La sede della Commissione Europea a Bruxelles

Mentre in queste ore si decide sulla clamorosa partecipazione al voto dei britannici, al di là di una Brexit che vacilla, la terza proiezione dei sondaggi commissionati dall’Europarlamento confermano un cambiamento dello scenario politico italiano.

La bandiera dell’Unione Europea

Se la Lega di Matteo Salvini resta saldamente il primo partito, anche se in calo rispetto a pochi mesi fa, Democratici e Movimento Cinque Stelle sgomitano per la seconda piazza, mentre si afferma come partito la forza nata dalla sfida dell’ex commissario Ue ed ex Ministro degli Esteri Emma Bonino, +Europa. Grazie al calo dei pentastellati e alla risalita dei Democratici l’intera platea degli euroscettici perde colpi. I sovranisti avanzano in Italia ma nel contesto europeo sono lontani dal poter esprimere un cambio di rotta. Si va verso la riproposizione della maggioranza attuale, al netto della redistribuzione dei voti al suo interno.

LEGA PRIMO PARTITO; TESTA A TESTA PD-M5S. Stando alla fotografia attuale, la Lega con il 32,2 per cento otterrebbe 27 seggi, mentre Pd e M5s alle sue spalle conquisterebbero 18 deputati europei, rispettivamente ottenendo il 20,6 e il 20,9 per cento. Per i Democratici potrebbero arrivare altri voti da un eventuale allargamento della lista a pezzi del Centrosinistra che oggi il sondaggio calcola come autonomi. Dietro, Forza Italia sarebbe al 9,5 conquistando 8 seggi, Fratelli d’Italia al 4,5 con 4 deputati, mentre la buona prova di +Europa con il 3 per cento non consentirebbe di superare lo sbarramento, anche se va considerata ancora fluida la trattativa con Pizzarotti. Potere al popolo con l’1,9% e Articolo 1-Mdp con l’1,5% completano il quadro.

STRAVOLTI GLI EQUILIBRI DI 5 ANNI FA. Certo, il quadro cambia rispetto a cinque anni fa in maniera clamorosa per tutti e tre i partiti principali. Il Pd dimezzerebbe i voti (dal 40,8 al 20,6), i Cinque Stelle perderebbero qualcosa (dal 21,16 al 20,9), Forza Italia arretrerebbe nettamente (dal 16,81 al 9,5), mentre la Lega (allora “Nord”) guadagnerebbe (dal 6,15 al 32,2) ben 26 punti abbondanti. Scomparsa l’area centrista di Udc e Ncd allora al 4,38, crescerebbe di un punto Fratelli d’Italia (dal 3,67 al 4,5).

I due Vicepresidenti del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini e Luigi DI Maio

PROIEZIONE NAZIONALE. Leggendo questi numeri il quadro politico nazionale resta nelle mani della Lega, l’unica forza politica dello schieramento, ancorché chiaramente collocata su uno dei due poli, quello della Destra, in grado di esprimere alleanze a geometrie variabili. In caso di elezioni anticipate otterrebbe nel Centrodestra oltre il 46 per cento che, grazie ai collegi uninominali, consentirebbe a Salvini di diventare premier, così come potrebbe ottenere l’incarico dal Quirinale anche nel caso di una alleanza con i gialli dell’M5s, correndo da solo nell’ottica di un ricongiungimento a urne chiuse (con oltre il 50 per cento). Questa situazione obbliga le altre due forze prevalenti, Pd e M5s, a giocare di conseguenza. I Democratici sono obbligati ad unire un campo che oggi può arrivare al 30 per cento, trampolino psicologico per porsi come alternativa valida per delusi e astensionisti. Mentre per il Movimento Cinque Stelle le scelte sono due: proseguire nella coabitazione scomoda con la Lega per evitare di perdere la maggioranza relativa in Parlamento in caso di voto, oppure far saltare il governo, per arrestare la crescita dell’alleato. In un solo anno di governo il Carroccio, giocando il ruolo di oppositore interno e di unica alternativa numericamente proponibile ai pentastellati, nei sondaggi ha il doppio del consenso raccolto alle urne il 4 marzo 2018. Sarebbe un rischio diventare il secondo in una coalizione guidata da Salvini. Ma proseguendo, la prospettiva potrebbe essere peggiore, per un travaso di voti tra Lega e Pd che oggi è già in corso.


La sede dell’Europarlamento a Strasburgo

LE ELEZIONI EUROPEE sul sito del Parlamento europeo

COME SI VOTA | La scheda del Parlamento europeo


Elezioni europee 2019

di Antonio Taiani | Presidente del Parlamento Europeo*

A maggio, centinaia di milioni di europei eleggeranno un nuovo Parlamento europeo. I cittadini dell’Unione europea valuteranno attentamente i candidati e i programmi prima di prendere decisioni che plasmeranno il nostro Continente negli anni a venire. L’Unione europea, un progetto comune unico fondato sulla cooperazione pacifica, è minacciata da coloro che vogliono distruggere quello che abbiamo conquistato insieme.

L’aula del Parlamento europeo

Tale atteggiamento è in controtendenza rispetto ai recenti sondaggi che indicano un aumento del sostegno all’UE dell’opinione pubblica. Il 48% dei cittadini europei ritiene che “la loro voce abbia un peso in Europa”. Sebbene sussistano differenze tra gli Stati membri, ciò rappresenta un aumento complessivo del 10% nel corso degli ultimi dieci anni.

Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare. Dobbiamo cambiare l’Europa e renderla più efficace, rispondendo alle preoccupazioni dei cittadini basandoci sui risultati già raggiunti.

Nei prossimi mesi, in particolare, i cittadini valuteranno quali sono i provvedimenti che l’UE adotta per proteggerli, per creare nuove opportunità e per trasmettere all’estero un’immagine forte di sé stessa. Si attenderanno risposte alle loro preoccupazioni riguardo ai flussi migratori, alla lotta contro il terrorismo, all’ambiente e all’occupazione. Dobbiamo accertarci che i cittadini siano consapevoli dei risultati che i deputati al PE conseguono ogni giorno, come la riforma del sistema d’asilo, una cooperazione più stretta con l’Africa, la lotta al terrorismo, le misure anti-dumping per proteggere i posti di lavoro europei, la responsabilizzazione dei giganti del web o la protezione dei dati privati.

Dal 2017 abbiamo posto il Parlamento europeo, l’unica istituzione eletta direttamente dall’UE, al centro del dibattito sul futuro dell’Europa. I capi di governo si uniscono a noi regolarmente per illustrarci le loro visioni. Ciò ha portato a dibattiti vivaci che rappresenteranno un buon punto di partenza per migliorare il progetto europeo.

Parallelamente, abbiamo accolto più di 8.000 giovani a Strasburgo e 800 a Bruxelles, che ci hanno aiutato a comprendere meglio le speranze e le preoccupazioni delle nuove generazioni e, in particolare, a capire come possiamo insieme portare avanti l’Europa.

(*): Antonio Tajani il 28 agosto 2018

 

 

 

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