Il tavolo del Centrosinistra riunito nella sede del Partito Democratico ad Avellino

Il Centrosinistra ad Avellino deve arrivare ad una intesa completa entro la settimana, ma l’accordo sostanziale va chiuso non oltre mercoledì.

L’indicazione arriva da Roma, dove oggi il segretario Nicola Zingaretti incontra Confidustria, dopo aver già parlato con Cgil, Cisl e Uil. Poi il 10 appuntamento con il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Zingaretti ha fretta, il Governo non può durare a lungo, ripete, valutando le scadenze economiche, la condizione dei conti pubblici, le prospettive recessive, l’aumento del debito, il crollo della produzione industriale e un indice di fiducia dei consumatori in picchiata. A completare il quadro le vicende libiche che mettono a repentaglio gli interessi strategici del Paese nel Nord Africa. Per il segretario i giochi sono fatti, quelli che definisce gli apprendisti stregoni sono in balia degli eventi e non tarderà il momento in cui l’Italia dovrà affidarsi alla competenza, alla visione strategica, alla capacità di governare una barca ora preda dei flutti.

Il segretario nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti

In queste ore le contrapposizioni e le liti locali perdono di significato. Amministrative ed europee dovranno segnare l’inversione di rotta a valere sul quadro nazionale. A Zingaretti non interessano i sondaggi, ma i voti veri. Quindi la ‘chiamata alle armi’ non contempla eccezioni. Zingaretti continua a citare Aldo Moro, evocando la necessità di unire le forze democratiche per salvare la Repubblica. Aprendo ai Moderati e ai Progressisti, purché europeisti e repubblicani, spiega che «abbiamo bisogno di un Pd che apra porte e finestre», veti e chiusure, pregiudiziali e preamboli oggi devono saltare di fronte ad un interesse più alto. È la visione più ampia.

Umberto Del Basso De Caro, deputato del Pd, già Sottosegretario alle Infrastrutture nei Governi Renzi e Gentiloni

Il messaggio ad Avellino è arrivato in gran parte al gruppo dirigente e alle rappresentanze istituzionali dentro il Partito Democratico. Lo stesso deputato Umberto Del Basso De Caro, che per un anno si è mostrato critico nei confronti del modo in cui si è celebrato l’ultimo congresso provinciale, sa che i margini per i distinguo non ci sono più. Il Pd deve ripartire dentro un campo più grande o il declino sarà irreversibile. Questa è l’ultima occasione. In questi giorni De Caro ha iniziato a dialogare con Giuseppe Di Guglielmo, il ruolo istituzionale di deputato glielo impone. Del resto, non è la segreteria attuale il problema. Zingaretti e la Direzione nazionale hanno riaperto il tesseramento, quindi nei prossimi mesi ci saranno nuovi congressi in tutte le province. Anche ad Avellino. Conta solo l’unità come presupposto per costruire una vasta coalizione, dunque. Da Roma la parola d’ordine è apertura: alleanze larghe per amministrative ed europee, mobilitazione nel Paese e nuovo tesseramento. Intese con le parti sociali e ricostruzione di un radicamento sui territori e nell’opinione pubblica basato sulle soluzioni, suile cose da fare. Quello che nelle prossime ore si è richiesto ad Avellino e alle altre città sopra i 15mila abitanti è credibilità, compattezza, squadre forti, capaci di far entrare nelle liste la società italiana. Chi pensa per sé è libero di farlo altrove.

Il coordinatore provinciale dell’Area Popolare, Giuseppe Del Giudice

CANDIDATO SINDACO E LISTE, FARE PRESTO. L’impostazione data da Nicola Zingaretti ha invertito l’ordine delle cose dal 2014 a oggi. Gli alleati ospiti nelle sedi del Pd hanno gli stessi diritti di chi li riceve. Deve prevalere il ragionamento sulla conta, il dialogo sulla prova di forza. Le primarie sono state scartate proprio perché l’accordo non si esaurirà con la presentazione delle liste, punto di partenza di un processo più ampio che in prospettiva dovrà saldare in un rapporto sempre più stretto gli alleati fino a creare la costituente di qualcosa di più. L’Ulivo cominciò così e iniziò dalle città. La storia si ripete.Se tutto questo è vero, il profilo richiesto al candidato sindaco è già tracciato. Nella prima discussione dei venerdì fuori è già venuto fuori. Dovrà essere qualcuno disposto a mettere da parte i suoi impegni personali per cinque anni, dedicandosi totalmente alla amministrazione e alla coalizione. A tutti l’esempio dell’attuale commissario Giuseppe Priolo ha dato da riflettere. In cinque mesi ha portato a compimento misure, programmazione e una riorganizzazione, che il processo democratico nel Consiglio comunale avellinese dal 2004 a oggi avrebbe richiesto anni. Dunque, l’altra caratteristica del nuovo candidato dovrà essere la riconoscibilità politica da parte di chi lo sosterrà alle elezioni, senza riserve anche se espresse privatamente. Priolo in quanto commissario rappresenta anche il Consiglio. Il futuro Sindaco dovrà avere il voto favorevole in aula sulle questioni chiave, dai conti all’urbanistica. E, soprattutto, nell’aula consiliare non dovrà essere delegittimato da cadute di stile, da una mancanza di rispetto che lede il prestigio delle istituzioni, prima che la persona. Non dovrà attendere l’appello da parte del segretario generale del Comune per sapere di poter contare sul numero legale. Il giudizio dovrà essere sull’operato nelle scadenze politicamente e amministrativamente corrette: i bilanci, metà mandato e il quarto dei cinque anni di consiliatura. Insomma, dovrà avere una maggioranza in grado di votare i provvedimenti decisivi, sviluppando la propria prerogativa sugli argomenti svincolati dalla struttura del programma.

Il segretario regionale del Partito Democratico, Leo Annunziata

IL NOME UNITARIO ENTRO FINE SETTIMANA. Nelle prossime ore i fitti contatti informali preparatori lasceranno spazio al confronto ufficiale, dove gli alleati dovranno condividere il programma e il candidato sindaco. Per ora sono confermati il Pd, i Popolari, Mdp Articolo 1, i Socialisti e le liste civiche, da Mai Più ad App. Saranno fatti altri tentativi per recuperare anche l’area di Sinistra Italiana e Si Può, così come Controvento, che ha fatto partire il tavolo del Centrosinistra, ben sapendo che sarebbe proseguito dentro le sedi di partito, oltre un assemblearismo che non rappresenta una garanzia di concretezza al momento di fare sintesi. Fermo restando il profilo tracciato, il candidato sindaco potrà essere individuato per la sua caratura politico-istituzionale nell’alveo del Centrosinistra, oppure incaricato perché portatore dei requisiti indicati dalle forze politiche e civiche. In entrambi i casi, dovrà assumere la responsabilità di un patto fiduciario e di solidarietà politica, che lo aiuteranno durante l’intero mandato. Già oggi l’agenda della settimana potrebbe essere annunciata. Le liste vanno presentate a fine mese.


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