Nusco, lettera aperta di Franco Mangialardi ai candidati irpini

Giornalista de Il Corriere della Sera e autore del volume "Cattolici per l'Italia. Unità, presenza, progettualità. Note di un diario", Mangialardi offre uno spunto di riflessione sulle comunità irpine alla vigilia della tornata amministrativa di maggio

Scrive una lettera aperta ai candidati a sindaco lo scrittore e giornalista Franco Mangialardi, co- autore insieme a Raffaele Bonanni, del testo “Cattolici per l’Italia. Unità, presenza, progettualità. Note di un diario” edito nel 2011 da Gruppo Editoriale Viator.

Riceviamo e pubblichiamo.

“Lettera aperta ai candidati a Sindaco. In Irpinia, a Nusco, le terre della bellezza in attesa di rinascita. Di lavoro e sviluppo.

Dopo vari decenni mi trovo a vivere a Nusco i mesi dove si ipotizza inizino i dibattiti sulle vicende politiche/amministrative. Dovrebbero essere evidenti i dibattiti. Oggi si vive invece il silenzio. Tutto avviene in silenzio: un triste silenzio! Domina un tatticismo esasperato. E’ paura? Solo cinque anni orsono mi trovai ad esaminare alcune possibilità di intervento. Possibilità che ritenni non confacenti per una serie a mio avviso di esaurienti discernimenti. Innanzitutto i limiti della mia persona. Si trattò di lasciare lo spazio politico ad altri soggetti maggiormente inseriti nel conteso cittadino oltre ad essere  soggetti più capaci, più meritevoli di riconoscimento. E ora vivo da mesi a Nusco.

Ho riscoperto alcune cose, costumi, sentimenti, attenzioni piacevoli; ho scoperto altre che creano rammarico. Non avendo alcun interesse politico/amministrativo mi sia permesso rivolgere qualche riflessione alle varie persone che chiaramente o sottotraccia pensano di candidarsi o aspirano ad essere candidati a sindaco. La politica è innanzitutto servizio verso il bene comune. E’ capacità di rispondere alle attese e alla speranze dei cittadini. E’ capacità di coinvolgere i cittadini nelle scelte che disegnano/prospettano un futuro. E’ atto di solidarietà verso i poveri, gli ammalati, verso chi prova il dolore della solitudine e della disattenzione. Non è mai un atteggiamento contro ma per. La politica non è un contratto- ti do se mi dai- ma più semplicemente l’espressione di una capacità progettuale. Un progetto solidale e di solidarietà.

La politica non è maldicenza, conflitto per il conflitto, mugugno. Nusco (con l’Irpinia) è piena di cose belle e il merito va a chi ieri e a chi oggi ha promosso la bellezza del Paese. In tanti vengono a Nusco per ammirare i siti vecchi e nuovi, i palazzi, le chiese, le strade e le piazze risistemate, le ville. Un paese meraviglioso e reso ancor più meraviglioso. Ma ora Nusco, insieme a tanti altri paesi irpini, ha bisogno di disporre un progetto per il futuro. Alcun paese da solo può costruirsi e gestire un progetto ad hoc, per se stesso. Deve essere proposto un progetto come un insieme sinfonico: da un insieme, utilizzando potenzialità economiche/sociali/cultuali dei tanti paesi irpini, nasce una comunità allargata e capace di far emergere una nuova concezione di sviluppo per un intero territorio. Peraltro il territorio dispone di numerose occasioni, beni, che sapientemente valorizzati possono creare ricchezza, produzioni, lavoro/occupazione.

Se non fosse così Nusco (e l’Irpinia) sarà forse sempre più bella, abbellendo i siti, così altri paesi irpini, ma sarà/saranno museo: paese/si senza giovani, senza nuove famiglie, terra/terre di anziani soli. Bellezza triste con una storia conclusa. Allora si faccia in modo: una preghiera la mia per i candidati visibili e sottotraccia, di aprirsi al popolo, ai cittadini informando sui progetti di sviluppo, chiedendo idee e suggerimenti: bisogna fare in modo che i cittadini diventino i soggetti veri dell’avvenimento. Sarebbe veramente utile e bello se i candidati organizzassero assemblee aperte per incontrare la gente senza paura di essere contrastati. Non bisogna aver paura della paura! Nel contempo i cittadini sono invitati ad essere essi stessi soggetti di una politica nuova dovendo aderire a progetti, a proporre progetti che siano validi per tutti oltre ogni interesse personale.

Bisogna andare oltre gli egoismi: non bisogna tradire una convinzione di riscatto generale, ovvero il bene comune, solo perché viene soddisfatto un  interesse personale. Solo così a mio modesto parere Nusco e l’Irpinia avranno un futuro degno: un futuro promosso da uomini e donne del coraggio. Deve forse rimanere una semplice aspirazione quella che evidenzia che Nusco-l’Irpinia- possa rivivere un rinascimento? Come invece è possibile. Bisogna accettare acriticamente che i giovani irpini/nuscani possono vivere un futuro degno solo emigrando? E’ da considerare un’utopia concepire la bellezza di un ritorno: il ritorno in Irpinia, a Nusco, dei giovani che sono stati costretti o sono costretti ad andare via?

Il ritorno: riempiendo così di nuovo le contrade di voci, di presenze, di storie, di gesti di solidarietà, di amore e di amori. Bisogna allora tentare e ritentare sulla strada dell’impegno per una nuova concezione dello sviluppo. Non è facile. E’ un’opera complessa. Ma a che serve la politica, amministrare una comunità, se non si accetta la complessità, se non si dispone di una visione, di una passione per il cambiamento? Solo una politica innovativa non distrugge le aspirazioni di un popolo e soprattutto dei giovani. Solo una politica fatta di amore e di progetto da senso ad una vita e rimane indelebile nella memoria delle generazioni.

Allora ricordiamoci che vivremo il rinascimento delle nostre terre- dell’Irpinia, di Nusco, se non rincorriamo, lo ripeto, l’egoismo, l’interesse personale ovvero  una posizione di comodo o di potere per il potere. E mi sia permesso affermare che nessuno di noi può giudicare, condannare, maledire; nessuno di noi può gettare la prima pietra. Dobbiamo ri-abituarci ad amare -non a parole – Nusco, l’Irpinia, il prossimo.  Certamente  saranno tanti, chi avrà la cortesia di leggermi, quelli che riterranno impossibile che si realizzi la prospettiva che propongo. Esiste a Nusco un pessimismo diffuso. Mi si dirà certamente che il mio è un bel sogno ma – si affermerà- sogno rimane. E diranno ancora che il popolo nuscano ha perso la fiducia e l’identità. E mi diranno che la gente preferisce rinchiudersi nel mondo dei propri affetti e che non intende immischiarsi: tanto le cose non cambieranno. Ha ragione di essere questo storico pessimismo? Mi viene da rispondere: spes contra spem! La speranza contro ogni forma di disincanto. Che Nusco viva. Dovendo il popolo riprendere in mano il proprio destino! E i candidati veri siano pronti ad accettare la sfida di un popolo vero. Penso proprio  che sia arrivato il tempo di osare!”.

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