Scorcio della frazione storica di Valle, sviluppata come quartiere dopo il terremoto del 1980

Da un anno ad Avellino non si parla più del programma di rigenerazione urbana che avrebbe dovuto ridisegnare il volto di una delle due frazioni storiche del Capoluogo, Valle Mecca. Dall’ultimo provvedimento, la delibera di Giunta adottata dalla Giunta guidata da Paolo Foti nell’aprile del 2018, non si ha traccia di questo progetto, che il Comitato ricorda essere stato celebrato con grande enfasi all’atto della sua presentazione.

Paolo Foti ai tempi in cui era Sindaco di Avellino, nell’ufficio al primo piano di piazza del Popolo

«Era un progetto pilota salutato con enorme entusiasmo anche dagli uffici della Regione Campania», scrivono in una lettera aperta rivolta al Comune di Avellino, alle forze politiche e sociali, ma soprattutto alla città. «Poniamo interrogativi legittimi ai competenti uffici di Piazza del Popolo», scrivono. «Se l’Europa ci ha chiesto di progettare le città insieme ai loro abitanti per realizzare interventi utili e sostenibili, si rispetti questa volontà», ricordano in un passaggio di questo documento riportato integralmente di seguito. Sono due attualmente gli obiettivi che l’amministrazione ha inserito nel Pics, Piano Integrato Città Sostenibile del Comune di Avellino, riguardanti Valle. Uno destina al quartiere l’Istituto di Ricerca sulle devianze dello sviluppo e sulle disabilità dell’infanzia, con la realizzazione di alloggi a rotazione e Parco dell’infanzia. Il secondo prevede la realizzazione del Centro servizi e di “appartamenti sociali” nella frazione. Il Comitato Civico chiede lumi sul destino dei residenti in questo quartiere, del risanamento urbanistico di un ambito urbano che conserva un centro storico, in un contesto non definito, sviluppatosi sull’emergenza del terremoto del 1980 senza una identità propria, né un collegamento funzionale alla città di Avellino.


Che fine farà il progetto Valle? Diteci la verità!

Documento del Comitato Civico di Valle

Salutata come il sol dell’avvenire, la chiave di volta per la rinascita urbanistica della città, l’esperienza di progettazione partecipata lanciata dal Comune di Avellino nella realtà di Valle, come larga parte delle sue intuizioni migliori, si è da mesi eclissata dai radar della democrazia.

Il Comitato Civico “La Voce di Valle” chiede di conoscere il destino riservato al progetto di rigenerazione di una parte del nostro quartiere: un progetto pilota salutato con enorme entusiasmo anche dagli uffici della Regione Campania. Interrogativi legittimi, che il nostro comitato pone ai competenti uffici di Piazza del Popolo sulla scorta di due punti:

  1. Le modifiche apportate all’impianto originario immaginato dai cittadini durante i laboratori di progettazione, da presentare in sede di assemblea plenaria
  2. L’assenza dei presupposti necessari a realizzare il progetto, ovvero l’assegnazione reale degli alloggi destinati ai residenti dei prefabbricati che insistono sull’area di intervento.

Un intervento che, allo stato, appare un irrealizzabile libro dei desideri. Dopo il percorso avviato quasi tre anni fa, di fatti, nessun nuovo cenno è mai arrivato dagli uffici comunali a parte i pagherò raccolti nel corso dei vari incontri con gli amministratori succedutisi tra il 2018 ed il 2019. L’ultimo atto concreto di cui si ha notizia, oltre all’approvazione del Programma Integrato Città Sostenibile riguardante anche Valle, è la delibera di Giunta Comunale numero 89 dell’aprile 2018. In quell’atto di indirizzo politico si è parlato, per la prima volta in assoluto, del caso dei prefabbricati di via Pirone, fino ad allora completamenteassenti da qualsiasi piano di spostamenti realizzato.

Ad oggi, il dialogo con la base sull’evoluzione del progetto si è interrotto, verosimilmente perché in nessuna delle tante notizie – più o meno fondate – che si stanno succedendo in materia di assegnazioni alloggi si fa cenno a Valle. Nessuno che spieghi alle famiglie di Valle se la delibera 89 verrà o meno applicata.

Noi chiediamo pertanto risposte: diteci la verità! Diteci se questo progetto s’a da fare o no.

Chiediamo onestà, chiarezza, correttezza: i cittadini meritano rispetto, soprattutto per il loro impegno a servizio di un cambiamento costruttivo. Del resto, chi lavora a Piazza del Popolo lo sa: il nostro è sempre stato un approccio di dialogo con l’amministrazione della città. Una politica degli esempi che andasse contro quella della lamentela e della rassegnazione. In tal modo, però, tutto questo lavoro – anche fisico – rischia di essere irrimediabilmente compromesso, screditato e il suo patrimonio sociale disperso.

Noi non vogliamo essere né oggetto di mercato elettorale – cosa che, ahinoi!, sta già accadendo – né essere presi in giro. Se l’Europa ci ha chiesto di progettare le città insieme ai loro abitanti per realizzare interventi utili e sostenibili, si rispetti questa volontà. Si dia forma alla modernità, alla democrazia. In alternativa, si abbia il coraggio di dire la verità, ovvero che Avellino non è pronta: non è pronta per sfide politiche così alte. Anche perché la politica, ad Avellino, latita ormai da tempo.

La Voce di Valle chiede di rompere il silenzio seguito all’ultima richiesta di incontro, chiede di essere ricevuta dagli organi competenti e di avere risposte certe sulla realizzabilità del progetto così come prospettato ai suoi committenti: i cittadini di Valle e di Avellino.

 

 

 

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