Caccia: chiude il 10 la stagione della caccia. In Irpinia esposti e segnalazioni

Il 10 febbraio ultima data utile per i cacciatori. L'Associazione per l'Abolizione della Caccia invita gli organi preposti a vigilare sempre sul rispetto delle norme in materia. A livello nazionale è in calo la percentuale di incidenti mortali.

Denuncia verso ignoti da parte della LAC (Lega per l’abolizione della caccia) sezione di Avellino. L’oggetto del documento riguarda “la presenza di cacciatori che sparano incuranti del rispetto delle distanze dalle strade e dalle abitazioni”. Sarebbero caduti “pallini” sui tetti e nei giardini. Da qui la sottoscrizione di un esposto da parte di alcuni privati cittadini di Bonito coadiuvati dall’Associazione.

Fenomeno analogo ha suscitato l’attenzione delle Guardie Ambientali d’Italia (Avellino) lo scorso novembre a Solofra. In questo caso parte lesa sarebbero stati i gatti colpiti “da pallini vaganti”. L’invito è quindi a rispettare le distanze stabilite dalla normativa vigente che alcuni cacciatori riferiscono essere definita in 150 metri (circa).

Sul Partenio invece il 22 dicembre scorso, una fucilata partita per errore poteva costare la vita al vicesindaco di San Martino Valle Caudina.

La stagione venatoria in Campania volge alle battute finali. Ultima data utile infatti è stabilita per il 10 febbraio. Ci sono associazioni che vorrebbero la competenza in materia passasse dall’Assessorato alla caccia e all’agricoltura all’Assessorato all’Ambiente. E’ il caso della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) che fornisce un saldo di fine stagione avente per oggetto l’andamento della pratica sportiva 2018/2019.

Ad oggi i decessi accertati (a livello nazionale) sono 12 durante la stagione della caccia 2018-19, con una diminuzione del 33% rispetto a quella precedente. Gli incidenti mortali che hanno coinvolto i cacciatori sono stati 10 (83% del totale), mentre quelli che hanno coinvolto i non cacciatori sono stati 2 (17% del totale).

Durante lo stesso arco temporale i feriti sono stati 50, con un calo del 17% rispetto al 2017-18. I ferimenti dell’ultima stagione hanno coinvolto per il 74% dei casi cacciatori (37 feriti) e per il 26% dei casi non cacciatori (13 feriti).

I dati sono resi noti tramite un comunicato della Cabina di regia unitaria delle associazioni venatorie e del Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN).

Oggetto di opinioni controverse, attualmente la pratica della caccia è regolata da normative abbastanza serrate in tema di tutela ambientale, rispetto dei calendari e delle zone in cui è permessa la caccia nonchè rispetto alla tipologia di volatili che possono essere cacciati. Notizie diverse rispetto alle inadempienze ad opera di alcuni cacciatori. C’è anche però una parte consistente che esercita tale pratica nel pieno rispetto dell’ambiente e delle regole definite a livello regionale e provinciale.

“Gli incidenti capitano ovunque purtroppo – dichiara un cacciatore ufitano – ognuno di noi mette in atto tutte le precauzioni possibili. Capitano incidenti così come si possono verificare su un campo da calcio. Ci sono tante persone però che praticano la caccia con grande rispetto per la natura e forte adesione alle regole previste. Ma questo non fa mai notizia”.

Ad inizio stagione l’Assessorato alla caccia della Regione Campania nel comunicare il calendario, ha ribadito l’impegno ‘volontario’ del cacciatore nella gestione ambientale e faunistica. In altri termini, il cacciatore viene considerato ‘sentinella’ del paesaggio ed è tenuto a segnalare, tra l’altro, gli incendi boschivi, l’abbandono di rifiuti e i principi di frane.

Rispetto ai favorevoli e contrari l’indagine più recente rispetto alla posizione degli italiani fa riferimento al 2010. Le ricerche condotte dall’Istituto Ipsos (diffuse da Legambiente) evidenziano che “il 79% dei cittadini considera la caccia una crudeltà da vietare o da regolare più rigidamente, mentre l’80% la vorrebbe vietare nei terreni privati senza l’autorizzazione del proprietario (il noto articolo 842 del Codice Civile). Ancora, l’84% degli italiani darebbe la licenza di caccia solo a 21 anni con ritiro ai 70, mentre l’86% è favorevole ad aumentare la distanza di divieto di caccia dalle case e dai sentieri degli escursionisti. Il 71% degli italiani chiede poi di limitare la stagione venatoria ai soli mesi di ottobre, novembre e dicembre e il 77% chiede il divieto assoluto di caccia gli uccelli migratori.

I contrari alla caccia sono in particolare donne, laureati, impiegati, casalinghe, giovani nella fascia d’età 18/24 anni. Solo l’8% degli italiani è a favore e il 22% si dichiara “neutrale”.
L’indagine andrebbe ripetuta alla luce delle disposizioni più attente e rigide.

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