IIA, parola agli azionisti sul futuro. Operai a Roma per difendere la fabbrica

Sciopero di otto ore previsto per la giornata di domani. Le segreterie sindacali saranno a Roma contestualmente al CdA dell'azienda. Stamane manifestazione a Grottaminarda.

Assemblea degli azionisti IIA oggi a Roma. La proprietà della Industria Italiana Autobus deve decidere se proseguire attendendo i tempi della ricapitalizzazione oppure avviare le procedure di chiusura. Mentre Leonardo e Invitalia sono pronti a scommettere sul futuro della fabbrica italiana di pullman, Ferrovie dello Stato non di fa tirare per la giacca e si prepara a sciogliere la riserva prima di Natale. Per i lavoratori, però, tutto questo non è un gioco. Oggi per loro sarà l’ennesima giornata di passione.

“A questo ennesimo governo (il sesto dal 2011) chiediamo: gli autobus volete che si producono in Italia SI o NO? Volete comprarli all’estero? Ditelo in maniera CHIARA ed inequivocabile. Questa storia deve pure finire una buona volta. E chiari bisogna essere anche su Del Rosso. È indispensabile questo “imprenditore”? Serve? Se Sì, si vada avanti con Del Rosso, se NO lo si lasci fuori. Noi, invece, siamo chiari e per questo chiediamo la nazionalizzazione del settore, solo così possono essere garantiti sia i diritti dei lavoratori che il diritto alla mobilità”.

Frasi estrapolate da una nota sottoscritta da “Operai ex Irisbus”. Alcuni dei quali stamane alle prese con una singolare manifestazione a Grottaminarda. Lavoratori e Failms con Antonio De DOnato hanno sfoderato cartellonistica che ripercorreva i Governi che si sono succeduti da quando il colosso Iveco ha chiuso baracca in Valle Ufita.

Il Governo, per voce stamane del deputato Generoso Maraia, ha ribadito l’impegno in corso rispetto alla vertenza. Intanto per la giornata di domani programmata giornata di sciopero indetta dalle RSA di stabilimento. Ci sarà, come annunciato, presidio a Roma fuori lo studio in cui si terrà consiglio d’amministrazione da parte dei vertici societari.

Rimane il dubbio rispetto alla possibilità resa nota dall’ad Stefano del Rosso circa un mese fa, di portare i libri in Tribunale. Solo una provocazione secondo alcuni. Per altri invece un rischio serio. La convocazione da parte del MISE chiesta da più fronti, ad oggi, non è arrivata. La cassa integrazione è in scadenza. Tante criticità che per i più scettici sembrano il preludio di uno scenario troppo scuro.

Intanto nella nota a firma di un team di “operai ex Irisbus”, l’affermazione propositiva inerente le nuove sfide del settore auto. “La salvaguardia del TPL come settore di produzione pubblico e come servizio a garanzia del diritto alla mobilità ci porta inevitabilmente a pensare a una transizione ecologica dei due ambiti. Il parco autobus in Italia è obsoleto, i mezzi sono datati, l’UE condanna ripetutamente l’Italia per le violazioni delle normative ambientali. C’è bisogno che la sostituzione del parco autobus diventi una priorità del governo per la tutela della salute e per le mobilità dei cittadini. Abbiamo in Italia un patrimonio di conoscenze e di sapere operaio a cui non possiamo e non vogliamo rinunciare. Bisogna fermare la chiusura delle aziende e contrastare la delocalizzazione della produzione di autobus”.

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