Provincia, Biancardi: il Liceo Scientifico “Mancini” sarà restituito agli studenti e ai docenti

Il presidente dell'amministrazione di Palazzo Caracciolo ha approvato un intervento sulla palestra dell'istituto scolastico, in linea con le prescrizioni del Riesame. Dopo Natale il confronto con la Procura della Repubblica. Messi a gara anche 32 progetti di viabilità per un importo di 18 milioni di euro.

La sede storica del Liceo Scientifico PS Mancini di Avellino in via De Conciliis

«La Provincia è pronta a risolvere i problemi strutturali del Liceo Scientifico “Mancini” di Avellino, con un intervento mirato». E’ l’annuncio del presidente di Palazzo Caracciolo, Domenico Biancardi, che nell’intervista rilasciata a Nuova Irpinia, parla anche della messa in sicurezza delle strade irpine e del futuro di Irpiniambiente.

Presidente, quale soluzione intendete adottare?

«Ci sono novità significative. Abbiamo predisposto, dopo averlo attentamente studiato, un provvedimento per rendere nuovamente fruibile la struttura scolastica. Il Riesame ha individuato come unica criticità la condizione della palestra del Liceo. Abbiamo, quindi, approvato un progetto di messa in sicurezza, che prevede la demolizione del solaio e la sua ricostruzione, con una verifica sismica della struttura. Lavori che saranno effettuati direttamente con fondi della Provincia, per non perdere ulteriore tempo».

Così sarà possibile riaprire la sede scolastica?

«Riteniamo di sì. Subito dopo le feste natalizie sottoporremo il provvedimento ed il progetto all’attenzione della Procura della Repubblica, per poter avviare una collaborazione proficua. Nei primi mesi dell’anno, poi, daremo esecuzione al progetto. La sicurezza degli edifici scolastici è una delle nostre priorità assolute».

Anche sul fronte della viabilità ci sono lavori che richiedono la massima attenzione dell’ente, per garantire i collegamenti tra i centri dell’Irpinia e la sicurezza dei cittadini. Come state procedendo?

«Sono stati messi a gara 32 interventi che riguardano tutto il territorio provinciale, per un importo dei lavori di 18 milioni di euro. Si potranno così ripristinare o rendere sicure arterie interessate da dissesto del manto stradale e da fenomeni franosi. E’ un grosso investimento per l’ente, che si concretizzerà nel 2019. Ma per il prossimo anno metteremo in cantiere altri lavori per ulteriori 20 milioni di euro, in modo da poter incidere in maniera significativa sulla situazione della viabilità».

Parliamo di gestione dei rifiuti. Il lavoro del nuovo ente d’ambito sta entrando nel vivo. Tra i nodi da sciogliere c’è il ruolo di Irpiniambiente e l’individuazione del nuovo gestore dei servizi di raccolta e trattamento.

«L’ente d’ambito sta progressivamente guadagnando operatività. La Provincia finora ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione del sistema, in modo particolare come socio unico dell’azienda pubblica Irpiniambiente. Le prospettive sono ancora incerte ed i tempi di maturazione delle decisioni, da parte dei sindaci e dell’Ato, mi sembrano non brevi. Seguiremo passo dopo passo gli sviluppi».

Conferma l’ipotesi di un possibile ingresso sul mercato della società e di un’eventuale partecipazione alla gara europea per l’affidamento?

«E’ una delle opzioni in campo. Approfondiremo le questioni e valuteremo le decisioni da assumere, in base alle possibilità offerte dalla legge. Sicuramente cercheremo di salvare una nostra creatura, che ha dimostrato di avere le competenze e le energie per operare in maniera efficiente sul territorio. Sono i risultati, soprattutto della raccolta differenziata, a parlare. Va da sé che comunque si proceda, livelli occupazionali e personale in forze ad Irpiniambiente saranno tutelati».

Tra le nuove opportunità che la Provincia intende mettere a disposizione dei Comuni, c’è un centro per le progettazioni europee. E’ così?

«Sì, infatti. Nel nuovo organigramma dell’ente abbiamo previsto un centro di competenza, che si occuperà di piani di fattibilità di progetti finanziati dall’Unione europea. Pubblicheremo un bando rivolto a società con alte professionalità, per la gestione della struttura. In Campania mediamente soltanto il 15% dei fondi vengono impegnati e spesi. In provincia di Avellino, la soglia è ancora più bassa. Dobbiamo attrezzarci per cogliere le innumerevoli opportunità che esistono».

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