Sanità, Alaia: otterremo la fine del commissariamento in Campania

I ruoli di governatore e di commissario saranno incompatibili dopo l'approvazione del provvedimento del governo. De Luca costretto a passare la mano. Per il vicepresidente della commissione Sanità si tratta di una ritorsione politica. Ma per fine anno si punta alla chiusura della gestione straordinaria.

«Il provvedimento promosso dal governo è strumentale, ma la Campania è nelle condizioni di uscire dalla gestione straordinaria della sanità». E’ quanto sostiene il vicepresidente della commissione Sanità di Palazzo Santa Lucia, Vincenzo Alaia.

Con l’approvazione in Senato della norma che reintroduce l’incompatibilità tra la carica di presidente della giunta regionale e quella di commissario governativo, che la prossima settimana dovrebbe ricevere il definitivo via libera alla Camera dei deputati, si apre una fase nuova.

Alaia, tra qualche mese il governatore De Luca dovrà passare la mano al delegato dell’esecutivo nazionale. Che cosa succederà?

«Ho la convinzione che il presidente De Luca abbia compiuto le giuste valutazioni. Presto saranno predisposte le relazioni da inviare al governo, per chiedere l’uscita dal piano di rientro e la fine del commissariamento della Sanità. I dati del 2017 ci rassegnano una situazione in netto miglioramento rispetto al biennio precedente. I parametri dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza hanno raggiunto quota 152, cioè 46 punti in più del 2015. E nel corso del 2018 la situazione è ulteriormente migliorata. Abbiamo certamente superato la soglia dei 160 punti, oltre la quale non si è più soggetti alle prescrizioni».

Il Governatore Vincenzo De Luca

Come considera il provvedimento promosso dal governo Conte ed ampiamente annunciato dai Cinque Stelle?

«E’ chiaramente un atto di ritorsione politica. Una decisione assunta strumentalmente, che non tiene conto del lavoro svolto sinora dalla Regione e da De Luca, in qualità di commissario, sia sul piano del risanamento economico, che della riorganizzazione dei servizi sanitari».

Quali saranno i prossimi obiettivi  da raggiungere nella Sanità campana?

«Sicuramente l’uscita dal commissariamento è un risultato importante, che avrà ricadute positive sul futuro. Innanzitutto non ci saranno più vincoli di spesa e questo comporterà la possibilità di investire sulle assunzioni di nuovi medici ed infermieri, superando il blocco del turn-over, che in questi anni ha comportato notevoli disagi e limitazioni. Ci sarà un miglioramento complessivo della qualità dei servizi. Penso, comunque, che tutti debbano dare il proprio contributo al rilancio della Sanità. Anche i parlamentari 5 Stelle, invece di fare demagogia, dovrebbero adoperarsi».

Quali sono le criticità ancora da gestire?

«Le condizioni di lavoro degli operatori del settore, che oggi sono sotto stress, con turni impegnativi, dovuti alla cronica carenza di personale. L’ampliamento dell’organico, come dicevo, consentirà un notevole passo in avanti nella riorganizzazione dei servizi. Agli infermieri e ai medici non può che andare il nostro plauso per ciò che hanno fatto».

Tra i problemi da risolvere c’è sicuramente quello delle lunghe liste d’attesa a cui debbono sottostare i pazienti per visite ed accertamenti diagnostici.  

«Su questo versante ci sono stati già sensibili miglioramenti, ma indubbiamente occorre fare di più, soprattutto in alcune strutture, dove l’organico è ridotto all’osso. Anche in questo caso torna la questione che dicevo prima».

L’atrio principale dell’ospedale Moscati di Avellino

Tra gli obiettivi da raggiungere c’è una più stretta collaborazione tra medicina del territorio, le Asl, ed i presidi ospedalieri. A che punto siamo?

«Una maggiore sinergia consentirebbe la razionalizzazione del sistema e l’ottimizzazione delle risorse disponibili. L’azienda ospedaliera, penso in particolare al “Moscati”, deve concentrarsi su interventi di tipo specialistico e su urgenze di un certo tipo, altrimenti si crea un intasamento dei reparti e del pronto soccorso. Il 90% dei ricoverati è costituito da malati geriatrici e cronici che dovrebbero seguire percorsi assistenziali e terapeutici diversi, soprattutto a domicilio».

Dopo il ridimensionamento di alcune strutture del territorio, dovuto ai tagli finanziari previsti, quali sono le prospettive per l’Irpinia?

L’ingresso all’ospedale Landolfi gestito dall’Azienda San Giuseppe Moscati di Avellino

«Abbiamo chiesto deroghe per i punti nascita, per scongiurarne la chiusura. La norma prevede che le strutture con meno di 500 parti all’anno debbano essere soppresse. Solofra rientrerebbe tra queste, ma al di là dei numeri, svolge una funzione importante per la comunità. Purtroppo però non ci è stata autorizzata nessuna eccezione alla regola».

Parliamo di prevenzione. Oggi, con la crisi economica, per molte persone è sempre più difficile effettuare i controlli periodici necessari, se non fosse per l’intervento di alcune associazioni di volontariato, che provano a dare risposte. Cosa si muove in questa direzione?

«La prevenzione è importante, soprattutto per alcune patologie. La sanità pubblica ha il dovere di mettere in condizione i cittadini di accedere ai servizi. Serve innanzitutto un’opera di sensibilizzazione e poi un’offerta di prestazioni senza oneri per l’utente. Diverse iniziative sono state avviate, altre ancora bisognerà metterne in campo, in maniera stabile e capillare. Presto ad Avellino faremo un convegno su questo tema».

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