«Il Pd ha il dovere di unire le forze per dare risposte ai cittadini di Avellino e dell’Irpinia, che chiedono amministrazioni competenti ed autorevoli nel capoluogo, nelle città e nei centri dove tra poche settimane si apriranno le campagne elettorali. Area Dem in questo quadro non chiede l’azzeramento della segreteria provinciale, ma una svolta collegiale».

Vito Farese introduce così la settimana decisiva per il riassetto politico nel Partito Democratico, a otto giorni dall’esito delle Primarie nazionali e regionali, che hanno visto prevalere Nicola Zingaretti e Leo Annunziata. La componente di cui fa parte, con Enzo De Luca, Ida Grella, Carmine De Blasio, tra gli altri, «pur avendo conseguito un risultato importante, raccogliendo la maggioranza relativa nella competizione nazionale, non è interessata in questa fase a mettere bandierine, ma a contribuire con lealtà e nella chiarezza al rilancio della azione politica del Pd ad Avellino e in Irpinia».
La sua riflessione arriva alla vigilia della assemblea nazionale, che il 17 marzo darà al nuovo segretario nazionale, Nicola Zingaretti, i pieni poteri per attuare il mandato ricevuto ai gazebo al termine delle primarie. Dovrà riorganizzare a partire dai territori un partito chiamato dai suoi elettori a costruire una alternativa al governo gialloverde.
In particolare, Farese sottolinea la necessità di «mettere il partito al centro della discussione, anche considerando le attese che suscita negli elettori e nell’opinione pubblica il ritorno di una proposta credibile per il governo oggi delle città, domani della Regione Campania, nel più breve tempo possibile del Paese», dove «l’esecutivo presieduto da Giuseppe Conte ha rivelato la propria incapacità di affrontare i problemi reali delle famiglie e delle imprese».

Di qui, la necessità di aprire un dialogo all’interno del partito basato sulla ragionevolezza e la concretezza. «Non servono patti correntizi, ma occorre stabilire un clima di leale collaborazione, di cui un gruppo dirigente espressione degli iscritti, dei militanti e del cosiddetto popolo delle primarie, possa essere responsabilmente protagonista». In sostanza, spiega, «dobbiamo farci carico diligentemente di ciò che le primarie hanno dimostrato: quando ci presentiamo uniti la gente ci segue e ci dà la forza per assumere l’iniziativa nelle istituzioni».
Dall’esponente di Areadem, quindi, un’esortazione implicita al segretario del partito, Giuseppe Di Guglielmo, ad aprire la fase conseguente, assumendo la responsabilità che gli deriva dal ruolo. «Siamo tutti impegnati in questo partito per dare risposte alla gente, prima di pensare a logiche interne, di cui all’esterno nessuno nutre particolare interesse o curiosità. Questa è l’ora della responsabilità», prosegue l’ex sindaco di Conza della Campania, che si sofferma per un momento sulla sfida elettorale di primavera.

«Il Pd ha il dovere di riprendere la maggioranza al Comune di Avellino, contribuendo con quelli che saranno gli alleati di un progetto riformista improntato allo sviluppo economico, al rigore nella amministrazione delle finanze, alla trasparenza nella riorganizzazione tecnico-amministrativa, alla efficienza nella erogazione dei servizi al cittadino», premette. «Nella città in cui il Centrosinistra ha sperimentato forme di collaborazione avanzata sulle riforme tra le maggiori forze democratiche fin dall’inizio degli anni ’70, scrivendo pagine che hanno anticipato svolte politiche importanti nel Paese, si deve riconquistare la fiducia dei cittadini con l’unità di intenti e di forze». L’obiettivo, prosegue, «è costruire nella provincia una prospettiva seria di governance istituzionale sulle grandi questioni, dal riassetto dei servizi pubblici locali, alla programmazione degli investimenti strategici su infrastrutture e sostegno alla ripresa occupazionale, fino alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali». Per questo, conclude, «all’Irpinia serve recuperare non solo un sindaco e una giunta in grado di amministrare con la stessa determinazione sia il quotidiano che la programmazione, ma occorrerà contribuire ad eleggere anche un Consiglio comunale all’altezza delle sua prestigiosa tradizione politica e culturale».
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