Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Sconcerto per il silenzio delle istituzioni e della politica locale. I lavoratori dell’Industria Italiana Autobus e le parti sociali, ad oggi non hanno ricevuto risposta.

Dopo una settimana dall’incontro al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali “la convocazione al MISE che ci avevano detto sarebbe avvenuta in modo tempestivo – dichiara Silvia Curcio – ancora non c’è”. La rsa della Fiom in rappresentanza dei lavoratori si dice fortemente delusa. Il passo che rimane da compiere è “la mobilitazione a Roma fuori Palazzo Chigi – prosegue Curcio – Abbiamo un Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, andremo da lui. Il suo è un ruolo istituzionale, operativo. Non ci rimane altro”.

Antonio Bene, 59 anni, Dal 1972 in Fiat. Dal 1990 responsabile dello sviluppo dei prodotti per il segmento C e D tra cui Bravo/Brava “Auto dell’anno” 1996. Ha lavorato in Ferrari/Maserati, Tofas e dal 2004 ricopre l’incarico di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Elasis. Ora guida la IIA

Il pressing continuo delle forze sindacali per un confronto, ad oggi, non ha riscontro. Questo silenzio, di per sè poco consono vista la delicatezza della situazione, dà spazio a mille interpretazioni. Soprattutto è ritenuto “sconcertante”. Curcio aggiunge, “il Governo ci metta la faccia. Vogliamo conoscere la verità. Se non si ha intenzione di realizzare autobus in Valle Ufita, ce lo dicano”.

La presenza dell’ing. Antonio Bene non è percepita come rassicurante. Nel senso che in tanti si stanno chiedendo quali siano le reali intenzioni della Karsan Otomotiv ed eventualmente, viste le condizioni estreme, sarebbero anche pronti a ricredersi. A cambiare idea rispetto alla sensazione che l’azienda turca, in Valle Ufita, non abbia interesse ad investire e attivare una nuova produzione. Ma, anche qui, il riscontro dell’ingegnere non lascia molto spazio alla speranza. “Ho la sensazione il suo ruolo all’interno dell’IIA sia come quello di un commissario che quindi gestisce l’ordinario. Sappiamo solo che l’azienda continua a perdere”. Quello che manca in sostanza è una visione di prospettiva. Nessun piano industriale ma ancor peggio nemmeno l’idea di poterlo avere.

Una nota pubblica appena diffusa a firma di tutte le sigle sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Failms, Uglm) fa sintesi dello stato attuale. Leggiamo, tra le altre informazioni, che “l’ingegnere Bene ha comunicato che si è notevolmente ridotto il portafoglio delle commesse di cui l’azienda disponeva”.

Ancora, “non sono stati predisposti i pagamenti degli stipendi con competenze del mese di dicembre, in quanto non è stato rinnovato il DURC, a causa del mancato pagamento dei contributi previdenziali da parte della vecchia proprietà”.

Il documento chiude con l’appello alla deputazione irpina. “Non ci capacitiamo – aggiunge Curcio – del fatto che mentre in Emilia Romagna, c’è un’attenzione a più livelli di tutte le parti politiche, di ogni colore, qui a noi nessuno dà ascolto. Ma da tempo. Da Bologna è partita un’interrogazione parlamentare e dalla Regione Emilia si sono recati personalmente a Roma per chiedere un incontro. Qui da noi nè la Regione, nè il Governatore spende parola. Per non parlare di Confindustria. Il presidente di Confindustria Avellino e il capo di Confindustria nazionale, che è campano, non si esprimono. I deputati irpini, manco a dirlo. Tutti in silenzio. Ma francamente è assurdo”.

Lo stabilimento ex Irisbus oggi della IIA, Industria Italiana Autobus

Tra lo stabilimento di Flumeri e quello di Bologna sono circa 450 le famiglie che attendono risposte. “L’impressione è che tutti si stanno defilando. Stiamo lanciando messaggi di continuo. Non ci si apre nemmeno al confronto, al dialogo perchè pure avremmo delle proposte. Ma a chi possiamo esporle se non accettano di incontrarci?”. Incalza Curcio e chiude: “Se entro il fine settimana nulla si muove, ci organizziamo per andare a Palazzo Chigi”.

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