Nell’ex Stir di Avellino si sperimenteranno le tecnologie del futuro

L'impianto di Pianodardine scelto per testare il trattamento dei rifiuti a basso impatto ambientale. L'intesa è stata sottoscritta dal "Consorzio per il Miglioramento e l'Efficienza Energetica", dal COMEA, dal "Centro Interdipartimentale Sistemi per l'Innovazione e Management" dell'Università di Salerno e dall'Arpa Campania

Ad Avellino è stato sottoscritta una intesa per la sperimentazione presso l’ex Stir di innovazioni tecnologiche nel trattamento dei rifiuti a basso impatto ambientale. Lo ha fatto sapere la società Irpiniambiente, che gestisce l’impianto per conto della Amministrazione provinciale in attesa del definitivo riassetto del ciclo integrato in Irpinia.

L’intesa è stata sottoscritta dal “Consorzio per il Miglioramento e l’Efficienza Energetica”, dal COMEA, dal “Centro Interdipartimentale Sistemi per l’Innovazione e Management” dell’Università di Salerno e dall’Arpac. Si è deciso di scegliere lo Stir di Avellino per avviare una sperimentazione che ha l’boiettivo di identificare «soluzioni tecnologiche competitive per il trattamento rifiuti con impianti che rispondano alle logiche dell’efficienza, dell’economicità e della sostenibilità», si legge in una nota.

I rappresentanti dell’Università di Salerno, dell’Arpac, del Consorzio Comea e di Irpiniambiente riuniti ad Avellino per l’intesa sulla sperimentazione nell’ex Stir oggi Tmb di nuove tecnologie di trattamento ambientale a basso impatto

L’amministratore unico di Irpiniambiente, Nicola Boccalone, ha sottoscritto con i partner l’accordo di collaborazione per attività di Ricerca ed Analisi «che si svilupperà presso l’impianto di Pianodardine, per studiare gli impatti e le performance mediante un processo meccanico a bassa temperatura», fanno sapere ancora dalla società interamente partecipata dalla Amministrazione provinciale.

In particolare, «le tecnologie che saranno oggetto di valutazione riguardano macchinari costituiti da reattori LTMP (Low Temperatre Mechanical Process) con estrusori a vite elicoidale che avviano il rifiuto a compressione e trattamento», si spiega. «La conseguente decomposizione molecolare del rifiuto produce combustibile solido con caratteristiche interessanti per il riuso industriale».

Il tavolo istituzionale presso Irpiniambiente per l’accordo sulla sperimentazione di nuove tecnologie in campo ambientale presso l’ex Stir di Pianodardine

In questo quadro, l’obiettivo dell’accordo sottoscritto è «lo studio delle emissioni, degli output del processo e delle performance del contenimento degli impatti ambientali durante il processo».

Irpiniambiente sottolinea il valore della scelta effettuata dai partner scientifici e istituzionali. Si è ritenuto, «lo Stir di Avellino la sede più idonea per le attività di studio e di sperimentazione» per «quella che potrebbe rappresentare una evoluzione nel trattamento dei rifiuti solidi urbani, in linea con i criteri dell’End of Waste espressi dalla Commissione Europea». Questo «testimonia l’efficienza dei processi di lavorazione all’interno dell’impianto gestito da Irpiniambiente, nonché l’esistenza delle più idonee condizioni ambientali per poter effettuare indagini e sperimentazioni sotto l’egida dell’Università e dell’Arpac, l’agenzia deputata al monitoraggio, durante l’intero trattamento, delle emissioni e dei miasmi».

Bandiere dell’Ue davanti al Berlaymont building, quartier generale della Commissione Europea a Bruxelles
Nicola Boccalone, amministratore di Irpiniambiente spa

L’Amministratore unico ha quindi rivendicato i meriti di Irpiniambiente per come l’ex Stir, oggi Tmb, è stato gestito in questi anni. «Un motivo di vanto per l’azienda ed una conferma della bontà delle procedure adottate sinora, sempre nel rispetto delle normative e dei limiti imposti a tutela dell’ambiente e della salute pubblica», ha affermato Nicola Boccalone. «Nelle prossime settimane ospiteremo all’interno dell’impianto di Pianodardine un macchinario per la trasformazione della frazione indifferenziata in combustibile. Ai tecnici dell’Arpac, che monitoreranno costantemente le azioni, il compito di verificare la qualità delle emissioni».

Per Boccalone, infine, «aver individuato lo Stir per questo tipo di indagini conferma che si tratta di un impianto ritenuto idoneo dagli enti di ricerca e al cui interno la qualità dell’aria è tale da consentire sperimentazioni le cui valutazioni hanno una doppia valenza: una di natura tecnica e produttiva, l’altra di impatto ambientale».


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