Sarà una lunga campagna elettorale, quella per le prossime amministrative di Avellino, dopo la chiusura anticipata del mandato.
Diversi gruppi di Piazza del Popolo, insieme alle valutazioni post sfiducia sul governo cittadino, hanno subito tracciato un primo programma di intenti, lanciando messaggi a potenziali alleati ed avversari. Ma bisognerà aspettare prima di poter davvero conoscere quale sarà lo scenario politico che si presenterà alla vigilia del voto di primavera.
Per il Pd il percorso si incrocia con l’iter del congresso nazionale e regionale del partito. Gli equilibri interni determinati dall’assise potrebbero incidere, almeno in parte, su strategia e candidature.

Tra gli uscenti vi sono diversi democratici che sono destinati ad essere protagonisti della nuova stagione, a cominciare dalla capogruppo Enza Ambrosone, che viene considerata una guida politica ormai d’esperienza ed il cui nome in passato è circolato anche come candidato alla carica di sindaco. Chissà che questa non possa essere la volta buona.
Livio Petitto, che almeno nelle ultime due consiliature è risultato il più votato in assoluto, avrà certamente un ruolo di primo piano, anche se bisognerà vedere in che modo gestirà il rapporto con Gianluca Festa, destinato ad una fuga solitaria con la civica Davvero. I due nomi risultano invisi ai Popolari e al responsabile di Mai Più, Luca Cipriano. Ma nei loro confronti si è scatenato anche il risentimento della segreteria provinciale del Pd e di diverse componenti democratiche che li considerano i franchi tiratori della candidatura di Vignola alla presidenza della Provincia. Per Festa ci sarebbe l’aggravante della recidività.

Petitto è un fedelissimo del deputato Umberto Del Basso De Caro, alla cui corrente fa riferimento anche Ambrosone. La loro componente è l’unica – almeno sinora – schierata al congresso con il segretario uscente, Martina, mentre il grosso del partito con il governatore del Lazio, Zingaretti, le cui quotazioni sono in costante crescita. Una collocazione che rischia di penalizzarli.
Verso la riconferma della candidatura anche l’ex vicesindaco Stefano La Verde, l’esponente dell’area riformista dameliana, Ivo Capone, Carmine Montanile, stretto collaboratore di Ambrosone, e Laura Nargi, pronta a riproporre il tandem con Petitto.

Festa, dal canto suo, ha deciso di confermare il suo progetto civico (riproponendosi come candidato a sindaco), anche se di fatto è sospinto all’esterno del Pd dalle circostanze sfavorevoli, ma la sua scelta questa volta potrebbe costargli caro. A Via Tagliamento, infatti, potrebbero chiedere l’applicazione dello statuto che esclude il rinnovo dell’iscrizione a chi si è candidato con altre liste. Un eventuale strappo con i Democratici farebbe venir meno il supporto degli ex consiglieri Antonio Genovese e Giuseppe Negrone.

Gli ex consiglieri Popolari Nello Pizza, Nicola Giordano, Lino Pericolo, Alberto Bilotta e Modestino Verrengia sono tutti pronti a rilanciare la sfida, ma con metodi e schemi politici nuovi, puntando su una aggregazione civica, anche se bisognerà vedere come sarà risolto il nodo dell’alleanza con il Pd. Nella formazione politica sono emerse, durante l’ultimo passaggio del mandato ormai archiviato, posizioni differenti sul come affrontare lo scontro con Ciampi e i Cinque Stelle, ma la disputa non ha compromesso la coesione della compagine. All’orizzonte però si profila una nuova prova: la definizione della leadership tra l’ex deputato Giuseppe De Mita ed il consigliere regionale, Maurizio Petracca, che può contare sul sostegno di buona parte degli uscenti.

Altra candidatura a sindaco data per molto probabile è quella di Luca Cipriano. In questo momento la sua presenza è contesa dal Pd e dai Popolari, benché lui sembri più interessato a giocarsi la carta della lista di rottura, anche allargando il suo progetto ad altre forze politiche. D’altra parte, sul fronte del centrosinistra gli unici intenzionati a presentarsi alle urne con le insegne di partito sono quelli del Pd.
La sinistra che si indentifica nell’esperienza di Si Può (Sinistra italiana, Possibile e Rifondazione), invece, ha scelto di andare avanti per la propria strada. L’uscente Nadia Arace dovrebbe essere confermata tra le candidature della prossima campagna elettorale.

Sul versante del centrodestra la situazione è ancora più fluida. Forza Italia, che ha assunto in aula una posizione differente da quella della Lega, dovrebbe riproporsi con la propria lista. Sul futuro della coalizione però pesano le dinamiche nazionali, che segnano le distanze con il partito di Salvini, impegnato nell’asse con i Cinque Stelle. Ma i vertici regionali del Carroccio non sembrano intenzionati a rompere. Resta da vedere comunque chi rappresenterà la Lega.

Gli esponenti di Movimento nazionale, la sigla di Alemanno, rappresentata in Irpinia da Ettore De Conciliis e da Damiano Genovese, pur se considerati vicini (al Comune si sono candidati sotto il simbolo leghista, ma la loro lista alla Provincia è stata di fatto sconfessata dal segretario campano e deputato della Lega, Gianluca Cantalamessa), non avranno in mano il timone, rivendicato dall’ex responsabile cittadino della formazione di Salvini, Aniello Govetosa. I sovranisti hanno però l’ambizione di presentarsi con il proprio simbolo, in un’alleanza di centrodestra.
Forza Italia sarebbe interessata ad un’operazione di larghe intese o ad un nuovo soggetto capace di costruire un fronte per contrastare l’antipolitica. Un’operazione che incontrerebbe l’interesse della Dc del deputato Gianfranco Rotondi. Ma si tratta di un’ipotesi tutta da costruire. Tra i berlusconiani si consolida la figura di Ines Fruncillo.
Nel Movimento Cinque Stelle si è ormai da tempo consumata una profonda rottura tra una parte dei militanti del primo Meet Up, ai quali si sono aggiunti diversi candidati della lista, rimasti fuori dai giochi amministrativi, e la componente vicina al sottosegretario Carlo Sibilia, che ha fortemente pesato sulle nomine degli assessori. E’ ancora da comprendere se l’ex sindaco Vincenzo Ciampi sarà riproposto o se invece non si punterà sul vice, Nando Picariello. Negli scorsi mesi sul primo cittadino si sono scaricate tensioni e tatticismi del gruppo dirigente, fino a condizionarne l’azione amministrativa, proprio come era successo in precedenza con i governi cittadini targati Pd.

I grillini, intanto, hanno rotto un altro tabù, dichiarandosi disponibili a costruire liste di appoggio. Ancora aperta, come dicevamo, anche se poco probabile, la prospettiva di un asse con la Lega. Sulla dinamica complessiva si verificheranno anche i posizionamenti dei parlamentari, che non viaggiano tutti nella stessa direzione. Una parte degli attivisti, delusi dalle vicende interne e da quelle amministrative, avrebbero deciso di restare a casa.
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