Montaguto: pronto il Piano per fermare la Frana. La Regione interviene

Il sindaco nelle prossime ore definirà i particolari per mettere in sicurezza la viabilità e il collegamento ferroviario con la Puglia. Zecchino: "urge intervenire sui cumuli d'acqua in cima alla frana e sulle opere di contenimento danneggiate"

La Regione Campania è pronta ad intervenire per scongiurare i rischi derivanti dalla frana di Montaguto, che da anni minaccia i collegamenti tra Irpinia e Puglia.

Si annuncia il faccia a faccia con Massimo Pinto, dirigente regionale per il Governo del Territorio, i lavori pubblici e la Protezione Civile. Il sindaco di Montaguto, dopo mesi di pressing, riesce in un primo obiettivo. Quello cioè di illustrare agli organi regionali competenti lo stato di messa in moto della frana di Montaguto.

Già dallo scorso autunno l’amministrazione montagutese ha lanciato l’allarme e chiesto il ripristino del monitoraggio. Ad oggi infatti l’unica forma di supervisione è quella garantita dall’Università degli Studi del Sannio. Occorrono però delle attente valutazioni circa la ripresa di lavori di drenaggio e regimentazione per evitare distacchi improvvisi.

La Regione Campania dunque vuole capire il da farsi e concertare d’intesa con il sindaco Marcello Zecchino la strategia da mettere in campo. Il ricordo del 2010 quando a causa dell’imponente discesa a valle della lingua di terra furono interrotti i collegamenti con la Puglia è ancora vivo. Binari e Strada Statale 90 chiusi al transito.

Sulla cima della frana, in contrada Pannizza, si stanno muovendo massi di terra. A fine gennaio il primo cittadino ha dichiarato  che “ci sono movimenti nella parte alta della frana. Al momento il tutto non interessa la viabilità però siamo in allarme. Chiediamo alla Regione Campania di riattivare l’attività di monitoraggio e di procedere con gli interventi necessari per evitare si ripeta il dramma del 2010”.

A causa delle precipitazioni invernali si è formata una pozza d’acqua in alto. Questa va ad ammorbidire lo strato sottostante e spinge a valle. Risultano danneggiate lo opere di drenaggio eseguite nel passato e l’acqua che si è accumulata penetra nel terreno. Un distacco a monte potrebbe generare una lingua di terra enorme che scivola giù.

Il monitoraggio garantirebbe appunto il controllo dell’evolversi del movimento del terreno. Soprattutto rappresenterebbe una mappa per eseguire i giusti interventi. Già a fine anno 2018 il sindaco Zecchino aveva inviato lettera alla Protezione Civile, alla Regione, al Prefetto e al dirigente del Genio Civile. L’architetto Gaetano Bevere, a capo del circolo Pd di Ariano Irpino, ha anch’egli lanciato l’allarme per evitare un disastro che comprometterebbe i collegamenti con la Puglia.

Marcello Zecchino ha anche sposato le dichiarazioni rese qualche giorno fa da Paolo Barsotti al giornale on line di Montaguto. In sostanza l’ingegnere (direttore dei lavori dal 2010 al 2014) ha sostenuto che “la frana non è risolta”. In particolare occorre “effettuare altri interventi, peraltro già progettati e approvati (in passato, ndr)”. Si tratta “di ‘campo pozzi’, un progetto che prevedeva la realizzazione di cinque pozzi in testa alla frana. Questi sarebbero dovuti servire per ‘emungere’ le acque che rendevano i terreni della sommità molto umidi, soggetti a cedere. C’erano poi da progettare gli interventi della sistemazione definitiva”.

A questo punto pare evidente che tutte le informazioni convergono sulla criticità sulla sommità della frana. E poi a seguire. Ancora in tempo per scongiurare una nuova emergenza.

ARTICOLI CORRELATI