Arrivano i primi riscontri sulla proposta lanciata dal consigliere regionale Gianpiero Zinzi per salvare la Novolegno, di integrare l’azienda di Pianodardine nella complessa progettazione della costruenda Azienda Forestale dell’Alta Irpinia finanziata dalla Regione Campania. Mentre arrivano i primi sì dai sindacati e dai sindaci, si attende un pronunciamento ufficiale sulla questione da parte dei vertici del Gruppo Fantoni, ma anche dal tavolo del Progetto Pilota dell’Alta Irpinia che cura il progetto e del presidente della Fondazione Montagne Italia Enrico Borghi, che sarà a Nusco all’assemblea convocata con i sindaci giovedì 14, proprio in concomitanza con il vertice al Mise per la Novolegno.

IL DOCUMENTO. L’interrogazione depositata da Gianpiero Zinzi

In effetti potrebbe risultare paradossale che nella provincia dove si sta costruendo il polo del legno si smantella un’industria del settore. “Si facciano avanti gli imprenditori per unire i fili” commenta Mario Melchionna, segretario generale della Cisl Irpinia Sannio, che giovedì 14 sarà al tavolo ministeriale di Roma per incontrare i vertici della Novolegno e mediare una soluzione per i 117 lavoratori irpini. “La Cisl ha sempre auspicato una riconversione industriale degli stabilimenti, con o senza Fantoni, ma ora bisogna capire se l’azienda o il Governo confermano la praticabilità dell’ipotesi in campo”.
Accoglie favorevolmente la proposta anche Luigi D’Angelis, sindaco di Cairano e componente del tavolo del progetto pilota altirpino, ma anche consigliere provinciale, che definisce l’ipotesi di inserire la Novolegno nella pianificazione altirpina come una occasione di arricchimento del partenariato della filiera forestale. “Se fosse praticabile, l’ipotesi consentirebbe la ripresa dell’azienda, e il recupero di uno sbocco rispetto al sostegno economico del progetto” ha spiegato D’Angelis. “Novolegno è una realtà storica e consolidata, che vanta una notevole esperienza e formazione dei lavoratori e che non può essere dispersa. Sul profilo giuridico si potrebbe contestare che la sede legale non risulta operativa in Alta Irpinia, ma si potrebbe immaginare una soluzione diversa” aggiunge.

Le attività portate avanti dagli amministratori del tavolo altirpino nei mesi precedenti, sono state relegate ad ‘animazione sul territorio’, preliminare alla definizione dell’Associazione Temporanea di Scopo, che non è ancora stata costituita. Dopo l’annuncio formale della Regione Campania del protagonismo della Fondazione Montagne Italia nel maxi progetto dell’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia, il presidente Enrico Borghi torna a Nusco per portare a compimento quanto già annunciato precedentemente. “Dal confronto con i soggetti potenzialmente interessati è emersa una buona partecipazione del territorio, e il messaggio che potrebbe emergere dal tavolo di giovedì è quello di apertura alle aziende che vogliono partecipare alla strategia messa in campo” continua il sindaco di Cairano.

Il processo a cui i sindaci ambiscono è quello di mettere in campo attività di valorizzazione dell’area dei 25 comuni, e anche laddove ci fossero freni burocratici, sarebbero disponibili a trovare delle soluzioni compatibili. “Nostra responsabilità in qualità di sindaci, è anche quella di coinvolgere le imprese locali, e trovare uno sbocco e giuste prospettive per il rilancio dell’economia. Certo, ad oggi, non conosciamo i termini, le condizioni del progetto, nè l’organizzazione della struttura amministrativa. Attendiamo delucidazioni” sottolinea.
L’affidamento del ruolo di ente capofila del maxi progetto alla Fondazione non ha incontrato larga condivisione da parte degli amministratori. “Io personalmente ho sollecitato che l’ente capofila per il bando fosse il Comune di Nusco, per garantire la partecipazione diretta degli Enti Locali, oggi vicinori di un progetto che avrebbe dovuto vederci protagonisti. Voglio evitare polemiche e andare avanti però”.
L’inserimento della Novolegno nella rosa del partenariato privato sarebbe utile al rilancio occupazionale di un’azienda prossima allo smantellamento, ma anche all’utilizzo del know how delle 117 maestranze che da anni prestano servizio nel settore del legno. “Potremmo chiudere una filiera con soggetti privati che faranno investimenti con agevolazioni” chiarisce D’Angelis. “Le prospettive legate all’Azienda Forestale riguardano un investimento sul patrimonio boschivo, inteso come rispetto del Piano di assestamento forestale, e potenziamento dello sfruttamento delle biomasse. Lo scopo sarà di prestare massima attenzione alla sostenibilità ambientale e garantire l’equilibrio biologico dell’ambiente; tutte le aziende che aderiranno dovranno concorrere a questo scopo, ognuna nel suo ramo di produzione” conclude.
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