La targa dell'Alto Calore Patrimonio, società consorella dell'Alto Calore Servizi, riassorbita nel 2014

“Se l’assemblea dei sindaci- soci dell’Alto Calore Servizi decreterà il fallimento della società, si perderà l’assegnazione delle risorse regionali predisposte per la riqualificazione delle reti idriche. Non perchè sia una ricatto, ma perchè non ci sarà un gestore che potrà utilizzarle”. Così Fulvio Bonavitacola, numero due della giunta regionale della Campania intervenuto al seminario promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Avellino, che ha parlato ad una ricca platea di addetti ai lavori, ma anche istituzioni e sindaci.

Il Vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, interviene al convegno promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Avellino sul Servizio Idrico Integrato e sul futuro dell’Alto Calore

Il monito ai sindaci, custodi e rappresentanti in ultima analisi dell’Ente Idrico Campano- (che come ha chiarito Bonavitacola non è un ente della regione, ma del territorio) di prendere una decisione in tempi brevi sul futuro della società e delle politiche ambientali che vorrà perseguire la provincia di Avellino. “Conoscete le norme e avete gli strumenti utili per ragionare: la Legge Madìa offre precise indicazioni riguardo alle società partecipate. I sindaci possono scegliere come meglio credono, ma non possono riempirsi la bocca con proclami sull’acqua pubblica e determinare nel concreto azioni che vanno in altra direzione. In questo modo si determinano le condizioni per l’ingresso al privato, così come cita chiaramente la Legge Madìa” ha tuonato.

Il discorso ha toccato anche i nuovi trasferimenti idrici dalla Campania alla Puglia. “Alla luce degli attingimenti dall’invaso di Conza della Campania da parte dell’Acquedotto Pugliese, che preleva ulteriori 1,5 litri al secondo e che filtra attraverso il potabilizzazione, sarà necessaria una revisione degli accordi sui trasferimenti” ha ribadito.

Un momento del convegno promosso dall’Ordine degli Ingegneri all’hotel de La Ville sul riformato ciclo integrato delle acque in Campania e sul futuro assetto dell’Alto Calore, giunto sulla soglia della privatizzazione

La competenza sulle questioni, nelle parole del vice presidente, resta nelle mani dei sindaci, titolari dell’Ente Idrico Campano e delle politiche di gestione del servizio idrico integrato. Nessun riferimento intanto, all’annullamento del decreto dirigenziale con cui la Regione Campania ratificava all’Acquedotto Pugliese la concessione sulla derivazione dei 363 litri in diritto d’uso di Caposele e dei caposelesi. Un decreto ritenuto superato, stando agli addetti ai lavori, che attendono un nuovo pronunciamento di Bonavitacola sugli Accordi interregionali fra Puglia e Campania.

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