma si candida al terzo mandato al Comune di Torrioni, uno dei centri irpini più piccoli chiamati al rinnovo delle cariche amministrative. Alla vigilia della presentazione ufficiale delle liste, un gruppo di giovani è in attività per costruire l’alternativa e sottrarre il governo del paese ad un’amministrazione in carica già da dieci anni. Seicento abitanti e ottocento elettori sono chiamati al voto nella prossima tornata, per fare il punto sulla situazione attuale del paese, il suo ruolo nel contesto provinciale e la sua incidenza nell’evoluzione del comparto vinicolo provinciale. Torrioni infatti, comune di cerniera fra l’Irpinia e il Sannio, viene considerato il cuore pulsante della produzione vinicola legata al Greco di Tufo e rappresenta una voce autorevole nel comparto.

“Torrioni vive il dramma dello spopolamento e dell’abbandono del paese da parte dei giovani, su cui investiamo dal punto di vista della formazione per mandarli all’università, per specializzarli, e che non trovano qui nessuna possibilità di spendere i titoli acquisiti” commenta il sindaco Donnarumma, che descrive il contesto socio economico che dovrà affrontare la campagna elettorale. “Ci confrontiamo ogni giorno con il dramma dell’allontanamento delle risorse migliori, perchè non abbiamo nessun segnale dalle politiche sovra comunali, e con la scarsezza delle risorse comunali, possiamo fare ben poco” continua.

“Torrioni rappresenta l’emblema del piccolo borgo della Campania interna, e del Mezzogiorno d’Italia, che sta duplicando gli sforzi nella produzione vinicola legata al Greco di Tufo, ma che non riesce ancora a ribaltare il trend negativo di crescita e mettere un freno allo spopolamento” spiega. “L’orizzonte dei piccoli comuni è quello di far arrivare risorse utili. La nostra vocazione è senza dubbio il vino di qualità, legato al Greco di Tufo e alla DocG, ma a tutt’oggi non rappresenta per noi un volano di sviluppo”.

“Nonostante la presenza di cantine di prestigio e di marchi riconosciuti a livello internazionale, non si genera una sufficiente economia sul territorio, tale da consentire ai giovani di investire qui e restare. Come amministrazione ci sforziamo per fare in modo che le risorse vengano investite nella promozione, con iniziative a favore degli imprenditori, e ci sforziamo per intercettare fonti di finanziamento sovracomunali, ma è anche vero che la burocrazia frena i processi, ed è sempre più avvolgente.

Le iniziative imprenditoriali presenti in paese non sono sufficienti a caratterizzare l’economia locale. “Quello che resta sul territorio è davvero poco, rispetto alle energie e agli sforzi messi in campo: l’utile va a chi commercializza e a chi vinifica, ma chi produce le uve viene tagliato fuori, e sostiene un impegno economico che non viene ripagato. I giovani non sono abbastanza attratti a questo settore”.

Uscire dall’isolamento del campanile, per Donnarumma sarà la vera svolta. “Mi farebbe piacere creare insieme agli altri piccoli comuni, una ragnatela di interessi e problematiche condivise, per discutere di prospettive più realistiche, ma anche per acquisire maggiore capacità di forza e contrattazione con i livelli sovracomunali”.

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