Novolegno, “Fantoni verrà al Mise”. Ma Tropeano avverte: se lascia, dovrà mettere in sicurezza il sito

INTERVISTA AL SINDACO DI MONTEFREDANE CHE HA CONVOCATO IL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO. In attesa di una convocazione al Ministero per lo Sviluppo Economico delle parti, Tropeano convoca un consiglio comunale aperto per venerdì 1 marzo e invita le parti sociali, istituzioni, deputazione regionale e nazionale a fare rete per risolvere la vertenza

I vertici del Gruppo Fantoni proprietari della Novolegno di Pianodardine hanno confermato la disponibilità a sedersi al tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico per un confronto con le rappresentanze irpine. Nel giorno della chiusura dello stabilimento le parti sociali da una parte e l’amministrazione comunale di Montefredane dall’altra, concertano iniziative tese non solo a trattenere gli imprenditori friulani, e consentire l’assorbimento dei livelli occupazionali di 150 maestranze, ma anche a risollevare il sito qualora il tavolo chiesto dal Prefetto di Avellino non avesse l’esito sperato. Mentre le parti sociali si sono riunite in assemblea presso i locali della Filca Cisl di Avellino, unitamente alle Rsu e ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, il sindaco di Montefredane Valentino Tropeano convoca un consiglio comunale aperto per venerdì 1 marzo e richiama l’attenzione del parterre istituzionale e politico sulla vicenda.

Sindaco Tropeano, da ieri la Novolegno è ufficialmente chiusa. Qual è l’obiettivo di un consiglio comunale aperto?

“Siamo in costante confronto con i sindacati e come amministrazione comunale stiamo organizzando un consiglio comunale aperto per richiamare l’attenzione della cittadinanza su questo tema, e anche di tutte le istituzioni locali e della deputazione regionale e nazionale. Intanto attendiamo gli sviluppi di una vicenda complessa e delicata. Il mio obiettivo in questo momento è quello di fare rete e di mettere insieme sindacati, amministratori, parlamentari e cittadini”.

C’è ancora margine di dialogo con i vertici dell’azienda?

“Il Prefetto di Avellino mi ha aggiornato sulla disponibilità manifestata dai vertici Fantoni di sedersi al tavolo del Ministero e confrontarsi con le rappresentanze irpine. La richiesta di una convocazione a Roma è stata inoltrata e ora attendiamo di essere convocati”.

La disponibilità al confronto dichiarata dagli imprenditori può essere un segnale di apertura?

“Può essere interpretato come un segnale di apertura ma anche come un gesto di fermezza per ribadire le loro posizioni. C’è già stato un consiglio d’amministrazione con i sindacati in cui è stata illustrata la posizione dell’azienda, argomentata con numeri e ragionamenti di mercato: il gruppo sostiene di registrare perdite annue per diversi milioni di euro. A questo bisogna aggiungere anche altre situazioni che hanno spinto l’azienda a prendere questa decisione”.

Si riferisce alla vertenza ambientale?

“In realtà Novolegno ha chiarito la sua posizione già da tempo su questi aspetti: dal 2014 è l’azienda che ha subito il maggior numero di indagini e controlli”.

Cosa succederà se i vertici del Gruppo dovessero ribadire la chiusura e l’abbandono degli stabilimenti?

“Se dovesse accadere, l’azienda dovrà farsi carico della messa in sicurezza del sito: dopo 40 anni di attività a Pianodardine non possono andare via e lasciare la riqualificazione del sito a chi arriva dopo. La messa in sicurezza della gestione dello stabilimento non può essere fatta a carico di enti pubblici, né con fondi pubblici. Novolegno si è insediata qui nel post terremoto e ha beneficiato dei contributi statali previsti dalla legge, ma ora dovrà farsi carico con fondi propri della bonifica. In realtà questa opzione non la valuterei nell’immediato, perché confido nella possibilità di un ripensamento”.

La classificazione dell’area industriale di Pianodardine in Area Zes- Zona economica speciale- non rappresenta una motivazione valida per confermare gli investimenti?

“Non solo non sono stati presi in considerazione, ma sono invece oggetto di un laboratorio di idee che è nato proprio in seguito all’annuncio dell’Asi. C’è chi immagina di aprire l’Ikea, chi un’officina meccanica per treni o aerei, ed altro. Le idee sono tutte buone, ma al momento restano tali”.

Qual è la sua priorità in questo momento?

“Garantire l’occupazione di 117 persone, che si aggiungono all’indotto fino ad arrivare a 500 unità. Si tratta di persone di media età che non potranno ricollocarsi nel mercato del lavoro tanto facilmente e che hanno figli da crescere e mandare a scuola. Fra un anno gli ammortizzatori sociali finiranno, e queste famiglie saranno in mezzo ad una strada. La priorità è questa al momento e vorrei che gli sforzi si concentrassero su questo aspetto”.

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